La Messa del 1° Maggio

La Messa del 1° Maggio
 
     
Alla presenza dei fedeli e della rappresentanza delle Autorità cittadine, mercoledì 1° maggio è stato celebrato in Duomo a Ravenna il rito liturgico della Festa di S. Giuseppe, presieduto da Mons. Lorenzo Ghizzoni. Nel contesto del riferimento biblico della creazione (Genesi), l’Arcivescovo ha puntualizzato nell’omelia i temi essenziali, che devono essere particolarmente cari ai cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà.  Ha sottolineato il valore del lavoro, la sua ‘grandezza’, quale costitutivo inalienabile della persona; il lavoro come espressione della totale realizzazione dell’identità del’uomo. Non si dà la perfettibilità della società, con i suoi contributi di partecipazione, se la stessa società non si rapporta alla sua Fonte, da cui trae significato: l’uomo creato da Dio, che, con il suo lavoro, continua nel tempo l’opera divina della creazione. Di qui una conseguenza. Gli uomini hanno tutti dei talenti da sviluppare, chi pochi e chi molti. E’ proprio della natura dell’uomo mantenere e sviluppare questi talenti per continuare l’opera della Creazione. Quando, dunque, si parla di valore del lavoro, va individuata l’unica, peculiare risposta: la ‘chiamata’ di Dio Creatore. E’ il concetto di lavoro come vocazione, come essenziale collaborazione con Dio a estendere la bontà del Creatore in tutte le cose. Dio inizia il cammino, ma nel suo cuore c’è un disegno: l’affidamento di questo cammino alla creatura fatta ‘ad immagine e somiglianza di Se Stesso’.
Dopo questa premessa, l’Arcivescovo è passato ai ‘postulati’, che sono coerenti essa. Il lavoro ha tanto più valore quanto più crea risorse da condividere con chi ne ha meno. Ed è ovvio il ritornello della ‘solidarietà’, soprattutto oggi, dove la crisi economica sta causando nella società situazioni di enorme difficoltà. Ecco l’invito: tutti siamo obbligati a riflettere bene per  scegliere bene. Tutti sono chiamati alla responsabilità: i lavoratori, i sindacati, gli imprenditori, le parti sociali.
‘Responsabilità’ significa soprattutto mettere le risorse a servizio di chi è in difficoltà e non riesce a sopravvivere. Sono autentici gesti solidali quelli di onorare i debiti con l’intervento degli istituti di credito in aiuto delle aziende, con condanna della speculazione finanziaria. Il lucro sui fallimenti, oltre che essere combattuto, va alienato tramite uno stile di vita coerente con la corretta visione dell’uomo. Tutti, poi, devono dare spazio ai buoni esempi. I genitori si devono preoccupare di preparare i figli alla vita con l’esperienza di lavori semplici. La logica del senso del lavoro è semplice: trovare il lavoro e mantenerlo secondo il bisogno. Occorre rinunciare alle ambizioni personali. Occorre che sia riconosciuto il valore dell’attività svolta, perché ne possa scaturire una remunerazione adeguata. L’occupazione va sostenuta con strumenti adeguati, come i lavori socialmente utili, i contratti di solidarietà, tutti quegli istituti legislativi che permettano al lavoratore di sviluppare la propria identità personale e professionale. Questa è educazione, ha continuato Mons. Ghizzoni, supportato anche da un recente documento della Consulta dei Vescovi di Romagna. A conclusione della celebrazione l’Arcivescovo ha proposto la concretezza di un ‘gesto di solidarietà’: il proposito di far assumere lavoratori da parte delle Autorità, quanto meno per contenere il triste fenomeno di casi di famiglie in difficoltà con figli minorenni, di genitori che perdono il lavoro.
Mirro Amoni – Collaboratore PSL Diocesana