18-25 gennaio: Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani

 

18-25 gennaio: Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 2/2013
 
Quel che il Signore esige da noi
Dal 18 al 25 gennaio è in programma anche a Ravenna la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani.
La presentazione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani quest’anno propone i versetti 6-8 al capitolo 6 del profeta Michea (chi come Dio) che così recitano: ‘Quale offerta porteremo al Signore, al Dio Altissimo, quando andremo ad adorarlo? Gradirà il Signore migliaia di montoni e torrenti di olio? Gli daremo in sacrificio i nostri figli, i nostri primogeniti per ricevere il perdono dei nostri peccati? In realtà il Signore ha insegnato agli uomini quel che è bene, quel che esige da noi. Praticare la giustizia , ricercare la bontà e vivere con umiltà davanti al nostro Dio’.
Tale presentazione è firmata da Mons. Mansueto Bianchi, Vescovo di Pistoia, Presidente della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo della Cei, dal Pastore Massimo Aquilante Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, dal Metropolita Gennadios, Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta ed Esarca per l’Europa Meridionale (Patriarcato Ecumenico).
Tutti siamo invitati a leggere e riflettere sui contenuti del messaggio profetico che esige da noi il praticare la giustizia, ricercare la bontà e vivere con umiltà davanti al nostro Dio.
Giustizia e pace costituiscono una forte e salda alleanza tra Dio e l’umanità per la costruzione di una società fondata sulla dignità, uguaglianza e fraternità. Quest’anno 2013 il materiale per la ‘Settimana di Preghiera’è stato preparato dallo Student Christian Movement in India ( S.C.M.I.) in occasione del suo centenario di vita. Attualmente in India vige un contesto di grave ingiustizia nei confronti dei Dalits considerati una comunità ‘fuori dalle caste’. A motivo di questo sistema di caste i Dalits sono socialmente emarginati, politicamente sotto rappresentati, sfruttati economicamente e soggiogati culturalmente. Quasi l’ottanta per cento dei cristiani indiani sono di origine Dalit. Nel ventesimo secolo, nonostante un notevole progresso, permangono le divisioni dottrinali ereditate dall’Europa e da altri Paesi. In India la mancanza di unità fra le Chiese e in seno ad esse, è accentuata ancor più dal sistema delle caste. Tale sistema, come l’apartheid , il razzismo e il nazionalismo, mette seriamente alla prova l’unità dei cristiani in India e di conseguenza, la testimonianza morale ed ecclesiale della Chiesa quale unico corpo di Cristo .
Nella situazione dei Dalits oggi l’insistenza di Michea sull’elemento morale della nostra Fede ci interpella su che cosa veramente Dio voglia da noi: offrire solo sacrifici o camminare con Lui nella giustizia e nella pace? La metafora del cammino è stata scelta per collegare la tematica degli otto giorni. I cammini degli otto giorni sono: il dialogo, il corpo Cristo, la libertà, figli della terra, amici di Gesù, oltre le barriere, solidarietà, celebrazione.
Nei villaggi indiani numerose comunità Dalits sono collegate al suono del tamburo rituale che invoca la presenza del divino tenendo lontano il male. La percussione dalit viene oggi ritenuta come una celebrazione della cultura e dell’identità di queste comunità. Uno dei mestieri collegati con alcune comunità Dalit in India è quello di ‘cucire i sandali’ed è mezzo di sostentamento in una esistenza di pazienza e di speranza in seno a condizioni degradanti e disumanizzanti.
La speranza delle nostre riflessioni per gli otto giorni è che le esperienze Dalit possano divenire per noi come i sandali che indossiamo mentre procediamo nel sentiero della giustizia facendo quello che Dio esige da noi.
Maria Angela Baroncelli Molducci
 
Immagine tratta dal sito www.chiesacattolica.it