Il 29° Treno della Grazia

Il 29° Treno della Grazia

Dal “RisVeglio Duemila”  N. 26/2015

 

Dedichiamo questa pagina al 29° Treno della Grazia, il pellegrinaggio regionale che si è svolto a Loreto dal 19 al 22 giugno scorsi. All’esperienza, promossa dall’Unitalsi Emilia Romagna, dall’Azione Cattolica Ragazzi e dal Centro Regionale di Pastorale Familiare, hanno preso parte oltre trecento persone tra ragazzi – i principali destinatari dell’esperienza – animatori, sacerdoti, genitori, volontari… Tra di esse, anche una nutrita rappresentanza della nostra Diocesi. Il tema-guida di quest’anno era “Con fiducia prendiamo il volo”.

 

Incontri per i famigliari, sabato 16 giugno

Don Edelweiss ha aperto l’incontro con i saluti. Marco Piolanti, coordinatore delle famiglie, ha poi distribuito il testo di un brano musicale composto da un ragazzo del Treno della Grazia. La sua disabilità non gli ha impedito di esprimere la ricchezza di sentimenti che porta dentro. Basta leggere le parole per capirne la profondità. Questo testo è stato messo in musica da Marco Spaggiari dei Controtempo ed è diventata una splendida canzone dal titolo “Spiegami la Vita” che tutti possono ascoltare su Youtube. E’ poi intervenuta Emanuela Grazzini, psicologa clinica.

L’argomento introdotto è stato “Come può riuscire la famiglia che ha un famigliare disabile a farsi accogliere e ad integrarsi nella società”. La dottoressa ha spiegato che queste famiglie devono avere un valore aggiunto, trasformarsi in un laboratorio affettivo – sociale, acquisire strumenti con i quali aiutare il contesto esterno a comprendere meglio i loro bisogni e tranquillizzare le persone nei confronti delle paure che nascono verso ciò che non si conosce. Questo significa che la famiglia deve superare prima i propri limiti interni e poi quelli esterni. Gli strumenti che ci ha suggerito sono tre:

1) sviluppare la propria comunicazione emozionale, darsi il tempo di pensare a come ci si sente, come si vivono certe situazioni.

2) Sviluppare la capacità di empatia che aiuta a mettersi nei panni dell’altro superando gli atteggiamenti giudicanti o invalidanti ma aiutandolo a comprendere meglio la realtà che ognuno vive.

3) Sviluppare la resilienza, la capacità cioè di trovare strategie, comportamenti, soluzioni alternative in situazioni di crisi, utilizzando anche la creatività.

Sono intervenuti i coniugi Maraldi della Casa Famiglia Don Oreste Benzi di Ravenna. Don Benzi ha fatto uscire i disabili dagli istituti e li ha portati in mezzo alla gente. Grazie anche a lui in Italia abbiamo una delle migliori leggi per la disabilità che garantisce pari diritti e dignità, a scuola e sul lavoro. I coniugi Maraldi ci hanno ricordato che la famiglia è basata sulla complementarità delle persone che la costituiscono. Si è posta l’attenzione sui figli naturali e sulle fatiche che si trovano ad affrontare quando la casa si apre all’accoglienza. Questo richiede da parte dei genitori un’attenzione particolare affinché si sentano ascoltati e compresi, certi che questa esperienza li aiuterà a crescere. In queste famiglie le fatiche sono tante, anche quella di trovare tempo per la coppia, è quindi importante che vengano sostenute dalla comunità, che si sviluppi attorno a esse un senso fraternità da parte di altre famiglie.

Domenica 19 giugno

Ospite della mattinata è stato mons. Lorenzo Ghizzoni. Leggendo il cap. 18 del Vangelo di Matteo egli ha sottolineato come i bambini siano determinanti nella pedagogia di Gesù: “Se non vi convertirete e non diverrete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli”. Paradossalmente dobbiamo diventare piccoli come segno della nostra crescita nella fede. A volte in seguito alla notizia che il figlio che abbiamo tanto atteso, non può più corrispondere ai nostri desideri, ci si sente pervadere da una forte rabbia. Occorre invece chiedersi: “Cosa c’è dentro di me che mi rende difficile accettare mio figlio?”. Gli angeli custodi di questi figli guardano direttamente la faccia di Dio! Questi figli sono amati da Dio in modo speciale, privilegiato. La presenza di uno di questi suoi figli speciali in una famiglia è similare alla presenza dell’Eucaristia nel tabernacolo. Mons. Ghizzoni ha spiegato che tendiamo a specchiarci negli altri, a chiederci: “Sono meglio o sono peggio?”,  “Dov’è Gesù? Dove lo vedo?”. A queste domande la risposta è nella preghiera. Essa è la risorsa per trovare dentro di noi il motivo per cui siamo al mondo, per riuscire ad affrontare la vita nella sua complessità. Con una comunità alle spalle si portano meglio i pesi. La comunità che abbandona alle solitudini non fa la volontà del Padre Nostro.

Daniela Minghelli

 

Una testimonianza

E’ stato giusto avere qualche responsabilità in più perché sono cresciuto così ho aiutato il mio gruppo per alcuni compiti. Ho partecipato alle riunioni serali degli animatori e ho capito che bisogna essere organizzati. Durante l’adorazione eucaristica è stato faticoso rimanere in ginocchio ma ho voluto farlo per il Signore. Ho conosciuto dei nuovi amici e rivisto alcuni che già conoscevo. Anche quest’anno mi sono divertito molto.

Matteo