Progetto Uganda

Progetto Uganda

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 43/2011
 
L’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia e l’Ufficio Missionario Diocesano, in collaborazione con le Pontificie Opere Infanzia Missionaria promuovono il ‘Progetto Uganda’. Esso interessa la Diocesi di Lira, il responsabile è Mons. Joseph Franzelli.
Il progetto prevede l’assistenza integrale per bambini disagiati Nella Diocesi di Lira, ma anche nel resto dell’Uganda (31 milioni di abitanti), molti problemi sociali attanagliano la giovane età di bambini e ragazzi. Il progetto mira a sostenerne 35.000 costretti a vivere diverse problematiche sociali; ragazzi che sono nati e vivono nei campi profughi; che anno perso i genitori uccisi nella guerra del Nord Uganda, durata venti anni; ragazzi esposti ad abusi sessuali e altre forme di abusi minorili; ragazzi i cui genitori sono morti a causa dell’hiv/aids; ragazzi abbandonati a se stessi, di cui nessuno si prenderebbe cura. Molti di loro sono sprovvisti dei beni di prima necessità come il cibo, le medicine, i vestiti e il materiale scolastico. L’obiettivo è di garantire a tutti i ragazzi il massimo dell’assistenza cosicché possano sentire l’amore di Dio. Il costo del progetto è di ottomila euro.
Giovedì 8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, alle ore 14.30 in Duomo a Ravenna durante la cosiddetta ‘Fiorita dei bambini’ l’Arcivescovo conferirà il mandato missionario ai ragazzi chiedendo loro di pregare e sacrificarsi per tutti i bambini del mondo, che vivono situazioni di grave povertà materiale, sociale e spirituale nei cinque continenti.
Dopo l’Asia, il progetto dell’Infanzia Missionaria che la nostra Diocesi propone quest’anno vuole portare il suo contributo nell’immensa Africa e più precisamente in Uganda, in una diocesi a nord del paese, dove sua Ecc. Mons. Giuseppe Franzelli, Vescovo di Lira presta la sua opera. Di seguito riportiamo alcuni suoi recenti pensieri sulla diocesi.
‘Oggi concludiamo il secondo Sinodo Arcidiocesano di Gulu. Se Sinodo significa ‘cammino insieme’ mi viene in mente che 100 anni fa, nel 1911, quando i primi missionari comboniani arrivarono a Gulu, da soli, sul cammino intrapreso da San Comboni, hanno avviato un processo che a 100 anni di distanza fa sì che esista una Chiesa che cammina insieme ed è capace di indire un Sinodo. Mi sembra un evento abbastanza significativo.
Domani celebriamo il centenario dell’evangelizzazione di questa zona. La ricorrenza riguarda in particolare l’arcidiocesi metropolitana di Gulu, in quanto la diocesi di Lira è stata evangelizzata un po’ più tardi, sempre dai comboniani che sono partiti proprio da lì. Per questo celebriamo insieme, Gulu e Lira, il centenario, perché è come un albero, che una volta piantato, allarga i suoi rami.
La diocesi di Lira è stata fondata nel 1968, ritagliandola da una parte del territorio di quella di Gulu. I comboniani presenti sono 19, 17 sacerdoti e 2 fratelli, mentre le suore comboniane sono 12. Ma in questi 43 anni abbiamo registrato un forte aumento del clero locale. Attualmente vi sono 45 sacerdoti diocesani più due Apostoli di Gesù, una congregazione missionaria fondata da alcuni padri Comboniani. Vi sono poi due congregazioni religiose locali, una fondata a Gulu e l’altra fondata a Lira dal suo primo Vescovo, Mons. Cesare Asili, le Missionary Sisters of Mary Mother of the Church. Questa congregazione ha 270 religiose che lavorano non solo a Lira ma anche in altre diocesi dell’Uganda, oltre che in Kenya, Tanzania e sud Sudan.
Su una popolazione di circa 2 milioni di abitanti, un milione e 86.000 sono cattolici, distribuiti in 18 parrocchie. È un numero insufficiente ma con il clero attuale non posso permettermi di aprirne altre. Le parrocchie sono a loro volta divise in cappelle. Quella che ne ha di meno ne ha 31, quella che ne ha di più ne ha 102. Le mille cappelle della diocesi sono rette grazie a circa 1.200 catechisti laici.
Anche Lira è stata teatro delle violenze dell’Esercito. Tra gli episodi più gravi ricordo l’assalto alla scuola femminile di Aboke, nell’ottobre 1996; 139 ragazze vennero rapite dai ribelli. Grazie al coraggio di suor Rachele Fassera, che inseguì i rapitori nella foresta, ne vennero liberate 109. Poi altre riuscirono a fuggire negli anni successivi, anche se alcune di loro furono uccise.
Anche qui, come a Gulu, la gente è stata costretta a sfollare. Dentro e intorno alla città di Lira vi erano 16 campi per sfollati interni, al punto che la popolazione della città era cresciuta di 200.000 persone. Ora che l’esercito non agisce più qui da noi, la gente è tornata a casa, anche se c’è ancora molto da ricostruire. Ed è proprio questa la fase che stiamo vivendo, quella della ricostruzione’ conclude Mons. Franzelli.
I bambini coi loro genitori e catechisti, i parroci e tutte le persone di buona volontà sono invitati a collaborare facendo riferimento all’Ufficio Missionario Diocesano (referente Sig.ra Gualandi Gabriella cell.333.9574050) o in Seminario (referente Rag. Martini Renzo 0544.213882).
Claudio Cappelli