
Oggi compiamo il rito dell’ultimo saluto nella celebrazione eucaristica, a don Umberto Paganelli, già parroco qui a Cervia, dove ha svolto l’ultimo tratto del suo servizio a tempo pieno e con totale dedizione alla nostra Chiesa di Ravenna Cervia. Era nato il 6 aprile 1937 a Gattolino di Cesena. La sua vocazione la coltivarono, ha scritto lui stesso, i sacerdoti di Gattolino e i Padri Comboniani, che lo hanno accompagnato e tra i quali è rimasto fino al 1969, avendo anche conseguito una laurea in lettere classiche nel 1968. A Milano era stato ordinato diacono il 16/12/1961 da monsignor Giovan Battista Montini, futuro Paolo VI. Invece era stato ordinato presbitero a Cesena il 6 febbraio del 1962 da monsignor Augusto Gianfranceschi.
Entrato nella nostra Diocesi fu cappellano a Cervia dal 11 agosto 1969 al 7 novembre 1972. Poi fu cappellano ad Argenta dall’8 novembre 72 al 31 marzo 73. Fu nominato parroco di Bando il 1 aprile 73 dove rimase fino al 19 settembre 77, poi parroco di Longastrino e di Anita dal 20 settembre 77 al 14 ottobre 1985. Fu poi parroco anche di Bando dal 19 gennaio 1990 al 14 ottobre 95. Passò poi a Cervia come parroco dal 27 ottobre 1995 e canonico della Concattedrale. Era amministratore anche della Malva dall’ottobre 1995 al 19 settembre 2004. Poi ebbe la cura pastorale di Sant’Andrea di Cervia dal luglio 2000 al 19 settembre 2004 e di Tagliata dal settembre 2002 19 settembre 2004. Rinunciò alla parrocchia di Cervia nel 2013 per ragioni di salute, e fu nominato canonico della Cattedrale di Ravenna il 30 novembre 2013, e poco dopo collaboratore della parrocchia di Tagliata di Cervia dal 21 febbraio 2014, dichiarandosi anche disponibile per fare il confessore del Seminario.
La situazione fisica molto limitante, non gli impedì di celebrare e ricevere a Tagliata molte persone conosciute nel suo ministero parrocchiale che accompagnava spiritualmente, compresi i giovani che aveva sempre cercato di educare alla fede e nella vocazione. Qui il nostro seminarista Riccardo Pollini, di Cervia, può testimoniare quanto abbia cercato di sostenere e seguire nel loro cammino vocazionale, lui come altri ragazzi della parrocchia. A causa dell’infermità e anche per il venir meno delle forze alla signora Pia Balzani che lo assisteva da diversi anni, decise di andare nella Casa di Fraternità Betania a Marina Romea. Anche qui ha continuato a celebrare, a ricevere fedeli e a dare un contributo con la sua presenza al clima di accoglienza e alla spiritualità della casa, fino agli ultimi giorni quando la malattia ha prevalso. Don Umberto, infatti, è tornato alla Casa del Padre il 25 novembre 2025 all’età di 88 anni, 63 dei quali dedicati al ministero sacerdotale.
La parola di Dio nelle letture di oggi riportava una professione di fede del re pagano che diceva: “Si tema davanti al Dio di Daniele, perché egli è il Dio vivente, che rimane in eterno; il suo regno non sarà mai distrutto e il suo potere non avrà mai fine. Egli salva e libera, fa prodigi e miracoli in cielo e in terra: egli ha liberato Daniele dalle fauci dei leoni”. Una liberazione che i Padri della Chiesa hanno visto come una anticipazione della risurrezione; e la dichiarazione del re come un atto di fede nel Dio vivente, nel Dio che ama la vita e può dare la vita eterna, visto che lui “rimane in eterno”. E in questa fede con al centro la Trinità e il Cristo morto e risorto, ha vissuto don Umberto, con un ministero pastorale instancabile, aperto ad accogliere tutti, con pazienza e con il sorriso, ma anche con una volontà ferma e decisa, pronto a sostenere nuove iniziative pastorali o caritative. Era stato sempre pronto a lasciare le comunità nelle quali era stato mandato, per impegnarsi nelle nuove, con una umiltà e una disponibilità esemplare, anche se l’affetto per le persone non veniva a mancare. Fino alla sua ultima destinazione cioè Cervia, dove ha messo davvero a disposizione le sue doti umane e i suoi doni spirituali. La sua formazione missionaria lo ha certamente aiutato in questo. Nonostante le fatiche fisiche, anche per le malattie o gli incidenti, la sua disponibilità e l’intensità spirituale con la quale accostava le persone, hanno lasciato il segno nei cuori di tanti i fedeli, in tutte le parrocchie dove è stato.
Lascio quindi la parola a lui in due scritti che sono nell’insieme il suo testamento spirituale. Il primo scritto (del luglio 2003):
“Ringrazio il Signore per l’amore con cui mi ha amato, dal mio concepimento alla mia morte. Chiedo perdono a quanti avessi offeso o dispiaciuto. Ringrazio la mia famiglia da cui ho ricevuto amore e formazione. Sono grato ai sacerdoti di Gattolino che mi hanno seguito. Voglio dire il mio grazie ai padri Comboniani da cui sono stato accolto e accompagnato. Ringrazio gli Arcivescovi di Ravenna Cervia…, che mi hanno mostrato affetto e fiducia. Particolare gratitudine rivolgo alle comunità di Bando, Longastrino e Anita. Mi hanno accettato con affetto e generosità. A tutte assicuro la mia preghiera dall’eternità. Alla parrocchia di Cervia esprimo fedeltà e riconoscenza: ha accettato la mia guida e ha condotto avanti iniziative non sempre facili”.
In un secondo scritto più recente, del 2021, aggiunge: “Ringrazio il Signore perché oltre a doti di mente e di cuore, mi ha dato tribolazioni e afflizioni che spesso mi hanno accompagnato. Gli offro le cose buone che mi ha dato di compiere. Gli chiedo perdono ancora una volta delle mie mancanze e dei miei peccati. Sono riconoscente alla mia famiglia per l’amore e la responsabilità che mi ha trasmesso. Sono anche grato alla mia parrocchia perché mi ha insegnato, concretamente, l’amore a Gesù Cristo e alla Vergine Maria. La mia gratitudine si estende al seminario di Cesena e di Bologna avendomi inculcato il desiderio di spendere la vita per fare conoscere la salvezza in Gesù, amico e salvatore dell’uomo”.
Lo raccomandiamo al Signore e siamo sicuri che non cesserà la sua preghiera per le vocazioni sacerdotali e per la crescita della fede nei giovani e nei ragazzi. Una intenzione che è sempre più urgente nella nostra Chiesa e che sta a cuore certamente anche al Buon Pastore, il Signore Gesù Cristo.
Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo
