Giornata Provinciale/Diocesana del Ringraziamento
Dal “RisVeglio Duemila” N. 43/2014
“Benedire i frutti della terra e nutrire il pianeta”, è il messaggio scelto della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace per la 64ª Giornata Nazionale del Ringraziamento. Questo messaggio è anche il titolo della Giornata Provinciale del Ringraziamento, promossa ed organizzata da Coldiretti Ravenna, con la collaborazione dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro, Giustizia e Pace, Custodia del Creato dell’Archidiocesi di Ravenna-Cervia, che avrà luogo domenica 23 novembre 2014, presso la Basilica di S. Apollinare in Classe, alle ore 10.30. La S. Messa sarà presieduta dall’Arcivescovo dell’Archidiocesi di Ravenna-Cervia, S. E. Mons. Lorenzo Ghizzoni.
In questa Giornata del Ringraziamento si vuole fare nascere e sviluppare la consapevolezza che la terra va custodita come un vero e proprio bene comune della famiglia umana, dato per la vita di tutti. Afferma, infatti, il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2402): “All’inizio, Dio ha affidato la terra e le sue risorse alla gestione comune dell’umanità, affinché se ne prendesse cura, la dominasse con il suo lavoro e ne godesse i frutti. I beni della creazione sono destinati a tutto il genere umano”. L’uomo non è il proprietario della terra, né ha il diritto di uso e di abuso, ma a lui è stata affidata. La terra, che è madre, perché fornisce l’indispensabile per il sostentamento, è data ad ogni persona per un certo tempo, prima di consegnarla alle generazioni future, perché anch’esse vi possano vivere. L’uomo è chiamato allora a coltivare e custodire la terra tramite la dignità del lavoro. E’ un servizio verso la terra affinché questa a sua volta serva l’uomo, donandogli il cibo per la vita.
In questa Giornata del Ringraziamento si guarda allora all’agricoltura che, attraverso i suoi frutti, è fonte della vita. L’agricoltura, tuttavia, non è solo produzione finalizzata a nutrire la famiglia umana, ma anche custodia del territorio, perché lo cura e lo riqualifica. Il territorio, infatti, quando è privato dalla presenza del lavoro agricolo, è anche meno curato, più esposto a fenomeni di erosione, tanto più in un tempo di mutamento climatico.
L’agricoltura è anche un sistema di relazioni umane, che si sviluppano in stretto contatto con la terra ed i suoi ritmi. I tanti terreni incolti e abbandonati negli anni per il miraggio di un indiscriminato sviluppo industriale possono diventare una miniera d’oro per combattere dissesto idrogeologico e disoccupazione.
I giovani vanno incentivati e incoraggiati a tornare a coltivare la terra mettendo loro a disposizione questi terreni lasciati in abbandono a canoni concordati, perché il ritorno alla terra cambia il paese e produce benessere per tutti, ravviva la luce negli occhi degli anziani, che non vedono morire i loro sforzi ed interpella i responsabili delle Istituzioni.
Papa Francesco, nella sua visita in Molise, parlando al mondo rurale, ha chiesto di maturare vocazioni per la terra, per essere “contadini per vocazione e non per costrizione”. Educare alla custodia della terra significa altresì adottare comportamenti e stili di vita basati sulla sobrietà e la salubrità nel consumo del cibo. Con le nostre scelte di acquisto del cibo possiamo offrire sostegno alle produzioni locali (acquisto di prodotti a km 0). Altrettanto importante è agire nelle nostre famiglie per ridurre ed eliminare lo spreco alimentare perché, come ha affermato Papa Francesco nell’udienza generale del 5 giugno 2013: “il cibo che si butta via è come se venisse rubato dalla mensa di chi è povero, di chi ha fame”.
Impariamo a rispettare e ad amare la terra, che è dono del Signore per tutti, nessuno escluso, a rendere grazie a Dio per il dono che ogni giorno riceviamo dalla terra e dal lavoro dell’uomo, a chiedergli scusa sia per le tante ferite che l’uomo ha inferto alla terra stessa e sia per tutti coloro che patiscono la fame a causa dell’egoismo e dell’indifferenza delle nazioni più ricche.
Grazie, o Signore, dei frutti che ci dai, grazie per la tua misericordia. Ti offriamo le nostre preghiere, le nostre fatiche, le nostre speranze in un domani migliore. Grazie Signore.
Diacono Luciano Di Buò
Direttore Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro, Giustizia e Pace, e Custodia del Creato
