”Essenziale, profondo e vero”

“Essenziale, profondo e vero” 
Dal “RisVeglio Duemila” N. 44/2017    

Comunicare l’essenziale, senza perdere profondità e verità: è il compito che di fatto papa Francesco ha dato agli uomini e alle donne della Segreteria per le Comunicazioni, l’organismo che dopo la recente riforma riunisce tutti i media vaticani. Nataša Govekar, che sarà a Ravenna il prossimo 6 dicembre per l’ultimo degli incontri del corso diocesano di giornalismo (ore 18.30 Sala Ravegnana Radio), in questo contesto è il direttore del Servizio teologico pastorale, uno dei motori della riforma alla Segreteria, che ha il compito di orientare i media vaticani sempre di più verso le esigenze della missione della Chiesa in uno scenario mediatico in continua evoluzione. E potrà darci spunti concreti anche su come parlare di Dio agli uomini di oggi attraverso radio, giornali e tv locali.
Comprensione e diffusione del messaggio cristiano e correttezza teologica: come riuscite a metterle insieme?“Credo che possa essere utile il criterio di semplicità e di essenzialità che papa Francesco raccomanda nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Dice che ‘conviene essere realisti e non dare per scontato che i nostri interlocutori conoscano lo sfondo completo di ciò che diciamo’ (EG 34). Invita ad usare un linguaggio semplice per non correre il rischio di parlare a vuoto, e di concentrarci sull’essenziale, ‘su ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario’ (EG 35). Concentrarsi sull’essenziale, senza perdere per questo profondità e verità: questa è un’arte che si impara cercando di mettersi nei panni di chi ci ascolta o legge”.
Ci racconta da chi è composta la Segreteria per la comunicazione?“Si tratta di un denominativo molto largo, che include nove organismi: Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, Sala Stampa, Servizio Internet, Radio Vaticana, Ctv, Osservatore Romano, Editrice Vaticana, Servizio Fotografico e Tipografia. Questo significa più di 650 dipendenti”.
Come definirebbe il suo compito specifico?“La direzione teologico-pastorale eredita in qualche modo quelli che erano i compiti del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali (tra cui la celebrazione della Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali). Nell’ambito della riforma dei media vaticani che il Papa ci ha affidato, il direttore veglia soprattutto su ciò che è il motivo del ripensamento del sistema comunicativo della Santa Sede, cioè che, come recita il motu proprio che l’ha istituita, si risponda sempre meglio alle esigenze della missione della Chiesa. Cosa vogliamo comunicare, a chi e perché è la domanda che ci si pone prima ancora di elaborare un piano editoriale”.
Quali sono i capisaldi del vostro lavoro? Quanto conta la preghiera in esso?“La preghiera conta e molto. Personalmente sento che l’Angelus che a mezzogiorno ci fa alzare dai computer o l’Ave Maria che introduce le riunioni non sono solo un pro forma che si addice a chi lavora in Vaticano, ma sono quella ‘boccata d’aria’ che ti ricorda che, al di là degli obiettivi più o meno urgenti di quella giornata, il nostro lavoro fa parte di qualcosa di molto più grande di noi, alla quale siamo chiamati a collaborare, ciascuno con i suoi talenti”.
Quali cambiamenti sono stati fatti all’interno della segreteria?“Si stanno creando nuovi gruppi di lavoro, si organizzano corsi di formazione per affrontare la sfida del multimediale e si spera di riuscire a far vedere qualche novità”.
 Daniela Verlicchi