26/03/2015

La carica dei 300 a Roma

La carica dei 300 a Roma
 
Dal “RisVeglio Duemila”  N. 12/2015
 
 
Si è svolto il 21 e 22 marzo il tradizionale pellegrinaggio dei gruppi post-cresima della diocesi di Ravenna, promosso dall’Ufficio Catechistico in collaborazione con la Pastorale Giovanile.
Anche quest’anno molto partecipato (erano quasi 300 fra ragazzi e accompagnatori), nonostante la ripetizione di Roma come meta. Anche l’itinerario proposto era molto simile a quello di alcuni anni orsono, ma la molla che ha spinto molti a ripetere l’esperienza è stata senz’altro la voglia di incontrare Papa Francesco. E le aspettative non sono state deluse. Il momento forte è stato, infatti, l’Angelus del Santo Padre in Piazza San Pietro.
 
Dopo il commento del Vangelo del giorno, sempre pieno di riferimenti alla nostra vita reale ed espresso nella semplicità ed immediatezza che lo contraddistinguono, Francesco ha salutato e ringraziato tutti i gruppi di pellegrini presenti, fra il colorato entusiasmo della folla. Tuttavia il pezzo forte lo ha sfoderato col “solito” compito a casa, che non manca mai di assegnarci, come un buon maestro o, meglio ancora un nonno che ci fa solo buone raccomandazioni per il nostro bene. “Oggi voglio farvi un regalo” ha detto, “per mano delle persone più umili della città vi sarà distribuito il Vangelo: uno per uno, perché lo teniate sempre con voi e lo leggiate ogni giorno, almeno un pezzettino”. Gli umili, appunto. I poveri. Il pianto è sgorgato spontaneo: il Papa che fa un regalo a noi! Ma quanto a cuore ha le nostre vite? E quanto bene ci vuole… proprio come un nonno.
 
E subito il collegamento con un suo discorso che proprio in questi giorni mi era capitato sotto mano: “Ma voi, quando fate l’elemosina, guardate negli occhi il povero? No, vero? E quindi se non lo guardate, immagino che non lo tocchiate, no di certo! E pensare che i poveri costituiscono la parte più grande e importante della società…” e qui proseguiva con insegnamenti etico-religiosi e di politica economico-sociale, ma ormai la mia mente si era fermata a quello: non tocco i poveri. Non ho il coraggio di guardare in faccia, negli occhi Gesù. Domenica il Papa mi ha aiutato a farlo, facendo sì che io fossi in posizione subordinata, facendo in modo che io ricevessi un dono da loro. L’ho toccato con più facilità e spontaneità di quanto mi aspettassi e ne ho ricevuto in cambio un bacio: il bacio di Gesù.
 
Ecco qua. Avrei potuto raccontare con la solita ovvietà la bella esperienza e l’entusiasmo contagioso di tutti questi giovani o ringraziare ancora una volta gli organizzatori e ancor più il nostro arcivescovo che ci ha accompagnato per tutta la durata del pellegrinaggio, mettendosi al nostro livello anche nei momenti più faticosi, ma ho preferito, puntare su questa esperienza intima, perché sono davvero convinta che ieri Gesù sia stato con noi, con me, nei panni di Papa Francesco, che come un nonno ha capito la mia difficoltà e mi ha mostrato con semplicità come sia facile vederlo e toccarlo ogni giorno, se solo lo vogliamo e apriamo il cuore. Allora, questa volta, voglio dire solo: “Grazie Santità, grazie Gesù!”.
 
 
Sabrina Gridella