Seminaristi a Roma

Seminaristi a Roma
 
Dal ‘RisVeglio Duemila’  N. 28/2013
     
Ravenna, sabato 6 luglio, è mattina presto e ci ritroviamo insieme in Seminario; siamo quattro seminaristi, purtroppo ne mancano due: uno non sta molto bene e un altro è impegnato per un esame a Bologna. Con don Ennio Rossi, collaboratore del Rettore e nostro accompagnatore, si parte per Roma, alla volta del pellegrinaggio mondiale in occasione dell’Anno della Fede, a cui sono stati invitati seminaristi, novizi, novizie e tutti coloro che sono in cammino di discernimento vocazionale. Al termine del viaggio, sistemati i bagagli nel nostro alloggio, si va in piazza san Pietro. Il sole svetta e si abbatte su migliaia di giovani seminaristi, novizi e novizie in attesa di entrare in Aula Paolo VI, dove il Papa vuole incontrare tutti i giovani che Gesù sta chiamando a sé. Qualche nuvola passeggera e una leggera brezza attenuano la calura e vengono accolte con applausi e canti di ringraziamenti.  Tutti pensano tra sé ‘Tra poco incontreremo Papa Francesco’. Dopo una fila di tre ore e un po’ di calca per i necessari controlli per la sicurezza, si aprono i cancelli e come un gregge ci si avvia tutti verso il pastore: finalmente l’udienza del Papa con circa 6.000 seminaristi, novizi/e partecipanti da tutto il mondo! In Sala Nervi il clima che si respira durante l’attesa è gioioso e di festa. Per uno di noi è la sua prima udienza col papa, un’esperienza ‘spiritualmente ritemprante’. Prendiamo posto e poco dopo siamo contenti di accogliere il nostro Arcivescovo, che era già a Roma. Siede vicino a noi e starà sempre con noi in queste due giornate, condividendo i pasti in un clima molto famigliare e di confidenza: ciò ci ha trasmesso che la scelta di consacrazione al Signore, che stiamo compiendo, non è un fatto individuale ma ecclesiale; cioè non siamo soli nel nostro cammino, ma stiamo sposando una comunità che ci ha accolto e ci attende. Ora viviamo il tempo del fidanzamento, come ci ricorderà tra poco il Santo Padre.
 
Intanto, sul palco si susseguono tre belle testimonianze di vocazioni diverse, intervallate da momenti di musica e canto, che precedono l’arrivo del Santo Padre. Eccolo entrare all’improvviso! Con il suo solito modo di fare a cui ci sta abituando, saluta, accarezza e abbraccia chi incontra, prima di giungere infine sul palco. Con magistrale semplicità e spontaneità papa Francesco ha saputo ben definire che cosa abbiamo scelto per il nostro futuro e come va vissuta questa nostra risposta, che è un ‘per sempre’ in contrasto con la provvisorietà di questo mondo. Proprio come un Padre, ci sprona a fare scelte definitive senza cedere alla ‘cultura del provvisorio’, ci invita a inseguire la gioia che nasce dalla relazione con gli altri e dall’amore che Dio nutre per noi. Il cuore si scalda, come ai discepoli di Emmaus, ricordati nel brano del vangelo proclamato durante il momento di preghiera. Il papa ci invita ad annunciare il Vangelo con una vita autentica e coerente, una vita controcorrente, trasparente, sostenuta dalla preghiera e lontano dalle chiacchiere, per vivere così nella gioia di una vita pastorale feconda. L’incontro è stato emozionante ed incoraggiante. Emozionante per il fervore spirituale che si respirava e per le parole sincere e dirette del santo padre; incoraggiante perché, in mezzo a tanti altri giovani che stanno compiendo la tua stessa scelta di vita, non ti senti solo a sfidare il mondo in completa controtendenza alla sua mentalità secolare. È stato anche bello ritrovare amici incontrati e conosciuti in altre occasioni.Con un invito a pregare per lui ci saluta e noi proseguiamo con la recita del Santo Rosario, in processione nei giardini vaticani.
 
La Santa Messa di domenica mattina in San Pietroè stata il culmine di queste giornate, ma anche la fonte da cui ripartire per continuare il cammino di formazione e testimoniare al mondo con la propria vita il mistero dell’amore di Dio, che chiama alcuni, senza alcun loro merito, ad essere segno e testimonianza di una realtà nuova che ora non si vede, ma che apparirà alla fine dei tempi. Con l’Angelus di mezzogiorno in piazza si è concluso questo nostro breve, ma davvero intenso pellegrinaggio: il papa ci invita a tornare nelle nostre diocesi e a vivere con gioia e coraggio, cioè di stare saldi in una Scelta gioiosa, con concretezza nella testimonianza e trasparenza nella confessione, vivendo la preghiera del cuore costante. Ecco ciò che ci portiamo a casa da questa esperienza.
 
Al nostro ritorno a Ravenna, prima di salutarci e tornare al servizio delle nostre parrocchie, ci siamo recati subito a salutare il nostro Rettore Don Sandro, che è stato poco bene in quei giorni e così abbiamo potuto condividere anche con lui la gioia e la Benedizione Apostolica che il Santo Padre ci ha dato.
 
I Seminaristi
Raffaele, Luca, Matteo e Roberto