08/10/2011

C’è un tempo per… essere Chiesa

C’è un tempo per… essere Chiesa

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 36/2011
 
Il mondo è strano. Se la Chiesa è proprietaria di beni non va bene perché li ha usurpati nel corso dei secoli contrariamente all’istanza evangelica della povertà; se la Chiesa non ha più i beni perché nel corso della storia le sono stati portati via con svariate leggi e chiede di essere risarcita attraverso contributi pubblici non va bene perché la Chiesa è ricca e deve arrangiarsi da sola con i propri beni (quelli che le sono stati portati via e che non ha più, si intende!). Se la Chiesa chiede i soldi ai fedeli per la necessità della parrocchia non va bene perché riceve già i contributi per l’8 per mille dallo Stato; se la Chiesa riceve i contributi dell’8 per mille dallo Stato non va bene perché sono denari pubblici. Se la Chiesa non accoglie i poveri, gli ultimi, i diseredati ovviamente non va bene, perchè per Gesù sono loro i privilegiati nel Regno di Dio; se la Chiesa accoglie, partecipa con iniziative volte a rendere più umana la vita di chi soffre (anche se hanno la pelle di colore diverso dalla nostra) non va bene perché crea turbativa e disagio a chi vive del proprio lavoro e si costruisce casa con i propri sacrifici. Se, però, la Chiesa accetta le obiezioni di chi chiede la salvaguardia dell’ordine e della propria tranquillità non va bene lo stesso perché è la Chiesa stessa che cede alle petizioni dei più e che fanno rumore, non risolvendo i problemi di chi sta peggio. Se la Chiesa non esprime opinioni sul governo di turno, non prende le distanze dalla politica inerte, incapace, corrotta non va bene perché ha paura di andare contro i potenti e vuole difendere i suoi interessi economici; se la Chiesa interviene e dice che è ora di finirla, che ‘l’aria’ dell’impegno pubblico va purificata, che ci sono valori non negoziabili, che è bene che i cattolici si mettano insieme per fare opinione non va bene lo stesso perché significa che la Chiesa determina la politica del Paese, condiziona gli equilibri, lede (udite, udite) ‘la laicità’ dello Stato ed è meglio che pensi prima a purificare sé stessa.
Si potrebbe continuare a lungo con questa litania.
Nel recente viaggio in Germania Papa Benedetto ha incantato magistralmente con discorsi che dovrebbero essere studiati e meditati in profondità dai cattolici e anche dai non cattolici con l’umiltà di imparare qualcosa. In particolare nell’omelia della S. Messa a Berlino del 22/09/11 il Papa dice parole che non hanno bisogno di commento alcuno: ‘Quindi, non sorge più alcuna gioia per il fatto di appartenere a questa vite che è la ‘Chiesa’ (ndr. la meditazione è sulla parabola del Vangelo di Giovanni della vite). Insoddisfazione e malcontento vanno diffondendosi, se non si vedono realizzate le proprie idee superficiali ed erronee di ‘Chiesa’ e i propri sogni di ‘Chiesa’!’ E aggiunge: ‘ Rimanere in Cristo significa’ rimanere anche nella Chiesa. L’intera comunità dei credenti è saldamente compaginata in Cristo, la vite. In Cristo, tutti noi siamo uniti insieme. In questa comunità Egli ci sostiene e, allo stesso tempo, tutti i membri si sostengono a vicenda. Essi resistono insieme alle tempeste e offrono protezione gli uni agli altri. Noi non crediamo da soli, ma crediamo con tutta la Chiesa.’ Poi, se anche noi cristiani cattolici volessimo recuperare un po’ di sano ‘orgoglio cattolico’ non sarebbe male ‘ sempre con ‘mansuetudine e rispetto’ (1 Lettera di Pietro).
Enrico Maria Saviotti