Dal “RisVeglio Duemila” N. 34/2015
La testimonianza a Ravenna del vicario apostolico di Aleppo
“La condizione dei cristiani in Siria ed il martirio della città di Aleppo” è stato il titolo dell’incontro svoltosi venerdì 11 settembre presso la Sala Don Minzoni del Seminario Arcivescovile di Ravenna. La serata, patrocinata dalla Scuola di Formazione Teologica “San Pier Crisologo” di Ravenna, ha avuto relatore mons. Georges Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo, ed è stata organizzata con il contributo della parrocchia ravennate di San Biagio, del Circolo “J. H. Newman” di Lugo, del Centro Studi “Caritas in Veritate” di Ravenna, del Centro Culturale “Il Seme” di Piangipane, nonché del sito maipiucristianofobia.org
A sua volta l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Lorenzo Ghizzoni, ha mostrato grande solidarietà, partecipando attivamente e formulando l’intervento di saluto e la riflessione conclusiva.
Nella sala gremitissima, il vicario apostolico ha testimoniato la tragica condizione della Siria che, sino a pochi anni fa, era un esempio di pacifica convivenza, nonostante la sua complessità etnico-religiosa.
C’è chi rimprovera al governo locale di non avere livelli di democrazia simili a quelli occidentali, ma in realtà sono state fatte recentemente molte riforme e comunque nulla può giustificare l’esplosione di violenza in atto.
Inoltre, la secolare convivenza con i cristiani ha generato buoni rapporti con la popolazione musulmana e contribuito ad una concezione dell’Islam più moderata rispetto a quella di altri Paesi arabi. Si pensi che, dopo l’uccisione del figlio per mano di un terrorista, il locale Gran Mufti ha espresso parole di perdono verso l’assassino. Questo è molto significativo, perché il perdono verso i nemici è tipicamente cristiano, mentre nell’Islam è spesso visto come un segno di debolezza.
Attualmente il Paese è devastato da gruppi – per lo più formati da combattenti stranieri – che si contrappongono alle forze governative, cercando di imporre la legge islamica.
La responsabilità di questo dramma ricade anche su numerose potenze estere la cui azione, ostile alla pace, favorisce l’Isis e altre formazioni terroriste.
Questa considerazione vale anche per l’embargo economico che molti Stati occidentali attuano contro la Siria e che impedisce persino la fornitura di medicinali agli ospedali. Viene giustificato con la volontà di favorire l’insediamento di un governo più democratico, ma si tratta di una scusa che cela interessi di ben altra natura. In ogni caso oggi non c’è alternativa al governo attuale, salvo consegnare la Siria in mano ai tagliagola dell’Isis.
Come buona parte del Paese, pure Aleppo soffre l’attacco armato degli islamisti. Questa città, dall’importante presenza cristiana, era il centro industriale della Siria e la sua popolazione, di quattro milioni di abitanti, si è ora dimezzata. I cosiddetti ribelli l’hanno infatti stretta sotto assedio, tant’è che manca acqua, energia elettrica e molte zone sono state distrutte dai bombardamenti, comprese numerose chiese.
Sacerdoti, religiose e religiosi cristiani sono però rimasti nella città al fianco di tutta la popolazione, per assisterla con la distribuzione di pasti, il ricovero degli sfollati, la cura degli ammalati e il rifornimento di acqua prelevata dai pozzi dei conventi.
Come porre fine a tutto questo male? Secondo Mons. Abou Khazen, oltre alla revoca dell’embargo economico, è necessario bloccare la vendita delle armi ai contendenti per costringerli al dialogo, nonché impedire la speculazione di coloro che acquistano clandestinamente il petrolio ed i reperti archeologici frutto dei saccheggi degli aggressori. Solo così la situazione si normalizzerebbe e cesserebbe l’emigrazione all’estero di molti cittadini che, terrorizzati, svendono tutti i loro beni.
La serata – di cui si è qui fatta una sintesi solo parziale – si è conclusa sottolineando la vicinanza mostrata dal Santo Padre alla popolazione sofferente e con la proposta di creare rapporti tra parrocchie di Ravenna e di Aleppo, nonché momenti di preghiera comune.
Gian Paolo Babini