Corpus Domini 2011

Corpus Domini 2011

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 25/2011
 
Il Tuo Popolo in cammino
Dopo 1464 anni dalla sua consacrazione, avvenuta nel 547 da parte dell’arcivescovo Massimiano, la basilica di San Vitale, nella serata di giovedì 23 giugno 2011 ‘ in occasione della S. Messa e Processione del Corpus Domini ‘ ha vissuto un momento altrettanto vivo e perfettamente in simbiosi con quanto, da allora, ormai quindici secoli, questo scrigno di bellezza addita al mondo, che cioè il Signore è venuto in mezzo a noi per renderci Sua stabile e perenne dimora. Una realtà travolgente, più fulgida dello stesso sfavillio delle tessere musive incastonate sulla volta absidale. Con essa infatti l’uomo di fede si pone sulla corsia preferenziale, quella che trasforma le singole unità in un solo pane che sazia, un solo calice che disseta, un solo popolo in cammino verso orizzonti aperti, limpidi, illimitati, in grado di non escludere nessuno dall’amore del Padre, neppure il figlio che ha sperperato tutto, persino la propria dignità di persona. 
E’ stata una celebrazione di gioia spirituale, intensa, partecipata, durante la quale le molteplici energie che compongono il mosaico della Comunità Diocesana di Ravenna e Cervia si sono espresse in una vigorosa preghiera di ringraziamento al Signore per i doni dell’Eucaristia e del Sacerdozio, profondamente unite al proprio arcivescovo Mons. Giuseppe Verucchi e ai numerosi presbiteri presenti. Una preghiera che non è rimasta incapsulata all’interno della basilica, ma si è poi trasferita e ha risuonato in modo itinerante lungo le vie della città con la processione del Corpus Domini. Al termine della Santa Messa Pontificale infatti l’assemblea, rinvigorita dai contenuti della Sacra Scrittura che richiamava il valore del pane durante la prova dei quarant’anni passati nel deserto, del pane come comunione e come Vita discesa dal cielo, si è messa in cammino verso la Cattedrale.
Dietro la croce, seguita dai rappresentanti delle Associazioni, da oltre cinquanta sacerdoti, dall’Arcivescovo che innalzava l’ostensorio con il santissimo Sacramento, cuore pulsante dell’appuntamento diocesano, e da tutti i fedeli, si è snodato un itinerario ed una testimonianza di fede quasi ormai inconsueti per il centro viario della città.
Piccoli, grandi, giovani, adulti, anziani, in un unico corpo, insieme hanno occupato in modo alternativo, anche se per breve tempo, degli spazi che di norma non vengono coinvolti dalle varie forme con cui la preghiera si esprime: il canto, la declamazione e la meditazione. E’ stata una ulteriore conferma che il germe spirituale della nostra comunità diocesana di Ravenna e Cervia non si è spento.
Passo dopo passo le riflessioni, che l’Arcivescovo aveva messo in luce nell’omelia in merito alle odierne prove di fame e sete che permeano e contraddistinguano la nostra società – la dignità della persona, la richiesta di lavoro, una degna abitazione, la solidarietà, la giustizia, la fraternità, la vita interiore – risuonavano nelle nostre menti come una richiesta di assunzione di impegno. Le tentazioni, i serpenti e gli scorpioni del deserto, ribadiva il nostro Pastore, sono ancora presenti nella vita quotidiana di tutti i giorni. Esse però possono essere superate con l’accoglienza di un grande amore, quello di Cristo. Chi accoglie Gesù ha la vita eterna e non la sete, la fame, la morte.
Giunti sulla soglia della Cattedrale tutti potevano riscontrare che i volti, con i quali insieme ed accanto avevamo compiuto il tragitto, avevano impressa l’immagine del sorriso interiore. Nonostante la giornata fosse stata impegnata nel lavoro, si percepiva infatti che la loro partecipazione a questo momento ecclesiale di comunione diocesana non era stata considerata vana. La festività del Corpus Domini, del corpo e sangue del Signore, rimane ed è sempre un segno corale della vitalità dello Spirito del Padre, anche lungo tutto il cammino processionale. In essa, ed è inevitabile, si innestano ovunque preziosi contributi di testimonianza. Indelebile, tra le tante che ognuno di noi porterà nel proprio cuore, rimarrà la figura della mamma che accompagnava in braccio la propria bimba, Caterina di sei anni, la più piccola, ormai appisolata sulla sua spalla data l’ora tarda. 
All’interno del Duomo, la Cattedrale della Risurrezione, dopo la benedizione conclusiva del celebrante, l’assemblea liturgica ha infine riservato un calorosissimo abbraccio al proprio Pastore nel ricordo del suo 50° anniversario di ordinazione sacerdotale. Una ricorrenza che ha indotto Mons. Verucchi ad esprimersi con una inaspettata e genuina apertura del proprio cuore.
Cinquant’anni spesi, dopo il ‘SI’ pronunciato il 29 giugno del 1961 nel piccolo santuario di Fontana Fredda a Miceno (Mo), accompagnato dalla piena disponibilità ad essere per tutti i fratelli la corsia preferenziale di contatto con Colui che in questi anni è stato, senza ombra di dubbio, il suo parlare, il suo agire, il suo tutto, non è una realtà di fede di poco spessore. E’ un percorso di vita che è germogliato, diceva, all’età di undici anni avendo come riferimento i sacerdoti salesiani e la figura di Padre Damiano, l’amico dei lebbrosi. Un habitat che lo ha portato, dopo fasi e scelte successive, a non ripetere solamente i gesti, ma a prolungare la vita di Gesù con la consapevolezza di possedere due gioielli di inestimabile valore: l’Eucaristia e il Sacerdozio ministeriale. Un dono che tutti noi, la comunità civile di Ravenna, attraverso le espressioni toccanti del sindaco Fabrizio Matteucci, la comunità diocesana, con il grazie del Vice Presidente del Consiglio Pastorale Diocesano, e, da ultimo, il Seminario, al quale è stata posta una sostanziale attenzione, consegnata da Don Alberto Graziani nelle mani dell’Arcivescovo, possiamo ancora felicemente assaporare ed accogliere, augurando a Mons. Giuseppe Verucchi, con reciproco affetto, ‘la grazia di poter continuare a rimanere in comunione con Lui, dove, come e per il tempo che vorrà’.
Luigi Bressan
 
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