Cambio al vertice dell’Opera di Santa Teresa
Arcidiocesi Ravenna-Cervia
Ufficio Comunicazioni Sociali
Ravenna, 29 luglio 2014
Comunicato Stampa
Cambio al vertice dell’Opera di Santa Teresa. L’arcivescovo di Ravenna-Cervia, accolte le dimissioni di don Paolo Pasini e del direttore amministrativo Lorenzo Selmi, ha nominato don Alberto Camprini, parroco di Cannuzzo nuovo direttore della struttura. Al suo fianco, come coordinatore generale e vicedirettore, il diacono Luciano di Buò.
Come ha ricordato l’arcivescovo di Ravenna-Cervia nell’omelia pronunciata in occasione della festa di Sant’Apollinare “diversi problemi formali e pratici, giuridici e amministrativi, ci hanno occupati e preoccupati in questi ultimi tempi nelle vicende di Santa Teresa e anche grazie a don Paolo Pasini e ai suoi collaboratori è iniziata una svolta importante. La famiglia di Santa Teresa, infatti, da tempo è diventata grande, grandissima. E la crescita in quantità ci chiede ora un salto di qualità nell’ordinamento delle persone, dei compiti, dei servizi e nei rapporti con le realtà esterne, anche in vista dell’apertura ormai prossima della grande casa di Faenza”.
Per questo, in accordo con il consiglio episcopale e dopo alcuni incontri con il cda dell’Opera sulla situazione, l’arcivescovo ha accolto, non senza preoccupazione, le dimissioni di don Paolo Pasini e di Lorenzo Selmi che hanno motivato il loro gesto con la necessità di difendere il buon nome dell’Opera ed evitare qualsiasi risvolto negativo su di essa dalle indagini in corso. “Mentre rinnovo la mia fiducia nel loro operato e li ringrazio per l’impegno gravosissimo svolto con generosità e dedizione – ha commentato lo stesso Ghizzoni – chiedo a tutti di sostenere il cammino di quest’Opera che non è solo umana né solo nostra, ma frutto di ispirazione del Signore e della santità di don Lolli”.
Monsignor Ghizzoni ha quindi nominato don Alberto Camprini, 48 anni, parroco di Cannuzzo e di Mensa Matellica come nuovo direttore dell’Opera e il diacono Luciano di Buò, attualmente responsabile del settore Sicurezza Salute e Ambiente di una società del petrolchimico, come vicedirettore con funzione di coordinatore generale. Entrambi hanno accettato questo lunedì l’incarico confidando nell’aiuto di Dio e della nostra comunità ecclesiale.
Impegnativo il compito che li aspetta, tracciato per sommi capi nel corso dell’omelia di Sant’Apollinare dall’arcivescovo: “Dovremo continuare a cambiare l’ordine della vita interna e lo stile delle relazioni con gli ospiti e con chi viene in casa con tre compiti evangelicamente rilevanti: che i poveri e i malati continuino a essere accolti, amati, serviti come fossero il Signore “in persona”; che la dimensione caritativa continui ad essere al primo posto rispetto alle altre esigenze o iniziative e si possano accogliere e servire coloro che nessuno vuole o può aiutare; e che i volontari, credenti o non credenti, di Ravenna o di Faenza o di tutta la Romagna siano attirati a venire e poi educati a servire e amare gli ultimi con lo stile e il cuore di Gesù”.