Mattia Balelli…il 2 aprile sarà Diacono!
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 11/2011
Sabato 2 aprile nella nostra Cattedrale di Ravenna sarò ordinato diacono! Mi chiamo Mattia Balelli, sono di Santerno e ho 26 anni.
Mi è stato chiesto: ‘scriveresti qualcosa di te, della tua vocazione in vista del tuo diaconato?’. Sono ben contento di farmi conoscere da tutti coloro che ancora non ho avuto la gioia di incontrare in questi anni. Sì, perché sono già sei anni che ho intrapreso questo cammino di scoperta della mia vocazione in Seminario.
‘Vocazione’. Quante volte mi sono imbattuto in questa parola. Quante volte mi son sentito chiedere: ‘come è nata la tua vocazione?’ oppure ‘ci parleresti della vocazione?’. Alla prima di queste domande è abbastanza facile rispondere perché basta dire tutto quello che è accaduto nella mia vita, a partire dal catechismo, abbandonato per un po’ dopo la Cresima: un cammino di fede che ricomincia all’età di 16 anni e che cresce nella conoscenza del Signore e nella consapevolezza di servirlo per ricambiare l’amore che Lui ha versato per noi sulla croce. Rispondere alla domanda: ‘cos’è la vocazione?’ è sempre un po’ più complicato. La vocazione è la chiamata di Dio: da sempre Dio chiama ogni uomo, gli dona una vocazione particolare e lo crea proprio per questo, per poterla realizzare, promettendogli di offrirgli tutto il necessario. Ma Dio non vuole fare questo senza il consenso esplicito della persona che chiama, e proprio per questo la vocazione costituisce un vero e proprio banco di prova della propria fede, della propria fiducia in Colui che chiama. La risposta alla vocazione, allora, è il frutto delle energie congiunte di Dio e dell’uomo. Recentemente ho letto in un libretto una storiella simpatica ed edificante che mi sembra adattissima a quello che stiamo dicendo: ‘si narra che un giovane pittore italiano fosse un entusiasta ammiratore di affreschi del Domenichino. Uno in particolare gli piaceva, a motivo della bella espressione dei volti. Frequentava quindi la chiesa dove l’affresco si trovava, e cercava di imitarlo sulla tela. Veniva ogni giorno e ogni giorno usciva dalla chiesa deluso. Da dietro, un anziano signore lo osservava. Ad un certo momento il giovane pittore, completamente scoraggiato, gettò il pennello a terra. L’anziano signore lo raccolse, prese i colori e, con pochi tratti, finì il volto nella maniera desiderata. Il giovane stupefatto esclamò: ‘Signore, lei è un angelo!’. Il signore rispose tranquillo: ‘No, sono Domenichino”. Ecco’ fine della storia! La conclusione mi sembra semplice: se noi siamo giovani pittori, Cristo è per noi come Dominichino, che completa il nostro sforzo, perché è Lui il vero artefice dell’opera.
In questi anni di Seminario, dove un giovane entra per verificare se il Signore lo ha chiamato alla vita sacerdotale, molte volte mi sono trovato a guardare in faccia il Signore e a chiedergli ‘Gesù, che cosa vuoi che faccia?’. Ora, a conclusione del mio cammino di scoperta della vocazione, aiutato dalle persone che hanno camminato con me: i miei compagni di Seminario, i Superiori del Seminario Arcivescovile di Ravenna e Regionale di Bologna, il padre spirituale, i sacerdoti che ho conosciuto, la mia famiglia, i miei tanti amici e quindi anche le comunità parrocchiali che ho incontrato cammin facendo,’ ora posso finalmente rispondere al Signore: ‘Eccomi Signore, son qui, abbiamo iniziato il disegno della mia vita insieme, io ci metto tutto me stesso, per quello che manca pensaci Tu’.
Ecco allora che con tanta gioia invito tutti all’ordinazione diaconale per poter insieme rendere grazie al Signore.
Mattia Balelli
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