Don Paolo e Don Franco ricordano il Card. Tonini
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 27/2014
Don Paolo Pasini e don Franco Musa sono stati i primi due sacerdoti ordinati dall’arcivescovo Ersilio Tonini. Un rapporto importante il loro che Don Paolo ha poi avuto occasione di rinnovare in modo stretto all’interno dell’Opera, una volta divenutone direttore. Tonini volle la riapertura del Seminario nei primi anni ’70.
‘L’arcivescovo veniva quasi tutti i giorni a pranzo o cena in seminario. Eravamo in sette, con don Sandro Giansanti, rettore e parroco a S. Biagio, e don Francesco Marzocchi vice rettore. Proprio l’arcivescovo volle per noi due teologi da Bologna, due domenicani. E lui ci insegnava filosofia. Ricordo che in tutte le omelie e i discorsi, più o meno finiva su tematiche filosofiche. Sul valore della vita, della legge naturale ‘ Aveva un’attenzione speciale sulla legge naturale che fonda la morale, anche perché leggendo i principali quotidiani europei era attento alla bioetica e agli sviluppi che questa aveva proprio in quegli anni’.
La sua attenzione ai mass media ‘
Era attento alle capacità e all’importanza delle comunicazioni sociali, cui dedicava tanto tempo ed energia.
Ma per voi seminaristi, quali erano le sue preoccupazioni maggiori?
Che ci sentissimo chiamati da Dio personalmente; che sentissimo di trovarci costantemente all’interno di questo progetto speciale che Dio ha per ciascuno di noi. Dovevamo percepire questo nostro dialogo speciale con Gesù.
Del giorno dell’ordinazione cosa ricorda?
C’era intorno tanto entusiasmo da parte sua e dei fedeli. Un grande entusiasmo e la sensazione di un grande clima di rinnovamento. E questo lo abbiamo sentito indubbiamente anche negli anni a seguire in cui, all’inizio del nostro cammino sacerdotale, siamo stati segnati da questa traccia che lui ci aveva dato.
Poi, l’ha ritrovato all’Opera?
Si, quando io sono stato fatto direttore me lo sono ritrovato in famiglia e lui ricordava sempre che ero il primo sacerdote che aveva ordinato. E di Santa Teresa ne parlava in maniera a volte esagerata. Ne aveva una stima totale, dell”opera come delle suore, come di don Matteo. Negli ultimi due anni circa, gli ho fatto anche da segretario tenendo i rapporti con chi lo cercava e lo chiamava. Tenendo la corrispondenza con il mondo. E non è un eufemismo.
Com’era il cardinale Tonini?
Io ricordo il grande entusiasmo con cui incontrava i giovani; con cui li accoglieva all’Opera. Tutti avevano un effetto particolare su di lui. Tonini era un uomo sempre di grande entusiasmo e sorriso. E anche negli ultimi tempi manifestava questa forza e la sapeva tirar fuori anche se in ultimo era ormai agli estremi delle forze.
Dopo un anno dalla morte ‘
Tonini resta una figura carismatica e amatissima, stimatissima. Dai più bassi ai più alti, dalla gente comune agli intellettuali. I funerali ne furono testimonianza di questa sua notorietà e stima pressoché unanime.
A cura di Giulio Donati