AC: Il ritiro di Avvento a Fognano

AC: Il ritiro di Avvento a Fognano
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 46/2012
 
Anche questo anno, l’1 e 2 dicembre scorsi, abbiamo ripetuto la bella esperienza di comunione e condivisione tra le Diocesi di Faenza-Modigliana, Forlì-Bertinoro, Ravenna-Cervia, di vivere insieme gli esercizi spirituali di Avvento di Azione Cattolica all’Istituto Emiliani di Fognano. Il tema forte delle due giornate di ritiro sviluppato, dalla Prof.ssa Rosanna Virgili dell’Istituto Teologico Marchigiano, era centrato sulle parole rivolte da Gesù agli Apostoli nell’episodio della moltiplicazione dei pani in Luca 9, 13: ‘Date loro voi stessi da mangiare’. 
Gesù ha inviato gli Apostoli a due a due nella prima missione, a predicare il regno di Dio e a guarire i malati; gli Apostoli ritornano, pieni di entusiasmo, raccontano tutto a Gesù che decide di ritirarsi
con loro a Betsaida, ‘ma le folle lo seppero e lo seguirono’, Gesù accetta di fermarsi con loro e di parlare del Regno di Dio, il giorno comincia a declinare e i Dodici si preoccupano di come rifocillare tanta gente in luogo così deserto. Gesù disse loro’Date loro voi stessi da mangiare’.
Da queste semplici parole di Gesù è iniziato il nostro itinerario attraverso la Parola per sentirla e viverla anche nella nostra vita. Il tema del pane è un simbolo che avvolge tutta la Sacra Scrittura, pensiamo solo alla città di Betlemme, la città di Davide e Jesse; in ebraico si scrivono solo le consonanti, a cui vanno aggiunte le vocali; se noi aggiungiamo alle consonanti ebraiche due ‘e’ la parola significa ‘città del pane’, se invece associamo due ‘a’ il significato della parola è completamente diverso: ‘fare la guerra’. In realtà, se ci pensiamo bene, esiste un forte legame tra le due espressioni, spesso le guerre nascono proprio dalle contese dettate dall’ingordigia, dall’usurpazione per il possesso della terra e quindi del pane.
Gli Apostoli, tornati dalla loro missione, dopo avere cercato di diffondere una parola dolce di consolazione a gente che è rimasta forse in parte indifferente, sono stanchi, affaticati; Gesù non chiede loro per prima cosa quanti seguaci hanno conquistato, chiede loro di venire in disparte e riposare: ‘Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco’(Mc 6, 31). Non ci si può riposare in un luogo affollato, nella confusione ma tra gli amici, nella famiglia (valore del riposo domenicale), riposo come scambio e racconto delle proprie esperienze, della condivisione fraterna del cibo. E’ questo lo stile di Gesù: viene incontro all’uomo in tutte le sue situazioni di fame, si avvicina fino a toccare le persone, specialmente gli ammalati, i contaminati, coloro che la legge proibiva di toccare, come la donna con il flusso continuo di sangue, i lebbrosi: Gesù di fronte a loro prova una commozione così profonda che non può fare a meno di toccare, di rompere l’isolamento che condanna le persone, quelli che hanno fame di uscire dall’emarginazione. Gesù nutre soprattutto con la Parola, le sue parole indicano la via perché Lui è la Via, ci danno l’orientamento nella notte della vita, sono come stelle che ci precedono nel nostro cammino. Lo stile di Gesù si manifesta anche nel modo di porsi di fronte alla folla che poteva essere disposta a tutto per avere soddisfatta la fame, poteva approfittare dell’occasione per legarli a sé, soddisfare la fame di pane per avere in cambio dei seguaci fedelissimi, in politica diremmo in cambio di voti. Nella mentalità degli Apostoli entra invece in gioco il fattore economico, ‘Dobbiamo noi andare a comprare duecento denari di pane per dare loro da mangiare?’ (Mc 6, 37): comprare=mangiare, un bene primario ridotto a merce di scambio; ma Gesù dice: ‘Date loro voi stessi da mangiare’. Queste parole invece rappresentano come uno specchio per gli Apostoli, (per noi) per guardare dentro di loro, dentro di noi, li invita riflettere e a scoprire ciò che hanno dentro, a mostrare le nostre povertà, ma anche il poco o il pochissimo che abbiamo: se lo mettiamo in gioco, se lo spendiamo, nella misura in cui lo spendiamo, si moltiplica. Ma sono importanti anche i gesti che Gesù compie prima del miracolo: ordina loro di farli sedere, di mettersi comodi, per potere mangiare in posizione di riposo, seduti, mangiare non è solo alimentarsi, ma condividere in gruppi di cinquanta o cento il cibo con i sorrisi e gli sguardi degli altri, non è bene mangiare da soli, anche Gesù si mette a sedere, è il modo di mangiare che moltiplica il pane, se lo condividi, se c’è gratuità, esso si moltiplica, c’è il pane gratuito che crea la pace e il pane non condiviso, usurpato, che crea la guerra.
Giovanni