14 Marzo 2013

Alla scoperta della nostra fede: l’Arcivescovo incontra i genitori dei cresimandi

Alla scoperta della nostra fede: l’Arcivescovo incontra i genitori dei cresimandi
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 10/2013
 
Domenica 10 marzo si è tenuto presso la Parrocchia dei Santi Simone e Giuda in Ravenna l’incontro diocesano dei cresimandi.
Momento da tutti atteso è stato l’incontro di Mons. Lorenzo Ghizzoni con i genitori dei ragazzi tenutosi nel pomeriggio.
L’incontro si è snodato partendo dalla parabola del figliol prodigo , tema conduttore di questa preparazione alla Santa Cresima.
Quattro sono state le domande a lui poste da altrettante catechiste sulle problematiche che la parabola tratta, collegate ad altrettanti presumibili dubbi che un genitore di un adolescente si pone nel rapporto educativo con il proprio figlio.
Rispondendo loro, il vescovo ha dato chiari consigli ai genitori, impegnandosi in una lectio divina ricca di spunti pedagogici e psicologici.
Prima di rispondere ha specificato che la parabola non è allegorica.
La prima domanda è stata anche la più esaustiva della tematica di fondo.
La catechista si è focalizzata sull’arroganza di questo figlio e sul fatto che il padre, pur conoscendone l’immaturità, non gli ha detto di no.
Noi come possiamo rispondere ai nostri figli?
Mons. Ghizzoni ha compiuto il parallelismo tra qesta parte della parabola e il racconto della creazione nella Genesi dove Dio dà tutto il creato all’uomo ma gli dà soprattutto la libertà.
Ecco il tema importante: perché l’amore sia autentico non deve essere costretto.
Solo così sarà vero.
Il figlio minore di cui parla la parabola non è un adolescente perché gli spetta una parte dell’eredità: in esso c’è l’uomo che vuole usare la sua libertà in maniera assolutamente autonoma.
Vuole cercare la sua felicità egocentrica.
C’è un’immagine di oggi qui:l’uomo ha usato tragicamente la sua libertà che si è rivelata debole, facilmente ingannabile nell’indicare solo una felicità immediata, un potere del piacere.
Alla domanda: cosa rispondere ai figli quando fanno domande immature Mons. Ghizzoni risponde: quando la domanda viene dai loro bisogni, occorre valutarne la richiesta: sta seguendo solo un suo bisogno egoistico di soddisfacimento immediato o la sua richiesta può andare incontro anche ai bisogni degli altri ?
Il consiglio è di introdurlo alla capacità di giudicare qual è il bene per lui.
L’amore per i figli non deve essere cieco: educare a detestare il male e ad attaccarsi al bene. Aiutiamoli a ragionare sulle scelte.
Non bisogna avere paura di punire per non subire un ricatto affettivo perché è vero il contrario: il figlio che vede un genitore debole se ne distacca non  rispettandolo più.
Il figliol prodigo non ha fatto esperienza della rinuncia, che è esperienza fondamentale di crescita.
I no detti ai figli devono essere accompagnati però da dei sì, che sono proposte di valori: di astinenza non si muore ,di dipendenza sì.
Nella parabola il padre perdona il figlio ma il perdono deve essere fatto con amore maturo cioè un amore che sa dire la verità .
L’aiuto è nel cammino di fede fatto in una comunità cristiana .
E’con un cammino di fede lento e lungo e con il dono dello Spirito Santo che gli Apostoli hanno potuto continuare l’opera di Gesù.
I ragazzi che riceveranno la Santa Cresima non agiranno da soli, ma con i doni dello Spirito Santo: permettiamo che agisca in loro.
Facciamo loro continuare questo cammino all’interno della comunità, che ci permetta un’illuminazione reciproca: questa è la forma più importante di crescita che possiamo offrire ai nostri figli.
Rossella Bassi