Matteo e Davide a servizio della diocesi

Matteo e Davide a servizio della diocesi 
Dal “RisVeglio Duemila” N. 39/2017 

Il servizio come bussola per la propria vita. È la vocazione che sceglieranno definitivamente, per il resto della loro vita (anche se in forma diversa) Davide Riminucci (che diventerà diacono permanente) e Matteo Papetti (come ultima tappa verso il sacerdozio), sabato 4 novembre alle 20.30 in Cattedrale, davanti a tutta la diocesi e all’arcivescovo Lorenzo.
Sarà una serata anticipata, come spieghiamo nell’articolo qui a fianco, da un’iniziativa, “Dire, fare, diaconare” che vuole mettere la diocesi e i giovani in particolare sulla strada del servizio. E di questo vogliamo parlare con i due candidati a questo ministero. “Per me si tratta di un bel traguardo – spiega Davide Riminucci – che arriva dopo anni di discernimento con il mio padre spirituale: c’è entusiasmo, voglia di fare e anche gratitudine per chi ha creduto in me”.
Quella del servizio è una dimensione che Davide ha sentito pian piano sempre più “sua”: “Prima con i giovani, poi nella pastorale in parrocchia, star accanto alla gente e cercare di condurli a Dio: mi pare questo il senso del mio servizio”.”La mia scelta del sacerdozio è stata la risposta a una domanda di senso che coltivavo fin da giovanissimo – dice Matteo Papetti – e questa penultima tappa, il diaconato, mi fa dire che, superati i naturali momenti di crisi che ci sono in un percorso di crescita, mi sento pronto, anche se non lo si è mai sino in fondo, a servire le persone e la Chiesa”.Un percorso lineare, quello di Papetti, iniziato nella sua parrocchia, Marina di Ravenna, come animatore nell’Azione Cattolica e che si è affiancato ai suoi studi universitari di ingegneria ambientale. Un percorso arricchito spiritualmente dall’esempio dei sacerdoti che ha conosciuto e che a Marina erano parroci.”Vedere preti che si spendono per gli altri, mettendo tutto loro stessi – racconta Matteo –, mi ha spronato a mettermi in gioco, a chiedere a me stesso e al Signore se anch’io volessi seguire la loro strada”. Sono arrivati così gli anni in seminario fatti di intensi studi e di servizio in diverse comunità parrocchiali.”E’ proprio attraverso quest’esperienze formative e di impegno tra la gente (a San Pier Damiano, Pinarella, Tagliata e anche in altre parrocchie, grazie alle Giornate del seminario) – continua – che ho capito che c’era piena corrispondenza tra il mio desiderio e la volontà di Dio su di me”. “Fare il prete – aggiunge Papetti – non è una professione, ma è celebrare la presenza di Dio nella Chiesa e nella vita delle persone, attraverso il continuo dono di sé a chiunque si incontra, attraverso il servizio gratuito e attraverso la liturgia e l’amministrazione dei sacramenti, che rendono presente e vivo Gesù Cristo”.