Don Erio Castellucci al Corso Diocesano: La Fede Pregata
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 45/2012
La preghiera sempre più oggi è divenuta una semplice richiesta, una domanda personale che viene fatta a Dio perchè esaudisca, per lo più, un bisogno materiale o ci scampi da un pericolo. Questa è una spiacevole riduzione, alla sola richiesta, che la preghiera sta subendo nel nostro tempo. Ne è convinto Don Erio Castellucci che, intervenendo al quarto incontro del corso di formazione diocesano tenuto lunedì 3 dicembre presso la chiesa di Santi Simone e Giuda, parlando della preghiera come elemento della fede pregata, ha messo in guardia i presenti su questa spiacevole riduzione. La preghiera si basa su tre elementi: la lode, il ringraziamento e la supplica. Nella tradizione della Chiesa la preghiera è prima di tutto ringraziamento e lode e di esempi nei testi sacri ve ne sono moltissimi come negli stessi salmi. Espressioni come quelle che Gesù disse in varie occasioni racchiudono tutti e tre gli elementi: ‘ Ti rendo lode o Padre ..’, ‘Padre ti ringrazio perché mi hai ascoltato..’ e quando alla vigilia della sua morte disse: ‘Padre, se è possibile, allontana da me questo calice..’. C’è un elemento comune in tutte queste preghiere ed è la parola ‘Padre’ ed è questa la chiave della preghiera cristiana perché la preghiera è dialogo filiale con Dio, è la custodia della sua paternità per l’uomo, non è monologo o un ripiegamento su noi stessi. Nel catechismo della Chiesa cattolica, nella parete dedicata alla preghiera si trova, di fatto, il commento al Padre Nostro, che non è l’unica preghiera, ma è la preghiera che contiene tutto. Con il Padre Nostro, Gesù ci indica gli elementi fondamentali della preghiera e iniziando con la parola ‘Padre’ in realtà contiene già tutto. Quando si prega ci si rivolge ad un Padre non ad un padrone, non ad un negoziante da cui acquistare qualche beneficio, non ad un giudice che emetta sentenze in base ai nostri comportamenti. La preghiera cristiana è preghiera di figli, non di schiavi, di clienti, di contribuenti e sarebbe molto più facile sei Dio fosse solo giudice e applicasse la legge senza guardare in faccia a nessuno, perché avremmo una forza contrattuale proporzionata al nostro comportamento. Invece è Padre e tra padre e figlio il rapporto non è di tipo commerciale, ma è un rapporto fiduciale, il clima della preghiera non è pretesa per i propri meriti, ma è quello della fiducia, dell’affidamento. La lode e il ringraziamento sono la cornice ideale di ogni richiesta. Iniziare con la lode mette subito in chiaro che Dio è Dio e non possiamo contrattare tanto è vero che nelle prime sette parole del Padre Nostro non c’è nessuna richiesta, ma ci si mette difronte al Padre con pura lode. Ringraziare è oggi difficile, la parola ‘Grazie’ è una di quelle meno pronunciate e purtroppo meno insegnate ai bambini; oggi, nella civiltà dei diritti, rischiamo di applicare lo schema dei diritti anche a Dio e dimenticarci che siamo figli che non devono impostare il rapporto con il padre in base ai diritti, ma sulla base di una richiesta fiduciosa. Agli uomini accade di frequente come al bambino viziato a cui si fa un regalo, la prima volta ringrazia, la seconda se lo aspetta e non ringrazia più, la terza lo ritiene un diritto e se non gli viene fatto, strilla. La preghiera cristiana è anche richiesta, ma non deve essere lo scaricare su Dio le nostre richiesta e aspettare il risultato, ma dobbiamo collaborare alla richiesta nella libertà reciproca. La preghiera viene da una comunità di fratelli e non da un ammasso di individui, la preghiera che Dio chiede viene da un noi e non da un io. Perché a volte Dio non esaudisce una preghiera giusta? Nel Vangelo Gesù esprime una grande sicurezza nell’esaudimento della preghiera ‘Chiedete e vi sarà dato..’ e ‘Tutto quello che chiederete con fede nella preghiera lo otterrete” e ‘Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque qualcosa il Padre mio che è nei cieli ve la concederà..’. Dobbiamo tenere presenti due aspetti, il primo è che ci sono delle condizioni: chiedere cose buone, con fede, con carità, con costanza, nel nome del Figlio e rimanere nel Figlio. Il secondo aspetto lo traiamo dalla preghiera che Gesù ha fatto alla vigilia della sua morte, sicuramente con tutte le condizioni realizzate, ma sembra che questa preghiera non sia stata esaudita: ‘Padre mio, se è possibile passi da me questo calice..’. Invece fu esaudito in modo inatteso molto più pieno e definitivo di quello che Gesù, come uomo, poteva spettarsi nel momento della paura davanti alla morte. E se non fosse stato così avrebbe evitato per un momento la morte, ma non avrebbe guadagnato la vita eterna con la Resurrezione. Possiamo dire allora che il Signore esaudisce la nostra preghiera, ma non sempre nei modi e nei tempi che noi chiediamo, ma in quelli che Dio conosce migliori per ogni persona. Se Dio sa già tutto che bisogno c’è di dare voce alle richieste, di pregare chiedendo? Pregare richiedendo serve all’uomo, serve per ricordare che dipendiamo da Lui, per ravvivare l’essere figli e il suo essere Padre. E se fossimo sempre esauditi nei modi e nei tempi delle nostre richieste, Dio diventerebbe il nostro servitore e arriveremmo ad abusarne, ne approfitteremmo. La condizione di base di ogni preghiera è l’umiltà, quando Pietro dice a Gesù durante la tempesta: ‘Se sei tu comanda che io venga a te sulle acque” sembrerebbe essere una apparente preghiera, ma in realtà è la dettatura di condizioni, e Pietro affonda, sperimenta la sua fragilità e capisce che con il Signore non si possono contrattare le condizioni e allora imposta la preghiera nel modo giusto e dice ‘ Signore salvami’ che diventa una umile implorazione. Lode e ringraziamento sono la cornice indispensabile alla preghiera perché mantengono umili davanti alla grandezza di Dio, alla sua bontà, alla ricchezza dei suoi doni. Il corso si conclude lunedì 10 dicembre con il prof. Andrea Grillo- docente di Teologia Sacramentale presso il Pontificio Ateneo ‘S. Anselmo’ di Roma- che affronterà il tema ‘Il rapporto con la Liturgia decide il destino della fede della Chiesa’.
Giorgio Re
Video di Ravenna WebTv
