6 Luglio 2012

C’è un tempo per… essere uccisi in odio alla fede

C’è un tempo per… essere uccisi ‘in odio alla fede’
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 26/2012
                            
Alcuni anni fa mi trovavo a Palermo e per andare in aeroporto ho preso un taxi.
Il tragitto dall’hotel all’aeroporto, come spesso accade, è propizio per ricevere informazioni dal tassista sulla città e conoscere aspetti nascosti da chi la conosce in profondità.
Tra le tante domande è stato inevitabile scivolare sul tema della mafia e chiedere di quel prete del quartiere Brancaccio, ammazzato nel 1993, nel giorno del suo compleanno, perché diceva la verità e condannava il sopruso.
Il tassista subito mi ha obiettato: ‘Don Puglisi, tutti mi chiedono di Don Puglisi, ma nessuno sa che se lui avesse fatto veramente il prete non gli sarebbe successo niente. Don Puglisi è morto perché non voleva fare il prete e voleva occuparsi di cose che non lo riguardavano’.
In quel discorso, per un momento, mi è sembrato che nulla mai potrà cambiare.
Un prete ammazzato perché non faceva il prete e si occupava di cose che non lo riguardavano: un pensiero che non trovava il senso.
Lottare e difendere per i diritti dei più deboli, impegnarsi nell’educazione delle giovani generazioni, dire chi è nel giusto e chi nell’errore, condannare i soprusi, la violenza, la logica dell’arroganza, proprio in quelle terre dove chi è violento è rispettato e uomo d’onore.
Chi può essere più prete di così, mi viene da dire. Chi lo può essere prete se non chi combatte l’ingiustizia e dà la propria vita per i propri fratelli e li ama fino in fondo?
Papa Benedetto XVI proprio questo ha riconosciuto in Don Pino Puglisi: lo ha proclamato beato non perché siano stati riconosciuti dei miracoli per sua intercessione, né in vita né dopo la morte, ma perché è stato ucciso ‘in odio alla fede’. In pratica, come un martire.
Forse è facile riempirsi la bocca dei martiri degli altri.
Forse è facile perché tanto la mafia è là e non qua e Don Puglisi era là e non qua: ci nobilita tutti a basso prezzo, così che tutti noi possiamo accontentarci della nostra mediocrità e del tranquillo vivere.
Credo che per essere cristiani, preti o laici, ovunque noi siamo, abbiamo le occasioni di testimoniarlo con la nostra vita, sacrificandoci nella misura diversa che ciascuno di noi è chiamato ad offrire, secondo le proprie capacità, situazioni, possibilità.
Enrico Maria Saviotti