Galletti-Abbiosi. Archiviazione

 

Galletti-Abbiosi. Archiviazione
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 2/2013
 
Dal 1974 l’ex orfanotrofio Galletti Abbiosi è un antico palazzo storico, affrescato, con marmi e stucchi, chiuso e abbandonato in mezzo alla città, in via di Roma. La città lo guarda, a nessuno interessa nulla delle sorti di quell’immobile, probabilmente mancano denari liquidi per ogni intervento. Nel 1997, dopo 23 anni, viene promulgata una Legge che finanzia interventi di ristrutturazione e manutenzione in previsione del Giubileo. I finanziamenti li può ricevere l’Archidiocesi, perché la Legge decide che solo gli enti ecclesiastici possono essere i beneficiari, insieme ad alcuni enti pubblici. L’Archidiocesi ottiene in uso l’immobile riesce a ricevere 4.750.000.000 di lire, oltre accessori di legge, che insieme ai 2.000.000.000 di lire provenienti dalla Fondazione proprietaria, consente di ristrutturare l’intero immobile in neppure un anno. Il finanziamento è concesso dallo Stato per la destinazione a struttura alberghiera a basso costo, quale albergo o pensione a 1 o 2 stelle. Il Decreto del Ministero, cioè la legge dello Stato, individua solo quella finalità di utilizzo giubilare e post-giubilare. Nessuno dice nulla. L’immobile è gestito direttamente dall’Archidiocesi, tramite l’Opera di Religione della Diocesi, accoglie studenti, professori universitari e turisti fino al 2005. Nessuno dice nulla. La gestione è difficile, gli studenti sempre meno, si cerca la collaborazione di un privato che, rimanendo sempre nelle finalità di concessione del Ministero (ndr. struttura alberghiera a basso costo, tipo albergo o pensione ad 1 o 2 stelle) consenta un migliore utilizzo della struttura. Sono trascorsi cinque anni dall’apertura della rinnovata struttura ricettiva. E’ il 2005. Incominciano le polemiche. Inizia a soffiare il ‘venticello’; si inasprisce la campagna mass mediatica proveniente da varie fonti su alcune testate locali (ndr. è un fatto, non bisogna prendersela, è sufficiente leggere la corposa rassegna stampa). Nel 2007 il primo esposto penale: archiviato dalla Procura. Continuano incessanti le polemiche: vere e proprie ondate di articoli a più riprese sui giornali. La polemica si fa anche politica. Bersaglio principale, il più debole e in vista: l’Archidiocesi, con il Vescovo e l’Economo. 2009 inizia un nuovo procedimento penale, secretato per legge. Da ottobre uno stillicidio continuo sui giornali contro Mons. Guido Marchetti e Raffaele Calisesi: sembrano gli unici due coinvolti. Dal 2009 al 2013 quasi cento articoli pubblicati, su carte e sul web.  Intanto le persone coinvolte soffrono come ‘cani’, alla gogna di un’intera città. Si alza il livello di tensione sulla vicenda, piano piano; le indagini sono lunghe, molto lunghe; ad ondate, ogni tre mesi compaiono raffiche di interrogatori, sequestri di documenti, fino ad arrivare dopo oltre due anni all’interrogatorio dei principali interessati Vescovo, Mons. Giuseppe Verucchi, successivamente, Mons. Guido Marchetti e gestore Raffaele Calisesi. Febbraio 2012 la Procura deposita richiesta di archiviazione. Gennaio 2013, il  Giudice per le indagini preliminari deposita decreto di archiviazione. Entrambi i provvedimenti giudiziari concludono, affermando che ‘non sussistono elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio nei confronti degli odierni indagati’. Sono passati otto anni circa dall’inizio, accompagnati da polemiche, da quel sottile, neanche tanto, ‘venticello calunnioso’ e da procedimenti penali. Fine di un incubo; gli indagati ne escono ‘massacrati’, ma sollevati, con una dichiarazione di non colpevolezza e di innocenza. Rimane solo un interrogativo: Perché tutto questo? Chi ha mosso tutto questo? Il tempo è galantuomo e padre di tutti i prodigi.
Enrico Maria Saviotti