20 Febbraio 2014

Testimoni di umanità

Testimoni di umanità
 
Dal ‘RisVeglio Duemila’  N. 7/2014
 
 
Giovedì 13 febbraio si è tenuto il primo incontro del percorso annuale di formazione per gli operatori caritas Emilia Romagna a Imola. Dalla nostra diocesi siamo andati in 29 (erano presenti volontari delle parrocchie di Portomaggiore, Cervia, Mezzano, San Simone e Giuda, Ponte Nuovo, San Vittore, San Biagio, San Rocco, e volontari e operatori della Caritas Diocesana e del Centro di ascolto diocesano).
 
E’ stata una giornata molto impegnativa e densa di contenuti sui quali abbiamo avuto modo di riflettere e confrontarci. Già nel saluto iniziale Sauro Bandini (direttore Caritas Forlì e nuovo delegato Caritas per l’Emilia Romagna) ci ha introdotto nel tema della prossimità attraverso la lettura del vangelo di Marco (Gesù che libera dal demonio la figlia della donna siro-fenicia). Ha sottolineato come Gesù impara la sua umanità dalla vicinanza agli altri, da come passa dal semplice ‘rispetto delle regole’ all’attenzione alla persona e di come questo diviene prossimità, una prossimità che va fatta partire dall’umanità, che non è mai scontata ma va curata attraverso le relazioni.
 
La prima relazione è stata di Padre Gianpaolo Carminati (Padre Dehoniano, Bologna). Ci ha richiamato in modo forte al primato della carità nella scelta dei poveri. Un’attenzione particolare è stata data all’ ‘amore-carità’ che è parte costitutiva della Chiesa. Partendo dalla parabola del capitolo 25, 31-46 di Matteo (‘Ho avuto fame e voi mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, n b”) ci ha aiutato a riflettere che la Chiesa non è Chiesa se non è amore e che l’attenzione ai poveri non riguarda solo una società giusta ma fa parte dell’essenza della Chiesa. Gesù già nelle prime parole scelte per presentarsi nel tempio ci lascia questo messaggio e questa vocazione ‘Lo Spirito del Signore è su di me’ per annunciare ai poveri un lieto messaggio” (Luca 4,16-21). E’ un Gesù che banchetta con i peccatori ‘per dimostrar loro l’amore pazzesco che Dio ha per te’. C’è un legame stretto fra i poveri e il corpo di Cristo. ‘Lo scopo del nostro stare con i poveri deve essere una scelta di campo di essere fratelli, prima ancora di dar loro qualcosa’. ‘Se non entra il tuo cuore in gioco allora si rischia di fare solo del buonismo’. Parole forti che ci hanno sicuramente anche messo in crisi, ma per fortuna arriva la Grazia di Dio che ci aiuta a ‘entrare in relazione con l’altro’ e ‘l’altro va anche pensato come la possibilità che il Signore mi dà per essere autentico perché diviene anche il senso del nostro essere cristiani’. ‘Se non siamo comunione non siamo segno di Dio, di un Dio che non ha paura di stare con i poveri’.
 
Anche la seconda relatrice, Giovanna Bondavalli (Famiglia Servi della Chiesa-Reggio Emilia) ha approfondito il tema della prossimità. Ci ha dato dei suggerimenti concreti partendo dal significato di acquisizione di competenze, capacità. Ma un bicchiere per essere capace di accogliere acqua deve aver dello spazio vuoto e così è forte il richiamo a svuotarci di noi stessi per far spazio in noi all’altro altrimenti senza questo svuotamento-impoverimento di noi stessi risulta impossibile accogliere l’altro, qui e ora. A volte rischiamo di essere ‘pieni di regole, linee guida, progetti’ e così l’altro non trova spazio in noi e diviene un destinatario di servizi, un caso e non un fratello. Ancora forte il richiamo alla nostra identità quando ci ricorda che ‘una chiesa che non sta accanto ai poveri perde il legame con la Pasqua, non è una chiesa incarnata’.
 
Il pomeriggio ci ha dato modo di confrontarci, ma il tempo è stato poco, gli stimoli erano stati veramente ricchi. E’ stata una giornata densa di contenuti ma anche di tante relazioni personali, ci siamo lasciati tutti con il desiderio di rivederci al prossimo incontro (che si terrà il 20 marzo dal titolo: Esserci: tra senso di disperazione e segni di speranza).
 
E’ stato utile e importante approfondire questi temi e lo è stato altrettanto approfondire le relazioni fra noi operatori della nostra diocesi, in fondo impariamo la ‘prossimità’ condividendo esperienze insieme! Grazie a quanti hanno partecipato! E a presto!
 
 
Raffaella Bazzoni