Due nuovi sacerdoti
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 19/2011
Uno dei momenti più significativi dell’Ordinazione Presbiterale di Don Stefano Bucci e Don Lorenzo Rossini, sabato 14 maggio nella Cattedrale di Ravenna, si è vissuto durante l’imposizione delle mani: prima l’Arcivescovo, poi tutti i Sacerdoti presenti, le hanno poste sul capo dei due candidati: secondo il rito, con questo gesto e con le parole della Preghiera di ordinazione viene comunicato il dono dello Spirito Santo. Quando poi è stato Don Settimio Levorato, con il suo incidere lento ‘ dovuto ai problemi di salute ‘ e sorretto dai confratelli, a porre le mani sul capo di Lorenzo e Stefano, si è avuta l’impressione che non solo lo Spirito Santo fosse donato ai due: lo stesso Gesù Cristo in croce aveva attraversato oltre duemila anni di storia e ‘ attraverso le mani di tutti i sacerdoti e di Don Settimio in particolare ‘ entrava nel cuore e nell’anima dei nuovi presbiteri.
Altro momento indimenticabile lo si è avuto nella Liturgia Eucaristica: per la prima volta ‘ da Sacerdoti ‘ Don Stefano e Don Lorenzo hanno reso visibile, presente all’assemblea (numerosissima) dei fedeli il Corpo e il Sangue di Cristo, donati dal Figlio di Dio per la salvezza dell’umanità.
Il rito di Ordinazione si è svolto in una Cattedrale gremita, con tanti giovani provenienti dalle Parrocchie dove Lorenzo e Stefano hanno prestato o prestano servizio ed è stato animato, nei canti, da alcune Corali cittadine riunitesi per l’occasione. Molti anche i Sacerdoti e, tra di loro, diversi erano quelli che venivano da fuori Diocesi. La diretta radiofonica di Ravegnana Radio e le riprese di Teleromagna, che ha poi trasmesso il servizio sull’Ordinazione il giorno seguente, hanno permesso di seguire l’evento anche a chi era impossibilitato a farlo. Dopo l’ascolto delle letture della IV Domenica di Pasqua, il Rettore del Seminario, Mons. Giansandro Ravagna, ha presentato i due candidati all’Arcivescovo. Questi si è poi rivolto all’assemblea: ‘Sappiate che il prete è un preziosissimo dono per tutto il popolo di Dio; è uno dei mestieri (parola che deriva da ministero) più belli. Stefano e Lorenzo, siete strumenti nelle Sue mani: egli si serve di voi per donare ricchezze incredibili alle persone. Aiutatele a scoprire la loro dignità, a liberarsi dal peccato nel Sacramento della Riconciliazione, a nutrirsi di Cristo nell’Eucaristia, a vivere nella verità, basando la vita su valori oggettivi. Sappiate che gli ostacoli non mancheranno, ma saranno molto maggiori le soddisfazioni personali. Vivete con la gente, in mezzo alla gente e per la gente, affinché cresca la vita di comunione e di fede’.
Il rito di Ordinazione si è poi esplicato nelle sue diverse parti: Mons. Giuseppe Verucchi ha interrogato i candidati sulla loro fedeltà al Ministero Sacerdotale, alla Chiesa, + a Cristo, sull’obbedienza all’Arcivescovo; invocati i santi (con Stefano e Lorenzo distesi di fronte all’altare), sono seguite l’imposizione delle mani e una lunga preghiera consacratoria. I riti esplicativi prevedevano poi la vestizione degli abiti sacerdotali, la consegna del Pane e del Vino da parte dell’Arcivescovo e l’abbraccio di Mons. Giuseppe Verucchi con i due neo-sacerdoti; Lorenzo e Stefano poi, hanno scambiato la pace con tutti i Sacerdoti e con i loro familiari. Momenti intensi e gioiosi, che l’assemblea ha vissuto in un clima di straordinaria partecipazione emotiva.
Durante la distribuzione dell’Eucaristia ai fedeli sono stati proposti due canti molto significativi: ‘Il Signore è il mio pastore’ e ‘Il tuo popolo in cammino’. E’ vero: il popolo dei credenti, oggi come ai tempi delle prime comunità, è sulla strada, alla ricerca di una guida sicura che lo orienti in mezzo alle tempeste dell’esistenza; Don Stefano e Don Lorenzo, sono due nuovi fari che illuminano, dalla sera del 14 maggio, le menti e i cuori di tutti coloro che incontrano e che servono, con spirito di sacrificio e devozione. Auguriamo a loro un lunghissimo e fecondo ministero sacerdotale, nella speranza-certezza che sapranno essere, giorno per giorno, capaci di condurre il ‘gregge di Dio’ (cioè quella porzione di fedeli che sarà loro affidata) attraverso la ‘porta delle pecore’, cioè Gesù Cristo, Colui che dona consolazione e fiducia in questa vita terrena e offre un passaporto per l’Eternità.
Fabrizio Casanova
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