Addio al diacono Mario Cortesi: “Portava a Dio, anche a spalla”

Addio al diacono Mario Cortesi: “Portava a Dio, anche a spalla”

Dal “RisVeglio Duemila” N. 32/2017

La sua parrocchia, del Santissimo Redentore ha salutato per l’ultima volta il diacono permanente Mario Cortesi, scomparso domenica 3 settembre nella sua casa. I funerali sono stati celebrati nella chiesa di via Enrico Fermi da monsignor Lorenzo Ghizzoni insieme al parroco don Alberto Brunelli.
Mario Cortesi aveva ottantanove anni ed è stato uno dei primi diaconi permanenti ordinati da monsignor Ersilio Tonini il 16 aprile del 1981, insieme a Vittorio Morini, Giuliano Baccarini e Piero Zornetta. Ha prestato il suo servizio da diacono, nella parrocchia di San Biagio, poi alla chiesa del cimitero di Ravenna, in seguito ha aiutato i parroci che si sono succeduti alla guida della parrocchia del Redentore. Solo negli ultimi anni, a causa dell’aggravarsi dei problemi di salute, aveva interrotto il suo servizio. “Insieme a me a mia madre Marisa – ricorda la figlia Lucia – Mario ha formato una vera comunione spirituale che ha arricchito tutta la famiglia. Finché ha potuto, è stato a servizio non solo della comunità parrocchiale, ma anche di tanti anziani, ad esempio portando loro la Comunione all’interno di alcune case di riposo”.

“Mario aveva una fede genuina e il cuore di un fanciullo – ricorda, commosso, Vittorio Morini –. La sua preghiera era intensa, ed era una continua lode al Signore per tutto quanto egli viveva. Non a caso aveva scelto come suo protettore San Francesco, che esprime perfettamente questa lode a Dio nel Cantico delle creature”.
Oltre a ringraziare Dio, continuamente, Mario Cortesi sapeva anche servirlo, facendosi egli stesso servo per gli altri, in particolare per i malati. “Ricordo che andava nelle case delle persone malate e/o disabili – continua Morini –, spesso se le caricava sulle spalle, le portava nella sua auto e le conduceva sino in chiesa, per farle partecipare alla Santa Messa. Un esempio di diaconia straordinario”. Anche don Fulvio Bresciani, che ebbe come aiuto Cortesi negli anni in cui era parroco del Redentore, lo ricorda con affetto: “Aveva una fede grande ed una generosità immensa – dice don Bresciani –. Ricordo un episodio particolare: saliva sino al quarto piano di un palazzo e portava giù, sulle sue spalle, un disabile, per condurlo a Messa. Portava poi sempre la Comunione agli ammalati, faceva con me le benedizioni e la celebrazione quotidiana della Santa Messa. Viveva quel momento con una grande partecipazione, segno che credeva davvero in quello che faceva”.

Fabrizio Casanova