Guardare in faccia la povertà

Guardare in faccia la povertà 
Dal “RisVeglio Duemila” N. 42/2017  

Non “delle povertà”, non “della carità”, ma “dei poveri”. Chiede un cambio di prospettiva papa Francesco con l’istituzione della Giornata dei poveri che, in comunione con la Chiesa universale, si celebrerà anche a Ravenna il prossimo 19 novembre. “L’idea – spiega don Alain Gonzalez Valdes, delegato arcivescovile per la Carità – è quella di creare occasioni concrete di incontro, non solo di assistenza perché il povero è una persona non un problema e per aiutarlo davvero bisogna affrontare tutta la sua complessità, superando quell’idea idealizzata e magari poco realistica delle persone in difficoltà”. La Giornata nasce appunto con questo scopo alla fine del Giubileo della Misericordia, spiega il direttore della Caritas diocesana, per una volontà esplicita di papa Francesco. E anche tutti gli appuntamenti in programma in diocesi per questa Giornata (vedi box qui a fianco) hanno appunto l’obiettivo di accendere un faro sull’umanità di chi è più fragile. “Il povero è anzitutto una persona alla quale bisogna dare dignità, non solo pane”. E dignità è una parola che ha a che fare con il desiderio di bellezza, di arte, di dialogo, e soprattutto con il riconoscimento della storia di queste persone: il vero cuore dei vari appuntamenti programmati per la Giornata dei Poveri diocesana. Già da qualche giorno, sulla porta d’ingresso del Duomo, campeggia uno striscione che ha l’obiettivo di ricordare a tutti, fedeli e passanti, il senso di questa Giornata. La visita guidata a San Vitale di giovedì 16 novembre mette insieme il tema del pane come nutrimento materiale e spirituale grazie agli infiniti rimandi all’Eucaristia presenti nella basilica. Dopo la visita guidata a san Vitale, l’incontro con i giovani di San Biagio dirà che il pane è anche incontro e convivialità. Anche la musica fa parte di quell’umanità di cui i poveri hanno “fame”: di qui appunto il concerto il programma venerdì 17 nella parrocchia di Santa Maria del Suffragio. “Qualcuno critica questa impostazione: a cosa serve portare i poveri nelle Basiliche? – spiega don Alain Gonzalez Valdès –. Chi è povero ha bisogno non solo di pane ma anche di spiritualità, di vedere e sentire cose belle in un mondo che purtroppo ai loro occhi sembra tutt’altro che piacevole”. Infine, l’incontro e il dialogo con la Chiesa ravennate, rappresentata dall’arcivescovo Lorenzo, nel cuore geografico della diocesi, la Cattedrale: domenica 19 novembre alle 16. “La nostra non è una Chiesa che su chiude a riflettere sopra la testa dei poveri: vuole invece incontrali e incontre le loro storie. È una Chiesa ‘in ascolto’, come s’intitola l’intervento dell’arcivescovo”. Anche perché le povertà sono cambiate, anche a Ravenna, e per affrontarle c’è bisogno di una rete: “Nel 2016 abbiamo registrato un numero di accessi lievemente inferiore rispetto agli anni scorsi ma è aumentata la complessità delle situazioni di chi si presenta in Caritas – racconta il direttore della Caritas –: non arrivano più solo con una bolletta da pagare ma con difficoltà che toccano ambiti di vita diversi. Per aiutarli quindi non è più possibile tamponare le emergenze, serve progettare percorsi di uscita dalle fragilità che nessuna delle realtà che operano in questo campo è più in grado di garantire da sola. Di qui l’esigenza di fare rete”. Un tema all’ordine del giorno anche al tavolo delle povertà: “Ognuno fa un pezzo importante – ragiona il direttore della Caritas –, ma spesso si fa fatica a incontrarsi”.
 Daniela Verlicchi