C’è un tempo per’ benedire
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 5/2013
La vita di tutti i giorni può portare a inaridire il nostro cuore.
Recentemente in un’omelia ho sentito una frase che mi ha colpito: ‘Si può essere pieni di zelo per Dio, senza essere pieni di Dio’.
San Paolo al capitolo12 della lettera ai Romani ci insegna quali sono le caratteristiche della vita di fede cristiana e, quindi,quali sono le caratteristiche di una comunità pienamente cristiana.
Amarsi reciprocamente, gareggiare nello stimarsi a vicenda, essere zelanti e ferventi nello Spirito, lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti, premurosi, benedicenti”
L’indurimento del cuore porta a dimenticare o a nascondere molti di questi comportamenti.
Tra questi c’è un atteggiamento che mi pare fondamentale: benedire.
Benedire chi ci perseguita, apice della vita cristiana; ma anche benedire i nostri fratelli, chi incontriamo quotidianamente, chi vive con noi, chi si spende per noi.
Non è forse vero che quando chiediamo qualcosa al Nostro Padre Celeste, chiediamo per prima cosa una benedizione, soprattutto per chi amiamo?
Mi viene in mente tutto ciò perché una comunità che sa benedire è una comunità che automaticamente diventa migliore.
Mi viene in mente, in particolare, pensando a quelle figure di sacerdoti che abbiamo incontrato che ci hanno aiutato a crescere, ai quali abbiamo chiesto benedizioni e che meritano una benedizione, che è anche un ringraziamento.
La settimana scorsa è salito al Padre Celeste Don Giuseppe Senni, che ho avuto la fortuna di incontrare e che mi ha ricolmato di tanta stima e affetto; ormai è un anno che ricordiamo la scomparsa di Don Franco Colomba che ogni anno per l’onomastico e per il compleanno mi telefonava, puntuale come un orologio svizzero, per gli auguri.
Ma voglio ricordare anche il mio primo parroco, Don Stefano Castagnoli, stella polare per tanti, giovani e meno giovani, Don Francesco Marzocchi, icona della sapienza, Don Luigi Maretto che nei tanti anni di assistente nell’Azione Cattolica mi ha insegnato la differenza tra il momento della semina e quello del raccolto.
Ma anche Don Piergiorgio Montanari e Don Sergio Melandri che mi hanno accompagnato, in momenti molto diversi, per un tratto della vita, solo per ricordarne alcuni.
Mi sembra giusto ricordare tutti i sacerdoti della nostra chiesa ravennate: quelli più illustri, ma anche quelli che con la ‘bisaccia’ ricca dei loro doni si sono spesi per la nostra comunità.
Penso che benedire e benedirci faccia bene a tutti! E’ un affare di cuore.
Enrico Maria Saviotti