La settimana di formazione a Salsomaggiore

La settimana di formazione a Salsomaggiore

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 26/2011
 
Si è svolta a Salsomaggiore dal 22 al 26 giugno la settimana estiva di formazione organizzata dall’Ufficio Nazionale di Pastorale familiare sul tema ‘Luci di speranza per la famiglia ferita: persone separate e divorziate nella comunità cristiana’.
Proviamo a proporre alcuni spunti di riflessione. Innanzitutto, ci pare importante sottolineare come la decisione di organizzare un convegno nazionale su questa tematica, che da molti anni non era stata più oggetto di riflessione, segni un passaggio importante per la Chiesa italiana, che mostra di volersi interrogare su questi aspetti, ma soprattutto di tentare, pur con fatica ed esitazione, di dar voce a chi in questi anni ha attraversato esperienze di questo tipo o ne ha accompagnato delicatamente il percorso.
Alcune relazioni in plenaria hanno suscitato particolare interesse e fatto vibrare l’assemblea presente: Ina Siviglia, Docente di Antropologia Teologica presso la facoltà Teologica di Palermo, che ha seguito lo sviluppo del Convegno all’interno del comitato scientifico, ha suggerito alcuni spunti per indirizzare lo stile di accoglienza, rispettoso della fragilità e della particolarità delle situazioni, attento, indirizzato da un lavoro di équipe, preceduto da percorsi di formazione. Don Fabio Rosini, Biblista, attraverso la rilettura del brano evangelico della guarigione del paralitico, ha riportato l’attenzione sul percorso che ognuno di noi intraprende verso la conversione, un cammino che implica l’affidarsi, ma al tempo stesso il guardare con autenticità la propria vita, le proprie ombre per poter riorientare il cammino. Mons Solmi, che ha accompagnato tutto il percorso di evoluzione del convegno, ha partecipato ai vari momenti con il suo sguardo attento e la sua riflessione, non scontata o formale.
Ma al di là dei contenuti proposti, che forse nelle prime battute sono stati un po’ troppo incentrati sul richiarire norme e categorie, già ampiamente espressi dal Direttorio, anche se, purtroppo, non ancora sufficientemente recepiti dalle comunità e dagli operatori, laici e presbiteri, riteniamo che la cosa più preziosa sia stata la presenza di tante persone, con le loro esperienze, con la loro disponibilità e tenacia a portare le loro storie e ad aprire strade anche per altri.
Pensiamo a Ernesto Emanuele, presidente dell’Associazione Famiglie Separate Cristiane, spesso impegnato a parlare con i partecipanti, a fornire informazioni all’interno del ‘Mercatino delle idee’ su come avviare nuovi gruppi o esperienze; oppure a Emanuele Scotti, presidente dell’Associazione Separati Fedeli, che con rispetto e delicatezza propone la scelta ‘particolare’ che sta al cuore dell’esperienza delle persone che rappresenta. Ancora la nostra attenzione va a Don Zanetti, che, contorniato dai volontari della ‘Casa’, propone l’esperienza di questo gruppo che da anni organizza percorsi di accompagnamento per queste situazioni nella diocesi di Bergamo: proprio il suo muoversi all’interno del convegno lascia intendere lo stile di questa esperienza, nel suo usare parole pacate, misurate, nel suo proporre autenticamente la sua esperienza in questo ministero all’interno dell’incontro destinato ai presbiteri, nel suo seguire con serietà il lavoro di esperto in collaborazione con i tutor dei laboratori affidatogli.
Ci tornano alla memoria alcuni volti, legati anche l’incontro con alcune persone: Roberto, che si commuove mentre condivide la sua preoccupazione per le figlie e il suo desiderio di portare la sua esperienza nell’associazione, di sostenerne la diffusione; Massimiliano e Patrizia che, offrendo la loro testimonianza, sanno ricondurre tutto un intero gruppo di ‘esperti del settore’ alla centralità dell’esperienza con Gesù, al valore dell’Eucaristia; tutto ciò diviene allora un richiamo profondo per noi ‘coppie regolari’ (per utilizzare un termine corrispondente a quello che tutt’ora viene usato, per altro arido e che richiama a un linguaggio normativo) che troppo spesso ci accostiamo con abitudine e poca consapevolezza a questo sacramento. Questi e altri frammenti di vita ci rimangono nel cuore insieme alla frase che accompagna l’icona in terracotta offerta ai partecipanti e che invita all’accoglienza che la comunità cristiana è chiamata a dare a tutte le famiglie, a tutte le storie, anche se spezzate, con quella cura che si riserva alle briciole del pane consacrato.
Annalisa e Pierenea Vernocchi
 
ARTICOLI CORRELATI:
Convegno Ufficio Pastorale Famiglia