Dal “RisVeglio Duemila” N. 31/2015
Già da mesi la comunità di Fornace Zarattini sta ricordando un compleanno speciale: il 60° della costituzione e dell’erezione canonica della Parrocchia, avvenuta l’8 settembre 1955, con decreto dell’allora arcivescovo Mons. Egidio Negrin.
Cosa c’era prima a Fornace? Un veloce cenno storico.
Il territorio della frazione era amministrativamente sotto San Michele. Fin dagli anni Quaranta dello scorso secolo intorno alle poche case e aduna fornace per la lavorazione dei mattoni, sita in quella campagna fuori Ravenna, si era sviluppata una piccola comunità di credenti emigrati soprattutto dalle colline faentine, che non avevano però nessun presbitero per la celebrazione della Santa Messa, dei Sacramenti e di un minimo di Catechesi. Nacquero comunque a Fornace due belle vocazioni al sacerdozio ministeriale: mons. Anacleto Bendazzi e il can. Terzo Benedetti.
Sensibili al richiamo delle pecorelle senza pastore, alcuni preti con l’autorizzazione del Vescovo, furono inviati per celebrare l’Eucaristia e per il catechismo: venivano accolti nelle case coloniche, celebravano nei cortili, confessavano nei sottoscala, evangelizzavano come e dove potevano. Abbiamo ancora le dichiarazioni dirette di alcuni testimoni e le fotografie dell’epoca.
L’arcivescovo Giacomo Lercaro volle costruire una piccola chiesa per il territorio e la comunità, dedicandola alla Mater Mea Fiducia Mea, sua patrona durante gli studi romani e presente nel suo motto episcopale. Mons. Lercaro non vide il compimento dell’opera in quanto trasferito alla Sede bolognese; il successore Mons. Negrin fece completare e nel 1955 consacrò la piccola chiesa ed eresse la parrocchia.
Primo sacerdote inviato fu don Edoardo Brioschi; poi, in un susseguirsi incalzante di nomine e rinunce, furono Amministratori parrocchiali (…allora si diceva Economi spirituali): don Alfredo Del Siena, don Giuseppe Zaccagnini, mons. Giuseppe Fabbri (accettò poi la nomina a parroco), don Sandro Covelli, padre Nazzareno Pacchiarini ofm, di nuovo don Pippo Zaccagnini, mons. Settimio Levorato. Con mons. Antonio Zani le nomine furono, da allora in poi, solo di parroci. Per più di un ventennio resse successivamente la parrocchia don Mario Bertini, e da quattro anni il sottoscritto.
Poco prima della Parrocchia nacque un asilo, che tanto bene ha fatto (e ancora fa!) alla gente di Fornace e di Ravenna. Pioniere furono le Vergini di San Giuseppe, le Suore Tavelli, e vi rimasero per più di trent’anni. A loro successero le Dives in Misericordia, presenti ancora oggi presso la scuola dell’infanzia.
Molti nomi di suore e preti tuttora suscitano affetto, e vengono ricordati con stima… e con qualche lacrima di gioia… molti bei ricordi nei cuori della gente della Parrocchia!
Oggi la comunità conta circa 1300 anime; è ancora presente una bella scuola parrocchiale dell’infanzia, che nel 1975 venne traferita in una nuovissima struttura, che corrisponde agli spazi attuali.
C’è un ottimo servizio di doposcuola. Si è ripreso il percorso di catechesi per i bambini. Si è portata avanti una tradizione di Grest, e soprattutto di campi scuola estivi, che continua da decenni.
Siamo veramente in una periferia, quella di Ravenna. Il territorio è a vocazione artigianale/industriale ma soprattutto commerciale.
È una piccola famiglia quella che si raduna la domenica intorno al Signore, ma è in espansione, grazie anche alla costruzione di nuovi e bellissimi complessi abitativi nei quali si sono trasferite tante giovani coppie, con le quali si cerca di intessere rapporti cordiali. Molti – infatti – sono stati in questi ultimi anni i battesimi e i matrimoni celebrati. Molto è quello che rimane da fare per crescere in fede e carità. Ma questa è la sfida missionaria che il Papa ci affida ogni giorno!
Dicevamo che già da tempo ci stiamo preparando al giorno anniversario. Abbiamo caratterizzato questi mesi con alcune attività a favore della Missione diocesana in Perù e della Caritas diocesana. Abbiamo pregato con insistenza Dio e la nostra Patrona, venerata da noi col titolo di Madonna della Fiducia.
Abbiamo anche chiesto, mesi fa, un dono spirituale per la nostra Parrocchia. E, come una bella notizia… che ti coglie di sorpresa, questo regalo è arrivato!
Il giorno 10 agosto, papa Francesco ha pregato per noi, per ognuno di noi…, e ha concesso alla nostra Parrocchia quattro giorni nei quali sarà possibile ottenere l’indulgenza plenaria in occasione del 60° anniversario.
Quindi da mezzogiorno di sabato 5 settembre fino alla sera di martedì 8 settembre (giorno dell’anniversario) chiunque visiterà la nostra chiesa parrocchiale otterrà, una sola volta, per sé o per un defunto, il dono dell’Indulgenza.
Che cos’è l’indulgenza?
Una descrizione precisa la troviamo sul Catechismo della Chiesa Cattolica, ai nn. 1471-1473. In poche parole… sappiamo che questa nostra vita è spesso macchiata da colpe e da peccati; ecco, l’indulgenza è un potente aiuto per completare la “pulizia” già adoperata dal sacramento della riconciliazione con la confessione, e per aiutarci ad andare più velocemente e più facilmente verso la meta di ogni cristiano, di ogni discepolo: l’Eternità beata con Dio. Questo aiuto si concretizza con alcune opere di pietà, di carità e di penitenza.
Ci sono delle condizioni per guadagnarsi questa indulgenza?
Sì. Quelle che vengono chiamate “le solite condizioni”, che si concretano con:
– la visita alla nostra chiesa, da sabato 5 settembre a martedì 8 settembre, animati dallo “spirito del pellegrino”, cioè di chi si mette in cammino per incontrare il Signore per poi seguirlo come discepolo fedele;
– la confessione sacramentale con il proposito di esclusione dalla propria vita di ogni attaccamento verso il peccato;
– la comunione eucaristica;
– una preghiera secondo le intenzioni di Papa Francesco;
– la celebrazione della Messa e la recita del Credo e del Padre nostro.
Ma in più, papa Francesco ci chiede:
– di fare di tutto, ma soprattutto di pregare, per irrobustire la nostra Fede, la nostra Speranza e la nostra Carità;
– di restare sempre in comunione con il Papa e con il nostro Arcivescovo;
– di fare nostri i fini del prossimo Anno Santo della Misericordia.
– Dobbiamo poi pregare Dio perché la nostra Patria rimanga fedele alla propria vocazione cristiana;
– pregare Dio perché doni alla sua Chiesa una nuova fioritura di vocazioni al Sacerdozio ordinato e alla Vita Consacrata;
– pregare Dio perché tutti riconoscano il valore umano, sacro, inviolabile della famiglia.
Per il tempo concessoci per ottenere l’Indulgenza sono state preparate alcune iniziative di preghiera e adorazione, con spazi di tempo per la confessione sacramentale; a un così grande dono spirituale pensiamo quindi di rispondere con un piccolo “Grazie” che impegni la nostra vita spirituale!
Che Dio ci aiuti nella missione che ci viene affidata. E la Madonna, fiducia nostra, ci accompagni!
Don Giovanni Giussani, parroco