Diocesi in cammino

Diocesi in cammino Dal “RisVeglio Duemila” N. 29/2017     

“Generare alla vita, educare alla fede”. Sarà il tema ma soprattutto la missione della nostra diocesi nel prossimo anno pastorale, che non smetterà quindi di parlare di famiglia ma inizierà a guardare al sinodo dei giovani del 2018. Il tema è stato annunciato sabato sera, al termine dell’ormai tradizionale pellegrinaggio dal Duomo alla basilica di Classe con le reliquie di Sant’Apollinare, che quest’anno ha avuto un carattere ancor più missionario, con la lettura di brani dell’Evangelii Gaudium lungo il cammino e l’affidamento della diocesi (in Duomo) al Patrono e a San Guido Maria Conforti, il primo e l’ultimo vescovo ad essere stati canonizzati. L’esempio del primo martire del nostro territorio e del vescovo che, senza partire concretamente per la missione, è stato il fondatore di un’esperienza missionaria mondiale come quella dei Saveriani, ha detto l’arcivescovo Lorenzo all’inizio del pellegrinaggio, possono darci la forza “di annunciare il Vangelo nelle nostre terre”. Ma anche, per riprendere i brani scelti dell’Evangelii Gaudium che sono stati letti nel corso del cammino della diocesi, “di rinnovare il nostro annuncio”, di “uscire dalle comodità per andare alle periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo”, di “aprire le porte di tutte le nostre Chiese”, “essere sale e luce del mondo”. Una chiesa, quindi, sempre più in uscita verso le fragilità e le necessità degli uomini e le donne di oggi. Ma il contenuto, specifico, della missione del prossimo anno pastorale, l’ha esplicitato l’arcivescovo di fronte alle autorità nella Messa del 23 luglio in Cattedrale. Ed è innanzitutto (come potete leggere nel testo dell’omelia che pubblichiamo qui a fianco e a pagina 3), far riscoprire una cultura diversa dell’essere padri e madri e anche figli di cui è permeata la Bibbia con i sui racconti di famiglie e di generazioni, per affrontare l’inverno demografico che mina la nostra società. I danni dell’inverno demografico sono evidenti, ha elencato monsignor Ghizzoni: in una società con sempre più persone in età matura, sarà necessario usare molte più risorse per le pensioni e per la sanità; mentre il potenziale produttivo sarà sempre più debole. Ma “il problema non è solo economico o giuridico, è anche culturale ed esistenziale – chiarisce l’arcivescovo –. Ed è su questo aspetto che noi cristiani possiamo dare un contributo specifico”. Come? Ridando speranza di fronte alle tante paure che impediscono alle coppie di mettere al mondo del figli (la precarietà, l’ansia di non riuscire a dare loro un futuro o di non avere la capacità di educarli); ribadendo che i figli, tutti, “sono un dono di Dio”, come dice il salmo 127 e molti racconti della Bibbia, unici e sorprendenti nella loro originalità, “benedizione e presenza di Dio nella vita” e che senza di loro “non c’è casa, non c’è famiglia, non si edifica la città”. Occorre dirlo a una società che rischia di pretenderli i figli più che di attenderli, che troppo spesso arriva a “scartarli” se non si inseriscono in una programmazione di vita che mette al primo posto lavoro e realizzazione personale e che ha ormai completamente eliminato Dio dall’orizzonte della dalla creazione delle vita, in una l’idea di procreazione che rischia di diventare onnipotente e che invece si allontana sempre più dalla Fonte della vita umana. In questo contesto, dunque, servono sì, sia a livello nazionale che locale, politiche che favoriscano la natalità e la famiglia (su questo lavorerà il futuro tavolo sulla natalità alla quale parteciperanno anche associazioni famigliari di ispirazione cristiana), ma soprattutto serve una cultura e quindi un’educazione del generare alla vita, e alla fede. La diocesi è in cammino con Sant’Apollinare, per annunciare a tutti questi valori che partono dal Vangelo. A Ravenna, e anche nella nostra missione diocesana di Carabayllo, per la quale partiranno nei mossimi mesi altri due volontari, Pino Farinelli e Teresa Pasi che domenica in occasione della festa del Patrono, hanno ricevuto il mandato missionario dall’arcivescovo, che a sua volta, in questi giorni sta visitando la missione. “Guida i loro passi – ha pregato monsignor Ghizzoni –, sostienili con la tua Grazia, nelle loro parole risuoni la voce di Cristo, riempi i loro cuori di Spirito Santo perché conducano a te una moltitudine di figli”. La missione non ha davvero confini. Come insegna San Paolo.
 Daniela Verlicchi