
La storia religiosa (e insieme civile) del territorio costiero di Marina di Ravenna, Porto Corsini, Marina Romea e Punta Marina
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 3/2014
Di Enzo Tramontani
Un sincero apprezzamento all’amico Pericle Stoppa, noto come autore di pubblicazioni di pregio e per avere ricoperto anche funzioni d’impegno civile nell’istituzione comunale e circoscrizione del mare, per il suo recente volume scritto ‘con passione, coinvolgimento e competenza’ sulla base di ricerche storiche ‘attente e minuziose per non dire difficili’ ed edito nel 50° anniversario della consacrazione e inaugurazione della nuova chiesa di San Giuseppe in Marina di Ravenna.
Si tratta di una micro-storia, non per questo di minor valore perché ‘ al contrario ‘ è proprio questa la linea letteraria preferita dagli storici di oggi: scendere dalla grande storia e calarsi nel solco di tante piccole storie personali o locali, micro-storie che restituiscono un’anima al vissuto dei tanti che ci hanno preceduto, qui in particolare sacerdoti che vengono tratti dall’oblìo del tempo, i quali con la propria presenza ed opere rappresentano le radici remote delle comunità vive nelle parrocchie di oggi su una larga fascia della costa ravennate.
Per onestà e ossequio alla verità storica va però detto che il germe della primitiva nascita di un nucleo religioso in zona non è attribuibile all’istituzione ecclesiastica né allo zelo di un anonimo pastore d’anime in cerca di pecorelle smarrite e abbandonate. E’ attribuibile invece alla fede genuina e giustamente esigente di quel primo nucleo di pescatori provenienti da Chioggia, che alla fine del Seicento impiantarono ‘un mercato del pesce al centro dell’ampia insenatura della Baiona, nei pressi del canale della Fossina’, mercato che avrà un forte incremento nei primi decenni del Settecento. Ebbene, questi umili pescatori chioggiotti minacciano di chiudere il mercato e spostarsi altrove se in zona non c’è un luogo di culto per partecipare alla messa nel giorno di domenica. Può sembrare irrilevante un tale atteggiamento oggi? Forse sì nel clima di una fede relativa, ma non lo fu affatto per quei veri credenti, e doverosamente la circostanza è sottolineata dall’arcivescovo mons. Lorenzo Ghizzoni nella Presentazione del libro da lui firmata, ove richiama la testimonianza dei cristiani di Abiténe ‘ nell’attuale Tunisia ‘ i quali, al giudice romano che li interroga, attestano di non potere vivere sine dominico, senza cioè l’eucaristia domenicale, e condannati vanno coraggiosamente incontro al martirio, l’anno 304.
Una bella lezione per l’oggi!
Io che qui scrivo, apro una parentesi: perché non pensare ‘ dopo quattro secoli dall’arrivo di quei pescatori chioggiotti ‘ a una sorta di gemellaggio tra Marina di Ravenna e Chioggia?
Fu dunque in questo contesto che nel 1726 nasce nella marina il primo edificio religioso, una chiesetta che sarà detta ‘della Fossina’ e intitolata a S. Maria Maddalena, costruita dai monaci benedettini di San Vitale. Il territorio costiero, all’epoca, era parte della parrocchia urbana di S. Biagio (a metà Ottocento passerà sotto la giurisdizione della parrocchia dei Santi Simone e Giuda, di recente istituzione) per cui la chiesetta della Fossina avrà titolo di ‘cappellanìa’: vi officerà un sacerdote ‘cappellano’ cui verrà assegnato un sussidio mensile dalla Sanità marittima. Se ne conoscono i nomi (puntualmente riportati nel libro) a partire dal 1845.
Non è possibile, per ragioni di spazio, descrivere qui ogni sensibile sviluppo della località. Ma non possiamo tacere lo sviluppo determinato dal riordino idraulico nella Ravenna della prima metà del Settecento, messo in opera dal cardinale Alberoni (‘il vero padre della Ravenna moderna’ lo chiamerà Santi Muratori) con la diversione dei fiumi Ronco e Montone che soffocavano la città con periodici disastrosi allagamenti, la realizzazione di un nuovo porto e del canale di collegamento col mare, opere grandiose tutte intitolate alla casata ‘ Corsini ‘ del papa Clemente XII, fortemente deciso a risolvere i problemi di Ravenna. Così si ebbero Porto Corsini (l’agglomerato abitato della costa) e il Canale Corsini, dalla gente del posto comunemente chiamato Candiano.
Nel 1919 Porto Corsini diventa parrocchia a sé, intitolata a San Giuseppe, con chiesa che sorgeva sulla via d’Alaggio (la strada d’accesso a Porto Corsini) che partendo da Ravenna costeggiava il Candiano. L’edificio religioso verrà completamente distrutto durante un bombardamento aereo nel 1944. Nel 1930 l’amministrazione comunale dividerà l’abitato, che stava vivendo uno sviluppo abitativo ingente, in due frazioni: la destra del canale prenderà il nuovo nome di Marina di Ravenna, mentre il vecchio nome di Porto Corsini resterà nella parte a sinistra del canale. Intanto, nel secondo dopoguerra del secolo XX, prese a svilupparsi come zona abitativa anche quel tratto di costa già chiamato Punta Marina. Così, dal punto di vista ecclesiastico, le località di Punta Marina nel 1957 e di Porto Corsini nel 1960 diverranno parrocchie autonome, con territorio scorporato dalla parrocchia di Marina di Ravenna.
Marina di Ravenna intanto, dopo avere officiato i riti religiosi in una chiesina di legno detta ‘baraccata’, avrà la sua nuova chiesa di San Giuseppe (l’attuale) nel 1963.
Oggi, sul territorio costiero dell’antica chiesetta ‘della Fossina’ del 1726, sorgono ‘ con proprie comunità permanenti e quelle estive dei bagnanti ‘ ben quattro chiese: San Giuseppe a Marina di Ravenna, Sacro Cuore a Porto Corsini con chiesa succursale dell’Assunzione di Maria in Marina Romea, San Massimiano a Punta Marina Terme.
Per molte interessanti notizie storiche qui necessariamente omesse si rimanda al libro di Stoppa, bello anche da un punto di vista grafico e ricco di ben 122 illustrazioni in testo: uno squarcio di storia locale che non può mancare nella biblioteca del gentile lettore.
Stoppa Pericle, ‘La parrocchia di San Giuseppe dalle origini ai giorni nostri ‘ la presenza di chiese e l’opera di religiosi nel territorio di Porto Corsini, Marina di Ravenna, Punta Marina e Marina Romea dalla fine del ‘600 a oggi’, Presentazione di Mons. Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo di Ravenna-Cervia, Edizioni Capit, Ravenna 2013, pp. 192, ‘ 18.00.