Mons. Luigi Negri al 3° incontro del Corso Diocesano

Mons. Luigi Negri al 3° incontro del Corso Diocesano
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 44/2012
 
E’ un peccato essere costretti, per ovvie ragioni di spazio, a tralasciare alcune tra le tante interessanti riflessioni che nella serata di lunedì 26 novembre, mons. Luigi Negri ha fatto presso la chiesa dei S.S. Simone e Giuda.
Al vescovo di San Marino e Montefeltro è toccato in sorte, in occasione del terzo incontro organizzato dalla scuola di formazione teologica, di parlare del contenuto della fede cattolica, con specifico richiamo alla dichiarazione ‘Dominus Iesus’, commissionata da un Papa (il beato Giovanni Palo II) ad un futuro Papa (Benedetto XVI, all’epoca prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede) e dal primo approvata e difesa con particolare vigore.
La ‘Dominus Iesus’, del giugno 2000, nasce dall’esigenza di affrontare adeguatamente la sfida e, al contempo, la grande opportunità rappresentata dal dialogo ecumenico ed interreligioso.
Nasce all’interno di una Chiesa nella quale tanti dei contenuti essenziali della fede sono molto spesso non adeguatamente conosciuti quando non, addirittura, contrastati.
E’, quello della resistenza, esterna ed interna, contro il Magistero ‘ufficiale’ della Chiesa Cattolica, un problema vecchio quanto la Chiesa stessa.
Mons. Negri ha parlato, ad esempio, di un vero e proprio magistero ecclesiale parallelo volto a contrastare la corretta interpretazione e trasposizione pratica degli insegnamenti che ci provengono dal Concilio Ecumenico Vaticano Secondo.
Egli ha anche sintetizzato con pochi ma efficaci tratti, l’iter attraverso il quale si è potuti giungere, nel volgere di pochi secoli, al ribaltamento della corretta prospettiva, quella, per intenderci, che aveva informato di sè il millennio che va dalla caduta dell’impero romano d’occidente fino all’avvio della riforma luterana.
Nel tanto bistrattato medioevo (termine probabilmente coniato ad hoc in ambito anticattolico, per fare dimenticare alla gente che si è trattato del periodo storico maggiormente permeato dalla cristianità cattolica!), infatti, era nella prospettiva della fede che il mondo veniva giudicato, e non viceversa.
Il primo momento di questo processo è consistito in un attacco diretto alla ‘retta’ ragione da parte della ragione ‘scientifica’, autoproclamatasi unica, valida ragione. Questo il primo passo per cercare di ingabbiare il Cristo, razionalizzandolo.
A questo punto il passo successivo era, tutto sommato, scontato. Si trattava solo di depauperare il mistero di Cristo. Partendo dalla non ‘scientificità’ dell’affermazione che sta alla base della nostra fede, che il Cristo, cioè, è vero uomo e vero Dio, si è giunti a spogliare il mistero di Cristo della sua peculiare portata.
Il Cristo è stato così ridotto al ‘Gesù storico’, al solo involucro umano, al pio ebreo, personaggio in carne ed ossa, privo della dimensione divina. Un grande iniziato, un uomo eccezionale, ma pur sempre solamente un uomo.
Il discorso sul Cristo della fede, sul Figlio di Dio incarnato, è pian piano fuoriuscito dall’alveo del discorso razionale, per scivolare, sempre più, in quello del sentimentalismo irrazionale.
A questo punto è subentrata la colpevole insipienza di tanti tra noi cristiani. In preda ad una sorta di senso di inferiorità, si è sempre più avallata questa mentalità accettando vieppiù di trasformare il mistero di Cristo in esperienza psico-emotiva: la fede ha rischiato sempre più di divenire mero fenomeno sentimentale; la fede in Cristo, in quanto Dio, c’è fintanto che, e nella misura in cui, noi la ‘sentiamo’.
Come detto a fronte di questa deriva, in particolare in un momento in cui il dialogo ecumenico e interreligioso pretendeva dai cristiani una piena e totale consapevolezza dei contenuti dottrinali imprescindibili della loro proposta di fede, contenuti ai quali non sarebbe stato lecito rinunciare o derogare per motivo alcuno, il beato Giovanni Paolo II ha ritenuto indispensabile porre rimedio ricorrendo ad un documento che riassumesse con sinteticità e chiarezza i contenuti irrinunciabili della fede cattolica.
Ovviamente anche questo, sta incontrando tante difficoltà ed in molti, all’interno della Chiesa stessa, cercano di boicottarlo, ritenendolo, a torto, un ostacolo anziché un’opportunità.
Ma tutto ciò, lo sappiamo, è una costante che accompagna la Chiesa fin dal suo nascere.
Mentre dall’esterno e dall’interno è sottoposta ai più subdoli attacchi, Essa, rimanendo indefettibilmente santa, è la Sposa di Cristo, ed il Cristo qui ed ora.
Sirio Stampa
 
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