”Siamo fatti per la santità”

“Siamo fatti per la santità” 
Dal “RisVeglio Duemila” N. 39/2017  

Una serata per tornare al significato vero della festa di Ognissanti e della commemorazione dei Defunti. Si moltiplicano in diocesi le iniziative che vogliono valorizzare le feste del primo e del due novembre rivolte a bambini e a famiglie. Iniziative che non intendono fare guerre o mettere “al rogo” Halloween ma certamente ribadire che il significato vero delle feste di Ognissanti e della commemorazione dei defunti non ha nulla a che fare con zucche e zombie. È da alcuni anni ad esempio, che negli ambienti parrocchiali di San Bartolo il 31 ottobre si ritrovano famiglie e bambini delle comunità di Gambellara, San Bartolo e Madonna dell’Albero per un momento di preghiera seguito da una festa a base di piadina e giochi. “Me lo hanno chiesto i genitori di alcuni ragazzi – spiega don Gabriel Nouyessewa Kakpo, parroco delle tre realtà – per coinvolgere i ragazzi in un’iniziativa che riprenda il significato di questa festa in un ambiente sano”. E sarà infatti una festa di famiglia quella in programma a partire dalle 19.30 a San Bartolo, con nonni che sfornano piadina, giochi e tombola. “Viviamo in un mondo che cerca disperatamente di colmare un vuoto, dove si privilegia tutto quello che è contro la normalità. C’è sfiducia: sembra che la vita finisca qui, e che iL suo senso sia godere e piacere. Non è così”. E anche con una piccola festa in parrocchia lo si può dimostrare. Stesso intento anche a Santa Maria in Porto, dove la festa della vigilia di Ognissanti con i bambini del catechismo si celebra già da 4 o 5 anni. “Quest’anno poi ci sono anche cugini o compagni di classe dei nostri ragazzi – racconta Elisabetta Alessandro, catechista che è anche una delle organizzatrici della serata dei 31 ottobre –: sta prendendo piede”. La serata prevede una cena condivisa e poi giochi sul tema dei Santi e i ragazzi si possono travestire dal loro Santo preferito. “E’ un modo – spiega Elisabetta – per offrire ai ragazzi un’occasione per conoscere meglio queste figure e testimoniarli: vogliamo far loro capire che si tratta di persone, come noi, che però hanno uniformato la loro vita al Vangelo: dei ‘fratelli maggiori’ che possono essere di esempio nella vita di fede”. Non è questione di essere contro Halloween, chiosa il rettore della parrocchia di Santa Maria in Porto: “Non siamo amici delle tenebre ma della luce e vogliamo testimoniarlo”. “E’ un modo per essere nel mondo e non del mondo”, aggiunge Elisabetta. Durante le feste del primo e del 2 novembre, inoltre, nelle principali Messe parrocchiali, verranno vendute candele colorate con l’immagine dei santi che serviranno per finanziare il campo scuola di quest’estate.