A Lourdes con il pellegrinaggio regionale di Unitalsi

A Lourdes con il pellegrinaggio regionale di Unitalsi
 
Dal “RisVeglio Duemila”  N. 33/2014
 
 
Amare Dio e il prossimo
 
Quest’anno al pellegrinaggio regionale dell’Unitalsi a Lourdes abbiamo partecipato anche noi seminaristi della diocesi, accompagnati dal nostro rettore Don Federico.
Obiettivo: servire facendosi ultimi per gli ultimi. Ripenso ai giorni passati a Lourdes e li scopro impregnati dei due comandamenti più importanti: “Ama Dio e ama il prossimo”.
 
Tutto il pellegrinaggio si è svolto in un susseguirsi di preghiera e servizio: la Messa al mattino presto, le processioni, il rosario davanti alla grotta e le altre liturgie hanno scandito e dato significato a ogni giorno; il mettersi a disposizione dei malati, farsi “comandare” dai loro desideri e dai loro tempi ci ha resi meno padroni di noi stessi, un po’ meno egoisti e soprattutto più cercatori di Dio.
 
E’ un circolo virtuoso che si alimenta: il bisognoso rimanda a Dio e Dio ti rinvia a servire il bisognoso con il suo amore. Personalmente l’ho sperimentato fortemente. A Lourdes il mistero del dolore veramente si tocca con mano e non lo si riesce ad afferrare. Il malato durante le passeggiate, mentre lo accompagni alle funzioni o semplicemente quando ti fermi davanti alla struttura che lo ospita, apre il suo cuore, confida le sue speranze e i suoi dolori più grandi.
 
Come rispondi a tutto questo? Più di una volta in questa settimana mi sono trovato disarmato di fronte alla sofferenza. Non ho risposte o, anche se le avessi, chi sono io per darle, io che parlo dall’alto perché le mie gambe funzionano benissimo? La prima cosa che ho fatto è stato chiedere a Dio la sapienza di dire qualcosa, o di tacere. Poi ho chiesto il dono di poter stare vicino, di con-patire, di mettermi a disposizione. E poi affidandomi mi sono chinato verso l’altro.
 
“Gesù, tu cosa avresti fatto?”. E’ proprio questa domanda che mi fa muovere, che dall’incontro con il prossimo nel servizio mi spinge di nuovo a cercare il silenzio, la presenza eucaristica di Gesù, per potergli portare tutta la realtà dell’incontro appena vissuto. Sento che il mio cuore è piccolo per trattenere tutto. Lo affido a Dio e mi affido.
 
Luogo speciale a Lourdes rimane la grotta. L’invito di Maria “Andate alla fonte, bevete e lavatevi” risuona forte nel cuore desideroso di cambiamento e di guarigione. Le sere, dopo aver accompagnato i malati nelle loro stanze e aver vissuto un piccolo momenti di fraternità con gli altri seminaristi, sono tornato alla grotta a ringraziare per i doni immensi ricevuti.
 
Anche di notte c’è ancora gente ma l’atmosfera è più calma e raccolta. Dalla preghiera sorge dal cuore un grande grazie. Ho ringraziato perché Dio ancora una volta ha voluto visitare l’uomo per mezzo di Maria e ha così dato origine a un luogo speciale di grazia, per gli incontri vissuti e perché sento desiderio di rinnovare il proposito di vivere una vita donata per l’Amore, con l’Amore e nell’Amore.
 
Maria ci ha tenuti tra le sue braccia, ci ha cullati e con dolcezza ci ha indicato Gesù il Redentore. Domani si ritornerà al quotidiano di sempre, ma con nuove speranze e con la consapevolezza rinnovata che, nonostante tutte le sofferenze e i mali del mondo, Dio non ha abbandonato l’uomo.
Un malato di nome Luciano mi dice: “Grazie per avermi accompagnato!”. Rispondo: “Grazie a te, sei tu che hai accompagnato me” …sulla strada di una faticosa ma gioiosa nuova conversione!
 
 
Luca Bartolini, seminarista