750° dei Francescani a Ravenna

750° dei Francescani a Ravenna

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 32/2011
 
Ricorrono in questo 2011 il 750° della presenza dei Frati Francescani presso la Basilica di S. Pietro Maggiore (meglio nota come Basilica di San Francesco) a Ravenna e il 25° della morte di P. Severino Ragazzini. Per l’occasione pubblichiamo la prima parte di un articolo che ripercorre, storicamente, la presenza dei religiosi in città e il loro legame con Dante Alighieri. La doppia ricorrenza sarà celebrata lunedì 12 settembre con il seguente programma:
Ore 20.30 Sala ‘Nullo Baldini’, Via Guaccimanni 10: ‘I Francescani conventuali a Ravenna: 750 anni di presenza accanto alla tomba di Dante. Storia e carisma’. Conferenza di P. Isidoro Liberale Gatti, dott. in Storia ecclesiastica.
Ore 21.30 Basilica di S. Francesco: ‘La gloria di colui’, concerto in forma scenica su testi dalla terza Cantica della ‘Commedia’ Musiche: P. Albino Varotti, ‘Nacque al mondo un sole’ (Par. XI), Oratorio per Soli, Coro e Orchestra; Gianluca Zoccatelli, ‘la forma del pronto creder mio’ (Par. XXIV), Canta per Soli ed Ensemble strumentale; Lorenzo Perosi, ‘Vergine Madre’ (Par XXXIII), Mottetto per Soprano e 4 voci. Tenori: Gianluca Zoccatelli, Nicola Pasello . Baritono: Alberto Gallo. Orchestra: I Mosaici sonori. Coro: Concentus Novus- Direttore: Giuliano Amadei. Coreografie: Cinzia Di Pizio. Corpo di ballo: Ravenna Ballet Studio. Figure di Aikido: Scuola BudoRavenna-Asd. Ambientazione e regia: Gian Franco Zanetti. Prima nazionale, ingresso libero.
 
L’arrivo dei Frati Minori a Ravenna è documentato da un testamento del 3 ottobre 1218, nel quale un certo Angolano lasciava ai Frati Minori due tuniche, come afferma P. Gino Zanotti (‘I Francescani a Ravenna. Dai tempi di Dante a oggi’, Longo Editore, Ravenna 1999). Ma nel 1230 il piccolissimo numero dei Frati divenne più consistente, dato che un certo Guglielmo lasciava loro 27 tuniche. Nel 1233 il testamento di certa Sibilia lasciava ai frati una piccola somma di denaro. A quella data i frati da fuori le mura si erano già trasferiti dentro la città in un ex monastero canonicale, con chiesa propria, la chiesa di S. Mercuriale, concessa loro dal vescovo Teodorico, come afferma sempre P. Gino Zanotti.
Ma è nel 1261 che l’arcivescovo ravennate Filippo Fontana concesse ai Frati Minori Conventuali di trasferirsi proprio al centro della città affidando loro, in piena concessione, la basilica di S. Pietro Maggiore, ‘con case, cimitero e orti, con l’unica clausola che tutto il complesso sarebbe ritornato alla diocesi, qualora i francescani avessero abbandonato Ravenna. Tale benevole atteggiamento nei confronti dei Francescani non fu solo dell’autorità religiosa, ma anche dei civici Amministratori che vollero codificare per i francescani certe elargizioni di pesce e di danaro’ (P. Gino Zanotti, I Francescani a Ravenna).
I Francescani, come altrove, anche a Ravenna si dedicarono alla predicazione, all’amministrazione dei sacramenti, in particolare dell’Eucaristia e della Riconciliazione, suscitando anche la simpatia di molti fedeli che sempre più si facevano seppellire nella chiesa o nel cimitero dei frati. Questa scelta fu fatta anche dal sommo poeta Dante Alighieri.
Il convento fin dall’inizio diventò luogo di cultura con la sua ricca biblioteca e lungo i secoli sono parecchi gli uomini illustri che si distinsero per doti intellettuali: P. Vincenzo Coronelli (1650-1718), il futuro cosmografo della Repubblica di Venezia, P. Costanzo Porta (1530-1601), grande musico ed uno dei più grandi maestri della polifonia classica, P. Ottaviano Strambiati (1524), autore di vari commentari su Aristotele e Scoto, P. Lorenzo Fusconi (1726-1814), poeta e oratore. Da ultimo va ricordato P. Severino Ragazzini (1920-1986), fondatore del Centro Dantesco, che da oltre 40 anni con una ricca e preziosa Biblioteca, uno spazio museale che ripresenta il cammino dantesco della ‘Divina Commedia’, ampie raccolte numismatiche, del bronzetto e bibliografiche, pubblicazioni e Congressi, Corsi e Convegni, avvalendosi degli spazi monumentali dei chiostri francescani, messi munificamente a disposizione dalla proprietaria Cassa di Risparmio, promuove a livello nazionale ed internazionale la conoscenza di Dante e della sua opera.
I Frati rimasero presso la basilica fino al 1810, quando il decreto di Campiègne di Napoleone Bonaparte li costrinse ad abbandonare la città. La chiesa allora ritornò alla Diocesi, come stabiliva la clausola del lontano 1261. Ma nel 1949 i francescani poterono rientrare nella basilica presso la quale sono tutt’oggi.
(continua nel prossimo numero)
Padre Ivo Laurentini
Parroco di San Francesco