Fame
Per quanto riguarda le famiglie che vivono in affitto la debolezza reddituale è decisamente superiore a quella delle famiglie che accedono al mutuo. Circa la metà non è in condizione di accedere al credito. L’analisi denota, infatti, ‘una maggiore vulnerabilità nell’accesso al credito e nella sostenibilità economica dell’indebitamento. Emerge, ad esempio, che l’incidenza media sul reddito delle spese di gestione è lievemente superiore nelle famiglie in affitto (8,8% contro 7,9), confermando una situazione più sfavorevole per chi abita in affitto. Tra le famiglie maggiormente penalizzate si trovano anche in questo caso quelle unipersonali e monogenitoriali, con l’incidenza della spesa sul reddito intorno al 12%, nettamente superiore alla media complessiva.
Una ‘social card’ senza ‘vincoli categoriali’, ossia non limitata solamente alle famiglie con anziani ultra 65enni e con figli al di sotto dei 3 anni perché migliaia di famiglie italiane sono a rischio di precipitare sotto la soglia della povertà relativa, anche per le difficoltà a pagare il mutuo o l’affitto: è la proposta di Francesco Marsico, vicedirettore di Caritas italiana. Marsico ha ricordato che ‘l’unica risposta sociale oggi esistente è la social card, che però risponde a stento solo alle povertà assolute e ad alcune tipologie familiari’, escludendo una grossa fascia di famiglie che fatica a pagare il mutuo, l’affitto e ad arrivare a fine mese. Marsico ha sottolineato anche l’importanza di ‘valutare gli effetti delle politiche abitative degli ultimi anni’, in particolare ‘la privatizzazione del patrimonio immobiliare degli enti pubblici’. ‘Le politiche sociali e abitative ‘ ha detto ‘ dovrebbero essere all’altezza dei bisogni delle famiglie’. Bisogni trascurati anche dalle banche, come evidenziato da Maria Teresa Ruggiero, della Fondazione culturale responsabilità etica, organismo di Banca Etica: ‘Oggi le banche sono più al servizio della finanza che delle persone. È invece responsabilità degli operatori finanziari cercare di risolvere i problemi reali della società, altrimenti rischiamo la deriva. La nostra sfida è quella di cercare di dare risposte concrete, cercando di fare rete con gli enti pubblici e le famiglie’. Lo studio indica alcune strade preventive per evitare l’indebitamento eccessivo: ‘Politiche fiscali più eque per tutelare il potere di acquisto delle famiglie nell’accesso alla casa’ e ‘interventi redistributivi sul fronte del lavoro’.