Il Gruppo missionario di S. Rocco

 

Il Gruppo Missionario di San Rocco
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 3/2013
 
Lo scorso 9 gennaio si è incontrato con Don Stefano Morini
Gruppo Missionario di San Rocco
 
Claudia e Francesco, Emanuela, Simona, Silvia, Marco: sono questi i giovani che hanno partecipato all’incontro svoltosi nella parrocchia di San Rocco, mercoledì 9 gennaio 2013 alle ore 21, con Don Stefano Morini, nuovo Direttore del Centro missionario diocesano.
L’occasione dell’incontro, come ha illustrato Don Stefano, è stata quella di conoscere da vicino tutte le realtà presenti nella Diocesi, per cercare di creare un’équipe che possa coordinare ed animare i vari gruppi che svolgono attività missionaria nelle parrocchie, facendo emergere un tessuto di relazioni, impegni, operosità finora in ombra.
Sollecitati da Don Stefano, questi giovani operatori hanno ripercorso la loro storia parrocchiale, ricordando la figura di padre Silvio, che è andato via il 20 ottobre, loro guida spirituale, che stabiliva un legame con le realtà missionarie nel mondo, con particolare riferimento al Burkina Faso, verso cui si indirizzava un impegno rimasto costante nel tempo. La motivazione della scelta veniva rafforzata negli incontri di meditazione, almeno una volta al mese.
La preparazione, soprattutto per l’ottobre missionario, si svolgeva riflettendo su documenti pontifici, su articoli di giornali cattolici e di ordini missionari, per avere l’attenzione rivolta ai temi che stimolassero una presa di coscienza di problemi riguardanti la condizione umana nella complessa realtà del mondo.
Agli incontri partecipava talora chi aveva vissuto esperienze missionarie e le descriveva con il calore della testimonianza in prima persona, come Enrico Tabanelli.
Nei momenti indicati dal calendario missionario, l’animazione rivolta ai bambini si concretizzava in attività laboratoriali entusiasticamente partecipate, come ‘Un sacco di” su idea di Marco Vitali – catechista – decoupage, bancarelle con vendita di oggetti costruiti con materiale da riciclo o di bottiglie d’acqua per ricordare la sete del Darfur.
Il tutto svolto in armonia con i parrocchiani disponibili e con uno spirito di collaborazione senza confini d’età.
Da queste serene esposizioni, dal modo pacato e raccolto di narrare con modestia, è emerso il profilo di un gruppo, come ha riconosciuto Don Stefano, coeso, ben indirizzato e preparato, che interroga e dispone a una domanda.
E Don Stefano, con la sua immediatezza, l’ha posta: ‘Cosa desiderate? Cosa vorreste fare?’.
La risposta non si è fatta attendere.
Nell’Anno della Fede, approfondire il messaggio del Papa, che hanno avuto modo di leggere e da cui sono rimasti colpiti, perché hanno colto motivi per un esame della propria condizione di credenti, in un mondo che sta attraversando una fase senza precedenti di cambiamenti profondi. Sapere della dedizione agli altri e del sacrificio della vita di tanti missionari, ‘fa sentire scoperti’ e si avverte l’urgenza di ‘mettersi in gioco e di avere un punto di riferimento’ che consenta di costruirsi una visione del mondo, per ‘sapere dove andare, e non brancolare nel buio’.
Si avverte ‘il vuoto sotto’ ed occorre ‘fare un attimo di spessore, per trovare una direzione di marcia che indichi e definisca uno stile di vita. ‘I gesti concreti, se non supportati da profondi convincimenti, possono anche essere inutili. Altrimenti si va poco in là’.
Andare avanti, nel modo migliore ed in questo desiderio l’aspetto pratico è di minore importanza, mentre emerge il bisogno di formazione, di preghiera, di riflessione guidata e ispirata ai documenti della Chiesa.
Anna Martino