04/04/2013

Festa della Divina Misericordia 2013

 
Festa della Divina Misericordia 2013
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 13/2013
 
A Ravenna la Festa, che ricorre domenica 7 aprile, sarà celebrata attraverso i seguenti appuntamenti:
Sabato 6 aprile, Parrocchia Santissimo Redentore (Via E. Fermi, 10): ore 16.45 Corona alla Divina Misericordia ‘ Benedizione Solenne dell’Icona Div. Mis.; S. Messa con Benedizione degli Sposi, Preghiera per l’Indulgenza plenaria e per la Guarigione davanti all’Icona della Divina Misericordia.
Domenica 7 aprile, chiesa S. Maria Maddalena (via C. Ricci): ore 11.15 S. Messa Solenne con al termine Preghiera e Supplica davanti all’Icona della Divina Misericordia per l’Indulgenza plenaria.
La Domenica della Divina Misericordia è stata istituita dal Beato Giovanni Paolo II il 30 Aprile del 2000 durante le Solenne Celebrazione Eucaristica in occasione della Canonizzazione di Suor Maria Faustina Kowalska. La Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti ha emanato il Decreto di istituzione il 5 Maggio 2000. Non è una nuova Festa istituita ma una ‘denominazione’ di quella Domenica che è la prima a continuare il percorso delle ‘pasque settimanali’. Guai a cambiare la Liturgia della Parola perché sono proprio le Letture che manifestano i contenuti già esistenti e misteriosamente offerti da Gesù stesso nella rivelazione privata e confermati dal processo di riforma del Concilio Vaticano II. Testi nuovi per la liturgia di una Festa nuova non potrebbero senz’altro essere più forti; ci si accorge che c’è un incrocio misterioso guidato dallo Spirito Santo, che offre anche, a partire dai testi intoccabili della seconda Domenica di Pasqua, elementi ricchissimi sul piano della riflessione e dell’annuncio del più centrale dei misteri di un Dio che viene incontro al mondo sempre miserabile: quello appunto della sua Misericordia. È il segreto interpretativo appunto del Mistero pasquale come attuazione costante della Misericordia Trinitaria.Si inserisca sempre tutto il discorso entro il Mistero pasquale. Giovanni Paolo II lo fa costantemente.Nell’Enciclica Dives in Misericordia si legge: ‘Il Mistero pasquale è il vertice di questa rivelazione ed attuazione della misericordia (n. 7). La risurrezione è il segno che corona l’intera rivelazione dell’amore misericordioso nel mondo soggetto al male (n. 8)’.
Il cardinal Fiorenzo Angelini, celebrando la Festa in S. Pietro nel 1999 decisamente diceva: «L’odierna liturgia della Domenica in Albis ci propone letture bibliche quanto mai pertinenti alla festa della Divina Misericordia…’. Citava anche il Diario di suor Faustina dove essa annotava: ‘Ora vedo che l’opera della Redenzione è collegata con l’opera della Misericordia voluta e richiesta dal Signore’.Il decreto del 5 maggio 2000, invita ad accogliere la Misericordia di Dio nel suo Tempio e afferma: ‘Nella nostra epoca, i cristiani, provenienti da numerosi paesi del mondo, desiderano innalzare questa Misericordia nel culto divino: specialmente nella celebrazione tutti gli uomini’.Lo studioso e profeta Edouard Glotin, ancora nel 1990 diceva e scriveva con sicurezza che la Festa voluta da Gesù attraverso Santa Faustina finirà con l’estendersi a tutta la Chiesa e di questo non potranno che rallegrarsi teologi e pastori. Poi testualmente: ‘Presentando il Cuore Misericordioso di Gesù come la sintesi del ‘mistero pasquale’, le cui celebrazioni si concluderanno con la venerazione della Sua immagine, grazie a questa ispirata iniziativa il mistero di questo Cuore – come dice Giovanni Paolo II – diviene in un certo senso il punto centrale della rivelazione dell’amore misericordioso del Padre’.’Naturalmente in questo Ottavo giorno della Pasqua cristiana, continuerà ad esser letto il Vangelo che vede Cristo mostrare due volte agli Undici la Piaga del costato, scena che rinvia immediatamente alla pericope della trafittura del Messia (Gv 19, 31-37).Allora sarà chiaro che il Cuore trafitto di Gesù è il grande segno storico dell’amore misericordioso della Trinità per gli uomini peccatori, donato da Dio agli uomini nell’istante stesso – quello che i teologi definiscono kairòs – dell’evento redentore’.
