17 Dicembre 2014

Il 31 dicembre la Marcia per la Pace

Il 31 dicembre la Marcia per la Pace
 
Dal “RisVeglio Duemila”  N. 47/2014
 
 
Mercoledì 31 dicembre, ultimo giorno dell’anno, dalle ore 16.00 alle ore 18.30, si svolgerà per le vie di Ravenna la marcia per la pace, organizzata dall’Archidiocesi di Ravenna-Cervia e presieduta dall’Arcivescovo Mons. Lorenzo Ghizzoni.
 
La partenza sarà in via Candiano, n. 1, presso la chiesa ortodossa russa, per arrivare, dopo otto tappe, nella piazza del Duomo. Si toccheranno i giardini Speyer (luogo del degrado della città), la chiesa ortodossa rumena, il CEIS (Centro ravennate di solidarietà per la prevenzione e la riabilitazione contro la tossicodipendenza), la piazza del Popolo (luogo delle Istituzioni), la piazza S. Francesco, l’Opera di S. Teresa del Bambino Gesù, la Casa Circondariale, la Caritas. Al termine della marcia c’è la possibilità di partecipare alla S. Messa e al Te Deum in Cattedrale.
 
Tutta la città è invitata per “globalizzare la fraternità” e contrastare la “globalizzazione dell’indifferenza” così diffusa nel mondo contemporaneo, come ci invita papa Francesco nel suo Messaggio per la 48° Giornata mondiale della Pace, che ricorre il primo gennaio 2015, che ha per titolo: “Non più schiavi, ma fratelli”.
 
La schiavitù è intesa come privazione della libertà: della persona fisica, psicologica, da “lavoro schiavo”, da immigrazione clandestina, i minori, gli “schiavi sessuali”.
 
Papa Francesco ci richiama tutti alle nostre responsabilità a non lasciare più spazio all’abominevole fenomeno della corruzione, e a comportarsi da veri fratelli. Siamo chiamati nel nostro piccolo ad alimentare il processo di pace per questo è importante testimoniarlo anche con una marcia. È con il dialogo che si crea la pace sociale, frutto della giustizia, e si rende solidale la pace fra le diverse confessioni religiose.
 
La marcia della pace sarà un’occasione di dialogo fra le comunità cattoliche, ortodosse, islamiche della città, tra differenti culture, etnie e generazioni.
 
Padre Raniero Cantalamessa ha affermato: “La pace non si fa come la guerra. Per fare la guerra, occorrono lunghi preparativi: formare grossi eserciti, predisporre strategie, sancire alleanze e poi muovere compatti all’attacco. Guai a chi volesse cominciare per primo, da solo e alla spicciolata: sarebbe votato a sicura disfatta. La pace si fa esattamente al contrario: cominciando subito, per primi, anche uno solo, anche con una semplice stretta di mano. La pace si fa, diceva papa Francesco in una circostanza recente, ‘artigianalmente’”.  Emblematico è anche il passaggio davanti alle carceri per condividere il pensiero del Santo Padre, che in occasione della visita al carcere di Latina augurò ai detenuti che “le ore, i giorni, i mesi e gli anni passati in carcere, vengano visti e vissuti non come tempo perso o come una temporanea punizione ma come un’ulteriore occasione di autentica crescita per trovare la pace del cuore e la forza per rinascere tornando a vivere la speranza nel Signore che non delude mai”.
 
 
Diacono Luciano Di Buò
Direttore Ufficio Pastorale Sociale, Giustizia e Pace e Custodia del Creato