Famiglia: Speranza e Futuro per la Società
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 20/2014
Commentiamo uno degli incontri che si è tenuto a Parma in occasione della Festa Regionale della Famiglia dal 14 al 18 maggio scorsi.
Francesco Belletti (Presidente Nazionale del Forum delle Associazioni Familiari), ha introdotto il Convegno parlando dell’importanza di promuovere politiche Family Friendly evidenziando le seguenti quattro priorità, che sono state segnalate al referente per le politiche familiari dell’attuale governo:
1. Ridare giustizia a livello fiscale alle famiglie. Il fisco deve essere collegato ai carichi familiari. Necessità di applicare il Fattore famiglia nel medio termine.
2. Investire sulle nuove generazioni per il recupero della natalità perché il paese si trova in un preoccupante emergenza demografica. Una società senza padri e madri è destinata all’estinzione.
3. Investire sulla scuola difendendo la libertà educativa.
4. Identità della famiglia. La parola famiglia è stata svuotata così come la parola padre, madre.
Poi, il Prof. Lamberto Soliani, demografo, attraverso dati statistici ha affermato che in Emilia Romagna, come nel nostro Paese, è in atto un preoccupante declino demografico. La popolazione sotto i 10 anni si sta restringendo sempre più e sta aumentando quella over 75. I mancati bambini sono diventati mancati giovani. L’età media che nel 1971 era intorno a 30 anni, nel 2011 è passata a 40 anni e si prevede che nel 2030 sarà di circa 55 anni, determinando un forte debito generazionale. Risulta evidente a tutti che non si è investito e non si sta investendo sul futuro della popolazione. Per usare le parole del Car. Ruini: ‘l’Italia sta andando verso un lento suicidio demografico’.
Ancora, il Prof. Giorgio Campanini, sociologo, attesta che la famiglia italiana è in una fase di transizione e ha perso la caratteristica della stabilità. Subisce la cultura individualistica della post-modernità e i condizionamenti esterni. Il rinvio del matrimonio e della procreazione hanno una componente culturale ma anche economica e sociale. Da evidenze statistiche si è visto che con il secondo figlio il rischio povertà della famiglia aumenta del 20% e con il terzo figlio. Ciononostante non dobbiamo cadere nel pessimismo ma ripartire da quei segnali di speranza che ancora caratterizzano la società italiana, perché la famiglia è luogo di costruzione del futuro.
E’ positivo che in Italia la grande maggioranza degli anziani siano presso le abitazioni, curati prevalentemente da badanti, piuttosto che essere portati negli istituti di ricovero, come si fa nella maggior parte dei paesi europei, che teorizzano che questa scelta sia indice di civiltà. E’ dimostrato che gli anziani che vivono in casa, per effetto del calore umano, sono più longevi. I nonni in Italia sono una risorsa e una ricchezza per la famiglia perché esercitano molto di più rispetto ad altri Paesi, dove esiste un forte isolamento fra vecchie e nuove generazioni. In Italia permane l’alleanza fra le generazioni.
Infine, la Prof. Vera Negri Zamagni, docente di Storica dell’Economia, conclude il Convegno dicendo che per ricostruire la categoria della famiglia si deve andare oltre le categorie del consumo e dell’affetto. Si deve:
1. Pretendere che il lavoro esterno abbia dei tempi che si conciliano con quelli della famiglia (es. flessibilità orari di lavoro). Da qui il tema dell’armonizzazione, preferibile a conciliazione, tra sfera lavorativa e familiare, terreno su cui in futuro si giocherà sempre più la competitività delle aziende ed è già un tratto qualificante delle politiche di molte imprese.
2. Reintrodurre in famiglia l’abitudine di fare delle cose insieme.
3. Investire in progetti educativi e in attività relazionali (famiglie che si mettono insieme per realizzare progetti condivisi).
I Paesi che crescono di più sono quelli che investono di più. I Paesi che consumano senza produrre sono avviati al declino. L’Italia negli ultimi decenni ha conosciuto un forte declino produttivo perché ha smesso di investire nei giovani, nell’educazione e nella ricerca. E’ assolutamente necessario e urgente invertire questa tendenza.
Diacono Luciano Di Buò e Diacono Edo Assirelli