C’è un tempo per’ cambiare
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 21/2011
Sì, la gente è stufa. Ed è per questo che alla P di politica sempre più si associa la P di protesta, piuttosto che la P di proposta.
Non è un caso che alle elezioni in giro per l’Italia ampi consensi li abbiano registrati i movimenti e le forze politiche più radicali e fuori dagli schieramenti.
La gente si è stancata delle vuote polemiche e delle false risse volte a nascondere i problemi reali e utili solo a salvaguardare le posizioni di pochi o a garantire alcuni privilegi.
C’è richiesta di eticità nella politica che significa avere progetti, soluzioni concrete, buon senso, prospettive, senso del bene comune.
E’ ovvio che i problemi non si risolvono con la bacchetta magica o facili formule. Ma è altrettanto vero che se non ci si pone obbiettivi seri e non si mettono persone che svolgono con coscienza, competenza e serietà l’attività politica, ma anche quella di impiegati e funzionari della cosa pubblica, i problemi di vent’anni fa rimarranno gli stessi per altri vent’anni.
Ci vuole progettualità e impegno costante nel realizzare e dar corpo ai progetti, senza perdersi in vuote parole come ‘sinergia’, ‘eccellenze’, ‘volano’, ‘territorio’ o qualche termine inglese per meglio far del polverone, tanto in voga in molte conferenze e ‘tavoli’ programmatici che, a livello nazionale quanto a livello locale, aiutano qualcuno a dargli l’impressione di essere vivo.
Questo vale per chi governa e per chi fa opposizione; a livello nazionale come locale.
C’è un’Italia migliore di quella che appare sui giornali. C’è un’Italia che sta diventando impaziente e non vuole assistere inerte ad un mondo che va avanti e cresce da tutte le parti.
‘Per il futuro dell’Italia servono dialogo e fatti’ (Card. Bagnasco, Prolusione Cei 23.05.2011).
Enrico Maria Saviotti