Mons. Enzo Lodi, liturgista di fama, afferma decisamente: ‘Bisogna riconoscere che finalmente si celebra la Divina Misericordia nella Domenica in cui il Vangelo della Messa (Gv 20, 19-23) ci presenta due realtà centrali della nostra fede.La prima è quella espressa dal testo fondamentale che promulga il sacramento della penitenza, oggi così mal compreso e celebrato, che così potrebbe ritrovare il suo rilievo biblico.La seconda realtà è la manifestazione del costato aperto dello stesso Risorto, che altrove lo stesso evangelista ci indica come un mistero sacramentale di fede (Gv 19, 34), perché da esso scaturiscono il sangue (l’Eucaristia) e l’acqua (il battesimo), che sono il ‘simbolo dei sacramenti della chiesa’.Mi pare che queste ragioni siano sufficienti per fugare ogni dubbio: la riforma liturgica è così completata, perché la Chiesa è guidata dallo Spirito ‘verso tutta la verità’ (Gv 16, 13). La Festa della Divina Misericordia è la più importante di tutte le forme del culto e della devozione alla Divina Misericordia. Gesù parlò per la prima volta del desiderio di istituire questa Festa a suor Faustina a Plock nel 1931, quando le trasmetteva la sua volontà per quanto riguardava il Quadro: ‘Io desidero che vi sia una Festa della Misericordia. Voglio che l’Immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima Domenica dopo Pasqua; questa Domenica deve essere la Desta della Misericordia’ (Q. I, p. 27). Negli anni successivi – secondo gli studi di don I. Rozycki – Gesù è ritornato a fare questa richiesta addirittura in 14 apparizioni definendo con precisione il giorno della Festa nel Calendario Liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, il modo di prepararla e di celebrarla come pure le grazie ad essa legate. La scelta della prima Domenica dopo Pasqua ha un suo profondo senso teologico: indica lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la Festa della Divina Misericordia, cosa che ha notato anche suor Faustina: ‘Ora vedo che l’opera della Redenzione è collegata con l’opera della Misericordia richiesta dal Signore’ (Q. I, p. 46). Gesù ha spiegato la ragione per cui ha chiesto l’istituzione della Festa: ‘Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione (…). se non adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre’ (Q. II, p. 345). Per quanto riguarda il modo di celebrare la Festa Gesù ha espresso due desideri:- che il quadro della Misericordia sia quel giorno solennemente benedetto e pubblicamente, cioè liturgicamente, venerato; – che i sacerdoti parlino alle anime di questa grande e insondabile Misericordia Divina (Q. II, p. 227) e in tal modo risveglino nei fedeli la fiducia. ‘Sì, – ha detto Gesù – la prima Domenica dopo Pasqua è la Festa della Misericordia, ma deve esserci anche l’azione ed esigo il Culto della Mia Misericordia con la solenne celebrazione di questa Festa e col culto all’ Immagine che è stata dipinta’ (Q. II, p. 278).
Una particolare grazia è legata alla Comunione ricevuta quel giorno in modo degno: ‘la remissione totale delle colpe e castighi’. Questa grazia – spiega il teologo don I. Rozycki – ‘è qualcosa di decisamente più grande che la Indulgenza plenaria. Quest’ultima consiste infatti solo nel rimettere le pene temporali, meritate per i peccati commessi (…). E’ essenzialmente più grande anche delle grazie dei sei sacramenti, tranne il sacramento del Battesimo, poiché la remissione delle colpe e dei castighi è solo una grazia sacramentale del santo Battesimo. Invece nelle Promesse riportate Cristo ha legato la remissione dei peccati e dei castighi con la Comunione ricevuta nella Festa della Misericordia, ossia da questo punto di vista l’ha innalzata al rango di ‘secondo battesimo’. E’ chiaro che la Comunione ricevuta nella Festa della Misericordia deve essere non solo degna, ma anche adempiere alle fondamentali esigenze della devozione alla Divina Misericordia’ (R., p. 25). La Comunione deve essere ricevuta il giorno della Festa della Divina Misericordia, invece la confessione – come dice don I. Rozycki – può essere fatta prima (anche qualche giorno). L’importante è non avere alcun peccato. Questa grande ricchezza di grazie e benefici non è stata da Cristo legata ad alcuna altra forma di devozione alla Divina Misericordia.
D. M.