L’incontro dell’Arcivescovo a Sala Mesini con i cristiani impegnati in politica
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 11/2012
Sabato 17 marzo scorso si è svolto, presso la sala Mesini in via di Roma, il tradizionale appuntamento di inizio primavera dell’Arcivescovo con i cristiani impegnati in politica. L’incontro si poneva due obiettivi: verificare l’efficacia del lavoro svolto negli anni, per apportare eventuali correttivi, avanzare nuove proposte per il futuro e predisporre un cammino di formazione per persone che già operano nel campo politico, o intendono impegnarsi, per dare vita ad una nuova stagione politica che ponga al centro la persona umana e il bene comune.
S. E. Mons. Giuseppe Verucchi nell’introdurre l’incontro ha esposto ai presenti che ogni nuovo cammino deve necessariamente tenere conto dell’attuale scenario mondiale e, in particolare, della situazione socio-economica italiana, vista all’interno della Comunità Europea. A tale riguardo l’Arcivescovo ha espresso le sue preoccupazioni per quanto sta avvenendo a livello mondiale. Secondo il presule ormai è sempre più evidente che i grandi poteri che dominano il mondo sono quelli finanziari, più forti di quelli politici, e quelli della cultura individualista, che pone sempre più al centro l’individuo con i suoi interessi basati sull’avere e sul potere, e non più la persona e il bene comune. Il tutto avviene poi in un contesto di globalizzazione dove le agenzie di rating, con le loro valutazioni, possono determinare le sorti degli Stati portandoli perfino ad un loro ‘commissariamento’, come il caso della Grecia insegna. Guardando la situazione dell’Unione Europea S. E. Mons. Verucchi ritiene che anche in questo ambito sono i poteri economici che dettano le regole, non a caso le decisioni vengono prese dalle potenze economicamente più forti (Germania e Francia), nonostante la Comunità Europea sia costituita da 26 Paesi. In questa situazione è quanto mai urgente l’appello, ripetutamente fatto da Papa Benedetto XVI e dal Presidente della Cei Cardinale Bagnasco, circa la crescita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile, promuovendo il bene comune e non interessi di parte. Questo è il momento propizio per una nuova ripartenza, in considerazione anche della crisi in cui versano i partiti e della loro perdita di credibilità, per prepararsi con competenza al futuro, per portare avanti una cultura antropologica che ponga al centro la persona, la famiglia, fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, il bene comune, per difendere quei valori oggettivi che il pensiero dominante teorizza come inesistenti.
Secondo l’Arcivescovo per perseguire il bene della persona si devono curare tre aspetti, ugualmente importanti: il corpo, l’anima e la vita trascendentale. Dove l’anima è quella realtà che è dentro l’uomo e si esprime con l’intelligenza, la volontà, l’affetto, l’amore, mentre la vita trascendentale esprime l’esigenza di eternità e del divino che alberga nella natura umana. Con forza il presule ha precisato che un cristiano non può separare far loro queste tre dimensioni della persona. Ecco allora la necessità di conoscere e mettere in atto la Dottrina sociale della Chiesa e quindi la necessità di una scuola di formazione socio-politica. A tale riguardo S.E. Mons. Verucchi ha parlato della nascita di un momento formativo curato dall’Arcidiocesi, da inserire nella scuola di formazione teologica e auspicato la nascita di altri cammini formativi organizzati da laici, per creare quegli spazi pre-politici di approfondimento per lo sviluppo di una cultura di servizio per il bene della società.
Diversi sono stati gli interventi dei presenti che, stimolati dall’introduzione dell’Arcivescovo, si sono espressi in merito agli incontri, alla formazione socio-politica e alla formulazione di nuove proposte. Tutti gli intervenuti hanno giudicato positivamente l’attività effettuata, che ha favorito il confronto fra cristiani impegnati in opzioni politiche diverse, superando le faziosità partitiche. Qualcuno, tuttavia, ha rimarcato la scarsa concretezza nell’interessarsi delle problematiche locali. Circa le prospettive future tutti sono stati concordi nel ritenere di fondamentale importanza l’attività formativa per creare una cultura sempre più forte verso quei valori non negoziabile alla base della vita cristiana. Per una maggiore incisività dei cattolici in politica i presenti si sono divisi nelle due proposte che da tempo sono oggetto di riflessione: nuovo movimento/partito dei cattolici, unione sui valori pur continuando a militare in partiti diversi. Due interventi hanno messo in evidenza che qualcosa sta nascendo nella nostra realtà diocesana per favorire la partecipazione ad un diverso modo di fare politica di persone nuove che vogliono mettersi al servizio del bene comune.
Nel suo intervento conclusivo S.E . Mons. Giuseppe Verucchi ha parlato della necessità di creare una rete di tante iniziative buone, a livello educativo, formativo, economico e sociale. Per quanto riguarda la formazione, prioritaria in questo momento di transizione, ha ribadito la necessità delle due strade complementari: quella creata e portata avanti dai laici e quella portata avanti dall’Arcidiocesi. La proposta diocesana, incentrata sulla Dottrina sociale della Chiesa, che sarà inserita nella scuola di teologica dei laici, prevederà anche ritiri spirituali e pellegrinaggi, nei luoghi di quei politici che hanno operato santamente al servizio della società, per accrescere la comunione e la condivisione di quei valori che sono alla base dell’essere cristiani.
Diacono Luciano Di Buò – Ufficio pastorale sociale e del lavoro