19 Ottobre 2015

Verso il Convegno Ecclesiale di Firenze/1

Verso il Convegno Ecclesiale
di Firenze/1

Dal “RisVeglio Duemila”  N. 38/2015

 

Prende il via, in questo numero, una serie di schede in vista del 5° Convegno Ecclesiale Nazionale, previsto a Firenze dal 9 al 13 novembre. Presentiamo, di seguito, i contenuti del testo biblico (Marco 1, 21-34) che accompagnerà i lavori e la spiegazione della prima delle “cinque vie” su cui si baseranno i lavori stessi.

 

La giornata di Cafarnao

Nel primo capitolo del Vangelo secondo Marco (1, 21-34) viene narrata una giornata trascorsa da Gesù in una città sul lago di Galilea, Cafarnao. Gesù in questa parte di vangelo, e durante la giornata di Cafàrnao, compie alcuni passaggi importanti, dovendo attraversare continuamente alcune soglie: da uno spazio pubblico chiuso (la sinagoga) a uno spazio privato chiuso (la casa) a uno spazio privato aperto (la porta davanti alla casa), e poi oltre la città, oltre Cafàrnao. A suo modo, il lettore stesso deve seguire una traiettoria che lo porterà a domandarsi continuamente, in ogni pagina, “chi è Gesù”.

L’icona di Gesù a Cafarnao rappresenta un modello per la Chiesa. In essa si vede Gesù vivere tra la quotidianità domestica (quello di un sabato “tipo”) e il mistero (nella preghiera sinagogale e personale), mentre annuncia il regno “da persona a persona”, con parole (insegnando) e gesti di guarigione. Gesù è l’Uomo nuovo, il figlio di Dio, che entra in relazione con gli abitanti della cittadina della Galilea, attraverso l’amicizia, l’aiuto ai bisognosi, i gesti di guarigione per i sofferenti. In questa giornata cresce la domanda su di lui: chi è quest’uomo così diverso dagli altri? Dove conduce il suo insegnamento?

In questa pagina sono narrate quelle azioni di Gesù che rappresentano una traccia per la Chiesa italiana, la quale grazie a quei verbi riscopre in Gesù il nuovo umanesimo: “educare” (l’insegnamento di Gesù in sinagoga), “uscire”, per “annunciare” (come Gesù ha fatto), ma per “abitare” un luogo – divenendo partecipe della sua vita – senza mancare di “trasfigurare” ogni umanità con la preghiera (comunitaria, come quella sinagogale di Gesù, e personale, il mattino seguente).

 

Le cinque vie

 “Le cinque vie, cioè i cinque verbi dell’Evangelii Gaudium, sono i percorsi attraverso i quali oggi la Chiesa italiana può prendere tutto ciò che viene dal documento di papa Francesco e farlo diventare vita” (mons. Nunzio Galantino, segretario generale della CEI). Uscire, Annunciare, Abitare, Educare, Trasfigurare sono le cinque “vie” lungo le quali la comunità ecclesiale italiana viene invitata a incamminarsi, cominciando con un esame di coscienza. Ma quali sono, e cosa significa ciascuna di esse?

UscireIncontro agli altri per purificare la fede

Uscire implica apertura e movimento, lasciare le porte aperte e mettersi in cammino. Senza apertura non c’è spazio per nient’altro che noi stessi; senza movimento la verità diventa un idolo (“la fede vede nella misura in cui cammina”, Lumen fidei, 9). È la disposizione preliminare a ogni altra, senza la quale ci si arrocca sulle proprie certezze come fossero un possesso da difendere e si rischia di diventare disumani. È l’atteggiamento che deve accompagnare ogni altra via, per evitarne le derive. Significa uscire dal proprio io ma anche da un noi difensivo; dai luoghi comuni e dall’ansia di classificare e contrapporre. Siamo capaci di metterci in movimento, spingendoci anche fuori dai territori dove ci sentiamo sicuri per andare incontro agli altri? Di ascoltare anche chi non la pensa come noi non per convincerlo, ma per lasciarci interpellare, purificare la nostra fede, camminare insieme, senza paura di perdere qualcosa? Di “camminare cantando”? (Laudato Si’ 244).

 

Chiara Giaccardi

(fonte: www.firenze2015.it)