Guido Maria Conforti Santo: Intervista a padre Guglielmo Camera
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 36/2011
‘E’ provvidenziale, nella stagione che stiamo vivendo, l’occasione della canonizzazione del Conforti. La sua figura ricorda alle nostre chiese diocesane che la missione e il servizio al Regno di Dio è il senso primo del loro esistere’. (Don Amedeo Cristino, Segretario Nazionale della Pontificia Unione Missionaria). Sono parole tratte dal libro ‘Guido Maria Conforti Santo. Missionario in Italia’, un profilo biografico e spirituale, curato da padre Guglielmo Camera, dei Missionari Saveriani, che è stato il postulatore del processo di canonizzazione di Conforti. Il libro lo si potrà acquistare mercoledì 19 ottobre (ore 20.45) presso il Cinema Corso, durante la conferenza dedicata a Guido Maria Conforti. Di seguito riportiamo l’intervista all’autore.
La causa di canonizzazione del Beato Conforti, quando ha preso inizio, quando si è ultimata e quali sono i miracoli a lui attribuiti?
‘E’ iniziata nel 1941, solo dieci anni dopo la sua morte; già in vita, a Parma, egli era ritenuto un santo sia dai cattolici che dagli atei. Il miracolo che ha dato il via alla beatificazione è avvenuto in Burundi: una ragazza affetta da un tumore inguaribile al pancreas è guarita dopo che la locale comunità cristiana ha ‘ pregando ‘ chiesto l’intercessione di Conforti’.
Mons, Conforti è stato, ebbe a dire il futuro papa Giovanni XXIII, ‘Vescovo di Parma (e anche di Ravenna, aggiungiamo noi) ma Missionario per il mondo’. Ci può spiegare, brevemente, il significato di questa espressione?
‘Angelo Roncalli conosceva bene il Conforti, lavorò con lui perché era incaricato delle opere missionarie e il Conforti, pur non potendo andare in missione, era missionario. L’affermazione di Roncalli è giusta, in quanto Conforti aveva capito che il suo compito era di annunciare Cristo ovunque, in Italia e nel mondo. Non è un caso se, quando era Vescovo di Parma, divenne il primo presidente dell’Unione Missionaria del Clero. E non è un caso se il Papa ha inteso farlo santo il prossimo 23 ottobre, in occasione della Giornata Missionaria Mondiale’.
Colpisce, in Mons. Conforti, la determinazione nel portare avanti i suoi progetti (come la fondazione dell’Istituto dei Missionari Saveriani, avvenuta il 3 dicembre 1895), ma, al contempo, l’obbedienza filiale alla Chiesa, capace di fargli rinunciare persino al suo sogno di andare in missione. Da dove veniva questa forza interiore?
‘Questa è la sua santità. Ha accettato il piano di Dio: Conforti leggeva nella sua storia di tutti i giorni il progetto che il Signore aveva su di lui. Attraverso questa scelta il Cristo è divenuto per lui una esperienza viva, la realtà più importante, da incarnare e comunicare. Egli si sente mandato a tutto il mondo. Lo fa capire il giorno della sua entrata come Vescovo a Ravenna, quando dice: ‘grazie perché siete venuti ma io sono mandato a quelli che non sono presenti’. Vuole testimoniare il Vangelo con lo stesso metodo di Cristo, quel Cristo che lui adorava nell’Eucaristia quotidiana’.
Mons. Conforti scrive: ‘Tutti gli insegnamenti contenuti nel Vangelo sono compendiati nel crocifisso’. Come si può semplificare questa affermazione, ai giorni nostri?
‘Da ragazzino, Conforti si fermava davanti a un crocifisso posto in una chiesa. Egli ha voluto quel crocifisso in Episcopio a Parma e, poi, accanto alla sua tomba. Fissandolo, aveva capito che l’amore si paga: egli amava Cristo perché aveva dato la vita per lui e per l’intera umanità. Capì che l’unica norma del cristiano è l’Amore e per questo volle, come motto per i Saveriani, la frase ‘La carità di Cristo ci spinge”.
Quella carità che ha portato tanti missionari saveriani in tanti Paesi: non solo in Cina (dove andarono i primi religiosi dell’Istituto), ma anche in Brasile, in Bangladesh, in Burundi. Undici di loro sono morti, martiri per il Vangelo e tanti altri, oggi, continuano la missione di Guido Maria Conforti (un Istituto Saveriano è presente anche a San Pietro in Vincoli), affiancati dalle Missionarie Saveriane ‘ fondate da p. Giacomo Spagnolo insieme alla Serva di Dio Celestina Bottego -; grazie anche al loro impegno, la Parola di Dio si è diffusa sino agli estremi confini della Terra.
Torna alla mente, nel conoscere la storia di Conforti e dei suoi missionari, quella frase del Vangelo che è uno stimolo e allo stesso tempo un monito per tanti ‘cristiani tiepidi’: ‘Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo ; se invece muore, produce molto frutto’ (Gv 12, 24).
Fabrizio Casanova