Alla scoperta dell’Amore di Dio

Alla scoperta dell’Amore di Dio Dal “RisVeglio Duemila” N. 13/2017 

Pasqua è “fonte e culmine” della vita di fede dei cristiani, al contempo l’origine e il punto più alto della vita di fede e “di un percorso di conversione che ogni anno iniziano con la Quaresima, e che ha l’obiettivo di riscoprire l’amore di Dio nella nostra vita”. Siamo alla vigilia della settimana più intensa dell’anno liturgico, nella quale faremo memoria degli ultimi momenti sulla terra di Gesù e della sua Resurrezione. Giorni che, se vissuti bene, possono trasformare la nostra vita e la vita di fede. L’invito, del direttore dell’Ufficio Liturgico don Vincenzo Cetrangolo è a non ascoltare solo le parola ma a “fare esperienza” del carico di senso che le celebrazioni della Settimana Santa: “L’unico modo per entrare nel Mistero è vivere queste celebrazioni. Entriamo con il Signore nell’orto degli Ulivi, saliamo con Lui sul Golgota, meditiamo di fronte al sepolcro, con Lui risorgiamo. Lasciamoci guidare dal Signore entrando nel Suo amore attraverso l’azione liturgica”. Le occasioni saranno tante durante la settimana Santa. Occasioni che i ravennati in genere riescono a cogliere? “La solenne Veglia Pasquale mantiene il centro delle celebrazioni sia per i ravennati che per i turisti. Negli altri momenti, probabilmente anche per colpa degli orari la partecipazione è minore. C’è senso di maggiore riverenza per celebrazione del Venerdì santo nella quale si vive il mistero della sofferenza proprio dove viene vissuto, nelle case e nelle strade”. Quanta attualità c’è oggi nella celebrazione delle liturgie di Pasqua: “Il Signore scende nelle nostre piaghe, nelle famiglie ferite, nel fallimento dei nostri tradimenti, nelle vite di chi ha perso il lavoro, nei tanti palliativi o dipendenze con i quali si cerca di andare avanti in una vita che troppo spesso è dura. Sono realtà silenziose ma che urlano la sua presenza e l’incontro con il nostro Salvatore”. Le celebrazioni della settimana Santa in diocesi iniziano, di fatto, con la Messa del Crisma, anticipata (per permettere una maggior partecipazione da parte dei fedeli laici) al mercoledì sera, alle 18.30 in Cattedrale. Quest’anno, tra l’altro, questo momento si arricchirà grazie all’utilizzo e alla presentazione delle nuove anfore per gli olii santi. “È il momento – spiega don Cetrangolo – nel quale la diocesi, raccolta attorno al vescovo vive alcuni momenti con gestualità diverse e colme di significato: ad esempio la benedizione dei olii, che poi saranno utilizzati per tutto l’anno liturgico per i Battesimi e le Cresime, ma anche il rinnovo delle promesse sacerdotali”.Poi c’è la Messa in Coena Domini del giovedì santo, “che parla, con a ‘lavanda dei piedi’ dell’amore e del servizio del quale Gesù è esempio e che ci raccomanda nella vita di tutti i giorni, e che si conclude con la processione verso l’’altare della Reposizione’ e con un tempo di meditazione personale: si ricorda quando Gesù è nell’orto degli Ulivi, e chiede ai discepoli di pregare con lui”. Ancora, nella Passio del venerdì Santo, primo giorno dell’anno liturgico nel quale la Chiesa non celebra l’Eucaristia, l’altare è spogliato e si medita sul mistero della sofferenza e della morte di Cristo. “Ma poi arriva sempre la grande Veglia di Pasqua, un tutt’uno con la Messa, che ripercorre la storia della salvezza, dalla Creazione al peccato, dalle Leggi alla Risurrezione. La chiesa ad un certo punto si illumina, si canta il Gloria dopo 40 giorni, e l’Alleluja”. È l’immagine di un amore, quello di Cristo per l’umanità, che riesce a sconfiggere la morte e a raggiungere tutti.