
Comunicato dell’Arcidiocesi
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 10/2013
In riferimento agli articoli comparsi la scorsa settimana circa un presunto ricatto ai danni di Mons. Giansandro Ravagna, sacerdote della Diocesi, si osserva quanto segue.
Il sacerdote conferma di aver dato più volte del denaro, anche alla persona arrestata, per fini caritativi.
Il sacerdote, altresì, spiega di essere stato costretto a denunciare la persona arrestata poiché le richieste di aiuto erano divenute ormai economicamente insostenibili e sempre più insistenti, fino al punto di sentirsi minacciato dalle pressioni psicologiche che, considerata la sua età e il suo stato di salute, non riusciva più a sopportare.
Di fronte all’ennesima richiesta ha ritenuto di rivolgersi alle forze dell’ordine per porre fine alla grave situazione.
L’iniziativa è stata del tutto personale, senza aver preventivamente avvisato l’Arcivescovo né i sacerdoti della Curia.
Dispiace in modo particolare se, una vicenda in cui un sacerdote è vittima, venga utilizzata in modo strumentale per screditare la vita della Chiesa e, in modo particolare, il suo generoso servizio ai fedeli.