Buon Natale 2012 – Gli Auguri del nostro Arcivescovo
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 47/2012
‘Vi annuncio una grande gioia’. Così l’angelo ai pastori.
I magi, vedendo la stella che li guidava verso la grotta di Betlemme, provarono una grandissima gioia.
1. Siamo ancora capaci di gioire?
Facciamo fatica. Tanta fatica a stupirci per le cose belle. Fatica a sperare. Fatica a trasmettere serenità e letizia, fiducia e ottimismo. Quando il cielo è pieno di nubi è difficile vedere il sole! Quando sulla nostra vita premono fatica e sofferenza, problemi e preoccupazioni è difficile sorridere! Come si fa a non capire la tristezza di un giovane che non trova lavoro? Di genitori che non riescono a dare un futuro ai loro figli? Di sposi che assistono al fallimento della loro speranza affettiva? Di famiglie con persone malate e sofferenti? Di persone sole? Di comunità ecclesiali assottigliate e smorte? Quando problemi che sentiamo più grandi di noi ci occupano la mente, come si fa a gioire?! Eppure motivi di gioia ce ne sono! Ma facciamo fatica a riconoscerli. Forse anche i mass-media non ci aiutano a gioire. Se le notizie sono prevalentemente negative, se i fatti raccontati parlano di stragi, morti, disonestà, crisi, prospettive nere’ come si fa a gioire?
Eppure l’Angelo continua a dirci ‘Vi annuncio una grande gioia!’ e i magi, guardando la stalla, provarono una grandissima gioia. Come mai questo annuncio e questa esperienza di gioia? Da dove viene?
2. Accogliamo l’avvenimento che ci porta la gioia.
Abbiamo bisogno di nutrire la speranza, di alimentare la fiducia, di trovare motivi forti per aprire il cuore alla gioia. Ed è possibile! È possibile perché è capitato, in un momento preciso della storia e in un luogo ben identificabile, un AVVENIMENTO decisivo per ogni persona e per il mondo intero! Dio si è rivelato e si è donato a noi. Il Figlio di Dio si è incarnato ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. È nato a Betlemme. È vissuto in Terra santa. È morto ed è risorto. Ha donato la sua vita per noi. Tutto questo perché potessimo accoglierlo e vivere una vita nuova. Chiediamoci: perché è venuto? Per quali scopi il Figlio di Dio si è incarnato?
a) È venuto per LIBERARCI. Per liberarci dall’insipienza, dall’egoismo, dalla menzogna, dall’odio, dalla cattiveria, dal male. È venuto per liberarci dal peccato e dalla disperazione eterna. È già venuto! E viene! E lo possiamo incontrare nella preghiera, nella Chiesa che celebra i Sacramenti e vive l’amore e il servizio. Possiamo accogliere il Signore e continuare o iniziare, con Gesù, un cammino di progressiva liberazione da tutto ciò che è male.
b) È venuto per rendere più bello ogni dono umano. Cristo non ci toglie niente di ciò che è umano.! Anzi rende più bella la nostra umanità. La purifica, la libera dalle storture, la potenzia e la rende più splendente. In Teresa di Calcutta ha reso più forte l’amore agli ultimi; in S. Francesco d’Assisi ha fatto risplendere l’umiltà, la semplicità, la letizia, l’amore alle creature; in S. Giovanni Bosco ha amplificato la missione educativa e l’amore ai giovani. Se accogliamo il Signore e i suoi doni (Parola, Grazia, Spirto Santo), anche in noi la verità sarà più autentica, la sincerità più genuina la speranza più tenace, l’onestà più splendente, l’amore più grande e fedele. Ogni valore umano potrà crescere.
c) Si è fatto uomo per renderci divini. Il figlio di Dio si è fatto uomo perché noi potessimo diventare partecipi della Vita Divina. Siamo davanti ad una prospettiva umanamente impensabile e impossibile. Ma Dio, per l’amore che nutre verso l’umanità, l’ha pensata e realizzata. E la realizza ogni giorno. Se Lo accogliamo, questo avvenimento può incidere anche nella nostra vita e trasformarla. E renderci figli di Dio. Aprirci, qui e ora, la strada per vivere in unione al Signore e, nell’aldilà, vivere per sempre nella gioia della comunione con Lui, in Paradiso.
3) È possibile gioire.
Davanti al Bambino di Betlemme possiamo ritrovare lo stupore, la forza di meravigliarci, la gioia di ringraziare. Pensiamo a quel Bambino.
È venuto per liberarci, renderci più umani, divinizzarci.
È venuto per rendere più bella e più ricca di amore la nostra vita qui e ora.
È venuto per aprire a tutti la porta del Paradiso.
Se lo vogliamo! Se vogliamo però che queste meraviglie entrino nella nostra vita e nella nostra famiglia, nella comunità ecclesiale e nella società, LO DOBBIAMO ACCOGLIERE.
Dove? Nella Chiesa che si raduna, che prega, che ascolta la Parola, che celebra i sacramenti, specialmente l’Eucaristia e che vive la carità e la fraternità’ lì è presente il Signore. E Gesù morto e risorto non vede l’ora che noi Lo accogliamo! Egli desidera e vuole che noi siamo sempre più liberi dal male, più ricchi di valori umani, più partecipi della Vita Divina.
È possibile ritrovare lo stupore, la serenità, la speranza, la capacità di gioire.
Davanti alla culla di Betlemme. Davanti al Crocifisso.
Attorno all’altare nella celebrazione Eucaristica. In una vita di fede e di amore.
A tutti auguro un Santo Natale!
X Giuseppe Verucchi