28/09/2016

Evviva i nonni! Reti di welfare e “narratori” di fede. Il 2 ottobre è la loro festa

Evviva i nonni!
Reti di welfare e “narratori” di fede.
Il 2 ottobre è la loro festa

Dal “RisVeglio Duemila”  N. 35/2016

 

Nessun economista l’ha mai quantificato (almeno in Italia), ma chi non può contare sui nonni sa quanto e quale apporto, non solo in termini economici, possono dare alla cura dei bambini. Un quadro sociale che si sta modificando rapidamente, a causa dello spostamento in avanti dell’inizio dell’età pensionabile, dell’età media più alta dei genitori (e di conseguenza dei nonni) e dell’invecchiamento della popolazione. Ma i nonni non sono solo “utili” al welfare famigliare. Rappresentano una rete, che sostiene i genitori e crea memoria per i più piccoli, con i quali spesso si crea un rapporto particolarissimo. Non è un caso che la festa civile del prossimo 2 ottobre, istituita da pochi anni, si collochi nel giorno nel quale la Chiesa celebra gli Angeli Custodi.

“Sono persone che stanno sulla soglia – ragiona il direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Famiglia Edo Assirelli, nonno cinque volte –: tra cielo e terra. Sono in una fase della vita nella quale sono capaci di vedere le cose dall’alto. E si riscopre l’essenziale. Ed è per questo che tra nipoti e nonni si crea un feeling tutto particolare: perché i bambini non hanno codici, vivono l’essenziale”.

Certo, occorre mantenere una certa continuità educativa. “Non possiamo essere un parcheggio, ma nemmeno fare i ‘pelouche’. I nonni però possono avere un ruolo importantissimo nella trasmissione della fede, perché riescono a raccontarla, raccontandosi, senza fretta e con molta fantasia”.

Un ruolo, questo, che fa bene anche agli anziani, spiega il sociologo Everardo Minardi: “Serve un cambio di strategia e di mentalità per affrontare in una logica non assistenzialistica, ma promozionale, il ‘come’ non mettere ai margini, ma valorizzare e socializzare il grande patrimonio di conoscenze, esperienze, rappresentato dalle persone anziane”.

Ma, come si diceva, l’allungamento della vita lavorativa e il carico sempre maggiore sulla fascia dei 50-60enni di molte altre esigenze di cura, come quella di parenti e genitori anziani e disabili, assottiglia sempre più la possibilità che nonni e nipoti possano passare tempo insieme. “I nodi sono arrivati al pettine, la figura dei nonni non è più scontata. Ed è anche un bene perché innanzitutto i nonni sono persone e occorre uscire da una logica neofunzionalista per la quale devono fare solo i nonni – chiarisce il professor Stefano Zamagni –. Il disegno di legge attualmente allo studio che istituisce (e la riconosce economicamente – ndr) la figura del caregiver è molto interessante. Dobbiamo tendere a un modello di famiglia nel quale si realizza una scelta di solidarietà intergenerazionale, non una moderna schiavitù”.

E in questo modello le famiglie, e i gruppi di famiglie possono giocare un ruolo importante, continua Assirelli: “Se attorno a una famiglia non si crea una rete di welfare, arriveranno sempre meno figli. I nonni sono un anello di questo sistema. Ma alle famiglie viene chiesto troppo: professionalità, mantenimento di un buon equilibrio demografico, educazione.

E al contempo il pubblico è sordo alle loro richieste d’aiuto. Da questo punto di vista, le parrocchie possono dare una mano: anzitutto prestando attenzione alle necessità e captando, come sentinelle, le difficoltà. E poi magari organizzando reti informali di sostegno, per commissioni, per andare a prendere i figli, per regalare una serata libera alle coppie. In questo contesto i nonni, ad esempio, potrebbero essere tali non solo dei loro nipoti ma anche di qualche altra famiglia in difficoltà. Una proposta”.

 

Presso la Libreria San Paolo (via Canneti 9 a Ravenna – tel. 0544.32300) troverete un servizio dedicato nel numero di questa settimana. RisVeglio Duemila è disponibile anche presso le parrocchie o la Redazione in Piazza Arcivescovado 11 a Ravenna – Tel. 0544.213853