La bellezza della dignità: un percorso di re-integrazione delle donne vittime della tratta

 

La bellezza della dignità: un percorso di re-integrazione delle donne vittime della tratta
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 11/2013
 
‘La bellezza della dignità: sguardi sulla società contemporanea’ è il secondo appuntamento del ciclo di incontri ‘Quale bellezza ”promossi da il Punto di incontro dei Cappuccini, che si è tenuto lo scorso 13 marzo presso il Seminario Arcivescovile di Ravenna. L’immagine femminile che viene proposta nella nostra società attraverso i media e la pubblicità è di donna-oggetto, e come tale di consumo, un modello dominante lesivo per la donna e che rende lecito ogni cosa. Suor Eugenia Bonetti, missionaria in Africa e a sostegno delle donne immigrate a Torino, e Alessandra Bagnara, Vice comandante della Polizia Municipale di Ravenna, Presidente di Linea Rosa di Ravenna, aiutano donne attraverso progetti in contesti diversi la strada, e la casa.
Suor Eugenia Bonetti ha trascorso 24 anni in Kenya occupandosi di educazione dei giovani e in particolare delle donne sia nel campo sociale e pastorale. Attualmente a Roma, ma si può dire sempre in viaggio, è responsabile dell’Ufficio tratta delle donne e minori dell’Usmi. Numerosi i riconoscimenti che ha ricevuto, fra cui quello di Commendatore della Repubblica per l’infaticabile lotta contro la schiavitù delle donne. Molto apprezzato il suo intervento a Roma nel febbraio 2011 alla manifestazione ‘Se non ora quando’, organizzata da e per le donne. Racconta la sua esperienza nel libro ‘Spezzare le catene’, edizioni Einaudi, scritto in collaborazione con la giornalista Anna Pozzi; la catena è il simbolo della schiavitù, ha molti anelli per queste nuove schiave del ventunesimo secolo. Suor Eugenia li elenca: ‘sono quelli delle vittime e della loro povertà, degli sfruttatori e dei loro ingenti guadagni, dei clienti con le loro frustrazioni, della società con la sua opulenza, e senza valori, dei governi conniventi e corrotti, della Chiesa e di ogni cristiano, con il nostro silenzio e l’indifferenza’.
Parole forti, pronunciate da chi ha vissuto e continua a vivere in prima linea a fianco delle donne. Di Joy, Sonia, Mercy Low Lai Tin, e tutte quelle donne circuite, ingannate con false promesse di un lavoro, per uscire dalla povertà abbandonano il loro Paese con la speranza di un futuro migliore per sé e i propri figli. Una dimensione del fenomeno che diviene internazionale poiché tocca diversi Paesi sia d’origine, di transito e destinazione, e necessita un lavorare insieme in rete a varie nazionalità per dare risposte a queste persone. Missionaria della strada e della notte, così si definisce, per dare l’opportunità a donne rese schiave dai sistemi della nostra società di ritornare donne, attraverso un lungo percorso di re-integrazione. Nella nostra realtà la violenza e i maltrattamenti alle donne sono spesso agiti all’interno delle mura domestiche, quindi da persone conosciute, ha spiegato Alessandra Bagnara.
Una risposta è la Casa rifugio, diviene luogo sicuro e di protezione alla donna e ai propri figli. A livello nazionale non se ne conosce la reale dimensione, tuttavia la richiesta di aiuto è in aumento, un riferimento viene dai media quando riportano casi di femminicidi. Nel 2007 la Regione Emilia Romagna risulta avere il maggior numero di denunce, ciò è scaturito da una maggiore opportunità delle donne di denunciare i maltrattamenti subiti. l’Associazione Femminile Maschile Plurale sta promovendo degli incontri di sensibilizzazione. Il Consiglio Comunale ha votato una modifica nel proprio statuto vietando pubblicità, manifesti, immagini lesive alle donne. La partecipazione agli incontri di studenti di classi del Liceo Classico D. Alighieri (docente Paola Rossi Balella) e del Liceo Scientifico A. Oriani (docente Marta Chiocci) e gli interventi al dibattito sono stati espressione di attenzione e sensibilità alle tematiche trattate.
Cinzia Medri