
Da Benedetto a Francesco. La chiesa cammina nella storia
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 12/2013
Ora abbiamo un nuovo Papa, chiamato-convocato, per volere dello Spirito Santo, “quasi dalla fine del mondo”, con un nome tanto significativo, quanto importante, considerati i Santi che lo hanno portato, ad iniziare dal Poverello d’Assisi, San Francesco.
Che cosa chiediamo al nuovo Papa? Ciò che si sentì dire un giorno Francesco alla Porziuncola: ‘Vai e ripara la mia Casa (vale a dire la mia Chiesa)’.
Abbiamo iniziato il Terzo Millennio con la purificazione della Memoria, voluta da Giovanni Paolo II, per iniziare un cammino finalmente liberi dal peso dei peccati dei secoli precedenti, un’intuizione geniale, segno d’Intelligenza e Libertà di Spirito, come conviene ad un autentico Credente.
Questo gesto di Libertà, ossia la richiesta di Perdono per i peccati commessi dai Figli della Chiesa lungo la Storia, venne interpretato come un atto di colpevolezza assoluta per il male compiuto e presente nel mondo. Tant’è che quasi tutti si son presentati a chiedere il conto, ossia le pubbliche scuse. A ciò si è aggiunto il grave scandalo della pedofilia che, al di là dei casi limitati, ma vergognosamente e colpevolmente gonfiati dalla stampa internazionale, ha minato gravemente la credibilità della Chiesa, soprattutto nella sua componente gerarchica, sfiorando persino Papa Benedetto XVI. E’ stata necessaria tutta la sua fermezza e lungimiranza, per prendere di petto la situazione chiedendo, ad intra, tolleranza zero su casi del genere e, ad extra, perdono personale alle vittime (e ai loro parenti) coinvolte. Unico caso della Storia: non esiste, infatti, presidente di stato o di qualsiasi ente bancario o direttore di filiale, preside di scuola o dirigente d’azienda, che si sia assunto la responsabilità degli errori personali e dei propri dipendenti o abbia chiesto pubblicamente e direttamente scusa. Ciò non ha evitato, però, la gravissima perdita di affidabilità della Chiesa, al punto che oggi farne parte, non solo non è motivo di vanto, anzi è triste e umiliante motivo di derisione e compatimento. Per molte persone comuni la Chiesa è come ‘fumo negli occhi’ e, in pratica, come sciagurata conseguenza, si è molto più (ahinoi!) tolleranti e aperti nei confronti di ogni altra ‘religione’ o confessione, che non nei confronti della bimillenaria Chiesa Cattolica. Questa è l’aria che quotidianamente si respira, senza fare del vittimismo, né soffrire complessi di persecuzione.
‘Ripara la mia Chiesa’: in che senso? Spetta ora a Papa Francesco l’arduo compito di farci superare il complesso capitolo legato agli scandali e soprattutto a ridarci ‘la gioiosa fierezza di dirci ed essere autenticamente cristiani’: Figli amatissimi della Chiesa, che è per Noi Tutti propriamente Madre e Padre.
Attraverso la purificazione della Memoria siamo già passati, le nostre colpe sono già state manifestate e pubblicamente ammesse, come pure ‘salatamente’ pagate. Ora si tratta di ri-alzare il capo e ri-partire dall’oggettività dei fatti. Ogni anno, nel mondo, centinaia di Cristiani sono uccisi in nome della Fede professata in Gesù, ma di questo nessuno chiede scusa e tanti media non ne danno nemmeno doverosa notizia. L’opera caritativa dei Cristiani è (in ogni dove) rivolta a tutti, credenti e non; è spesso gratuita e professionalmente valida, pur non riscontrando la stessa eco di una qualsiasi associazione-onlus di qualsivoglia natura e finalità (non di rado statutariamente ambigue). Le Parrocchie, anche le più piccole, nel mondo, sono autentici punti di riferimento e ad esse guardano coloro che si ritrovano soli e disorientati, quasi fossero l’ultima e l’unica àncora di speranza cui aggrapparsi nella loro vita. Si potrebbe continuare… non è questione di ostentare la propria bravura, né di pubblicizzare le proprie opere buone od ostentare vanitosamente dei meriti. Si tratta di rammentare, specialmente, a chi non crede, che la Chiesa è molto più grande e non riducibile ai suoi singoli membri, che peccano, sbagliano e invitare i Credenti (quelli veri!) non solo a non vergognarsi, ma a ri-scoprire la bellezza di appartenere alla ‘Sposa Bella’, come la definisce mirabilmente Dante Alighieri, di Cristo, Signore Nostro, Re dell’Universo.
A tal fine preghiamo per Papa Francesco, esaurendo con autentici sentimenti di Figli, la sua prima, accorata, richiesta.
Don Giovanni Desio ‘ Direttore ‘RisVeglio Duemila’
Immagine tratta dal sito www.newscattoliche.it