17 Ottobre 2013

Essere Sentinelle di una nuova umanità

Essere ‘Sentinelle’ di una nuova umanità
 
Dal ‘RisVeglio Duemila’  N. 38/2013
     
 
Ma la notte no’
 
Gli esiti del Meeting missionario regionale ‘ Modena ‘ 20 settembre 2013
 
Il titolo di una famosa trasmissione televisiva per indicare una giornata ricca, organizzata su una multiformità di linguaggi che trova espressione nelle numerose iniziative del programma.
 
Musica e ritmi africani; proiezione video a cura di varie associazioni, sfilata di moda con abiti usati e riutilizzati a cura di Porta Aperta ‘ L’Arca; reading ‘Donne d’Africa’; presentazione libri; celebrazione eucaristica. E ancora, mostre fotografiche, laboratorio di ceramica, banchetti a cura di associazioni, centri missionari, parrocchie. Voci, volti, suoni, immagini, in un mescolarsi ordinato di persone di ogni età (tanti i bambini), provenienti dalle varie città dell’Emilia Romagna e dei vari continenti di origine, hanno creato il clima del meeting e fatto percepire il senso della missione che ha un cuore in cui confluiscono tutte le dimensioni della persona.
 
Dopo il saluto del Vescovo di Modena-Nonantola, Mons. Antonio Lanfranchi, la giornata si è aperta non con lezioni, come ha sottolineato Don Fortunato, ma con delle testimonianze.
 
Il titolo ‘Sentinelle di una nuova umanità’, che annunciano l’aurora, sono un segno di speranza per non sprofondare nella notte. Nel libro di Isaia, una sentinella deve annunziare quanto vede ‘Sentinella, quanto resta della notte?’ è la domanda angosciosa.
 
Le testimonianze sono una risposta al desiderio che la notte finisca, per veder comparire la luce del giorno. Il direttore di Negritia ha parlato del cammino lento della riconciliazione in Sudafrica e della necessità, in ogni nazione, di avere il coraggio di guardare in faccia il proprio passato per intraprendere una nuova via.
 
Cecilia Camillini, due medaglie d’oro nel nuoto, con la sua serenità e fermezza ha dimostrato quanto sia importante non lasciarsi piegare dalle ferite di un handicap fisico e vedere la propria vita non come una limitazione ma una risorsa.
 
John M. Paliza, congolese, ingegnere informatico, ha descritto il suo cammino, iniziato nella canonica dei Servi della Chiesa, proseguito lungo le vie di Santiago di Compostela, e che lo ha fatto diventare ‘camminatore di pace’ per denunziare al mondo il genocidio che si sta verificando in Congo, paese dell’Africa da cui si estrae il cortan, minerale che fa funzionare i computer.
 
Suor Alice, missionaria saveriana, brasiliana, lavora con le famiglie in difficoltà. La sua missione è ‘far uscire da quei ragazzi che incontra ogni giorno, senza voce, una bella musica’.
 
La musica ha accompagnato i momenti più belli della giornata; dai ritmi africani che hanno trascinato sulla pista giovani, anziani, bambini, consacrati, laici, in un lieto girotondo, ai struggenti canti d’offertorio e di comunione.
Sembravano riecheggiare tra i luminosi spazi della Parrocchia le parole del Papa; ‘Per favore, non lasciatevi rubare la speranza‘. ‘Non siate mai uomini, donne tristi; un cristiano non può mai esserlo. La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù”.
 
Ha detto suor Alice: ‘La gioia l’abbiamo messa in un cassetto e ne abbiamo persa la chiave’. Ma camminando insieme, come in questo Meeting, si può riuscire a ritrovarla.
 
 
Anna Martino